Sono trascorsi tre anni dal giorno in cui la «lampadina si è accesa» coinvolgendo Marri Stefano, Marri Giacomo, Goretti Stefano, Gelli Nicholas e Marri David in un progetto che, per vari motivi e fin dall’inizio, poteva sembrare solo una pazzia. L’idea era quella di riaprire una pista da sci a Badia Prataglia per riportare indietro le lancette del tempo a quando i monti casentinesi ospitavano tanti amanti degli sport sulla neve.
Si deve fare un salto indietro di più di 30 anni per ricordare gli ultimi anni in cui ancora si trovavano a Badia gli impianti aperti, poi tutto è scomparso, si è trasformato e, con una rapidità spaventosa, nell’ultimo decennio anche i cambiamenti climatici hanno inciso pesantemente sull’andamento degli inverni sempre più avari di neve.
Anche per questa ragione può sembrare «pazza» questa idea ma, al di là di quello che ognuno possa pensare oggi, dopo solo 3 anni è diventata realtà. L’impianto c’è, è pronto, e potrebbe essere solo l’inizio di un progetto che, come ci hanno detto i promotori, vede ancora tante altre idee da trasformare in realtà.
In fondo, come hanno detto proprio loro annunciando di essere pronti all’inaugurazione della «super manovia» dell’impianto di risalita del Campo Scuola di Sci nel comprensorio della «Bassa Badia Prataglia» in Loc. Il Romito: «Anche i sogni a volte si realizzano». Sperando che davvero che questo si realizzi, ecco la posizione esatta dove si trova il Campo Scuola di Sci: maps.app.goo.gl/ DramvrfkKqujzhJa9.
Ma a questo punto è giusto che siano loro a raccontare in maniera più dettagliata quando, come e perché hanno voluto lanciarsi in questa avventura. Una scommessa per certi aspetti, ma certamente una prova di forte legame con la nostra vallata e della volontà di essere disposti a mettersi in gioco per realizzare iniziative e progetti che possano davvero valorizzare il Casentino promuovendo il suo territorio, le sue tradizioni e la sua storia.
Come è nata questa idea e chi sono i promotori? «Era il 17 gennaio del 2021 quando un gruppo di “battitori folli”, cosi ci definimmo per goliardia, appena usciti dalle restrizioni del Covid-19 furono presi dalla gran voglia di sciare. Decidemmo di battere a scaletta il campo del Capanno, dove da giovani noi Badiani abbiamo sempre sciato. Per un certo periodo di tempo, tra l’altro, era stata installata una manovia che rendeva questo campo una vera e propria pista da sci. Originariamente il gruppo dei “battitori folli” era costituito da Stefano Marri, Giacomo Marri, David Marri, Stefano Goretti e Nicholas Gelli. Da quella domenica nacque l’idea di comprare una manovia per ripristinare la vecchia pista da sci».
Come si è sviluppata poi questa idea? «Dal gennaio del 2021 iniziò la ricerca per della manovia, che abbiamo comprato autotassandoci. Abbiamo anche fatto l’acquisto ancor prima di sapere se quello che volevamo fare si sarebbe potuto burocraticamente realizzare davvero. Seguirono successivamente una serie di incontri e colloqui con le istituzioni, Parco e Forestale in primis, perché l’obiettivo principale era quello di rispristinare la vecchia pista del Capanno. Devo ammettere che sia gli uffici della Forestale che dell’Ente Parco hanno dimostrato disponibilità nei confronti della realizzazione della pista a Badia, ma la localizzazione nel campo del Capanno si rendeva difficoltosa a causa del fatto che il Piano e il regolamento del Parco non prevedeva una zona sportiva in questa località, quindi sarebbe stato necessario attendere l’eventuale cambio di destinazione con il nuovo Piano che era già in discussione. Da lì la decisione di realizzarlo in località il Chiuso, nel Comune di Chiusi della Verna e grazie alla disponibilità della Famiglia Bartolini, proprietaria del terreno, abbiamo potuto realizzare l’attuale pista da sci e il montaggio della manovia. Il montaggio della stessa è stato realizzato grazie all’instancabile lavoro degli ideatori del progetto, del gruppo sportivo che ci ha consentito di portarlo avanti e, soprattutto, dei tanti volontari, come Marco Marri e Paolo Bartolini, che senza risparmiarsi ci hanno aiutato per la messa in opera della realizzazione della pista».
Ci sono degli sponsor che vi hanno aiutato economicamente oltre al vostro gruppo? «Non ci sono stati sponsor istituzionali, ma l’intero paese a contribuito economicamente con una piena unità d’intenti per la realizzazione del progetto».
Fino a quali anni si sciava a Badia? «Fino alla fine degli Anni ‘80 e primi Anni ’90 a Badia si sciava con un impianto di risalita collocato al Capanno, ma anche in un altro al Chiuso. In fondo Badia è sempre stato il paese dello Sci, tutti possono ricordare che i primi negozi Tacconi Sport erano proprio a Badia e a Badia sono passati anche campioni del passato».
Avete comprato un impianto di risalita che si trovava in provincia di Lecco? «Si, e alla manovia si è aggiunto un gatto delle nevi comprato vicino a San Martino di Castrozza, che è da poco arrivato a Badia pronto per battere la pista».
Al di là delle limitazioni previste del Piano del Parco avete avuto problemi con i permessi? «No, dobbiamo dire che grazie all’apporto del Dr. Stefano Goretti, alla collaborazione del Dr. Andrea Gennai del Parco Nazionale e del Sindaco di Chiusi della Verna Giampaolo Tellini, per la realizzazione dell’impianto in Loc. Il Romito non abbiamo avuto problemi».
La neve è sempre più rara da noi, c’è la possibilità di fare anche sci sull’erba? «Stiamo valutando la possibilità di realizzare la pista in “Neveplast” che è un tessuto plastico dove è possibile sciare. Lo stesso tessuto con cui è stata realizzata la pista da sci sopra l’inceneritore di Copenaghen. Oltre a questo vorremo utilizzare l’area per un bike park con jumping, ma queste sono al momento idee, ma spesso a Badia le idee diventano realtà…».