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lunedì, 30 Dicembre 2024

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A Moggiona il Presepe dei Bigonai, a Pratovecchio i presepi creativi

di Lara Vannini – Il Presepe è la più nota rappresentazione simbolica della Natività. Fin da piccoli con estro e creatività siamo stati abituati ad allestire il Presepe al quale molto spesso viene dedicato un luogo particolare della casa oppure viene fatto sotto l’albero di Natale. Durante le domeniche d’Avvento è poi tradizione “andare per Presepi” ovvero visitare i principali luoghi di culto e ammirare gli allestimenti religiosi delle singole Chiese.

La preparazione del Presepe è appuntamento tradizionalmente noto che, ogni anno, ha il potere di meravigliare per la bellezza, l’originalità, la complessità tanto da coinvolgere in questo tripudio di luci e colori anche chi non è credente ma resta colpito dal fascino della tradizione.

È consuetudine rappresentare il Presepe con una capannuccia in cui viene inserita la Sacra Famiglia, il bue e l’asinello ma in realtà, come anche suggerisce l’etimologia del termine, Presepe, ovvero “prae” davanti e “saepis” siepe, significa semplicemente un ambiente protetto, racchiuso da qualcosa. In questo senso la rappresentazione simbolica del Presepe può assumere infinite sfumature, tante quante l’essere umano riesce a interpretare un evento così sacro come la nascita di Gesù Cristo.

In Casentino ogni anno i principali luoghi di culto ma anche i singoli paesi, si adoperano per celebrare al meglio l’arrivo del Natale, attraverso l’allestimento di presepi e decorazioni che soprattutto con il sopraggiungere della notte, danno luce e animano un periodo dell’anno pieno di mistero, attesa e voglia di condivisione.

Anche quest’anno il paese di Moggiona è pronto a festeggiare con grande entusiasmo il Natale, che è caratterizzato dalla realizzazione di numerosi presepi e rallegrato da piccoli eventi. Danilo Tassini, insegnante in pensione e membro della Proloco di Moggiona ci ha raccontato come il paese si stia preparando alle festività natalizie.

Dove viene allestito il Presepe a Moggiona? «I moggionesi sentono molto la tradizione del Presepe. Ogni anno infatti allestiamo tre presepi, uno esterno e due interni, senza contare le singole iniziative dei paesani che attraverso il proprio estro creativo decorano giardini privati e le proprie abitazioni. Come è noto Moggiona viene anche definita “il paese dei bigonai”, dalla principale attività lavorativa che per secoli ha caratterizzato questi luoghi. I bigonai infatti erano coloro che si dedicavano alla costruzione dei “bigoni”, ovvero dei contenitori lignei a doghe che servivano per la raccolta dell’uva. Oggi potremmo definire questa attività a “km 0” dal momento che la materia prima derivava dalle abetine della foresta di Camaldoli. Purtroppo il mestiere dei bigonai è “andato in pensione” ma se pensiamo che ancora nel 1950 esistevano 25 botteghe di bigonai ci rendiamo conto come questo mestiere abbia sfamato intere famiglie per generazioni. Essendo il mestiere del bigonaio così caratterizzante del paese di Moggiona, abbiamo deciso di riprendere questa attività e inserirla all’interno dei nostri presepi, per far si che la memoria potesse sposarsi con la tradizione religiosa».

Che caratteristiche hanno i “presepi dei bigonai”? «Come già detto uno dei presepi che realizziamo si trova all’esterno, nella piazzetta 7 settembre 1944 proprio sotto l’antico forno camaldolese. Qui viene allestito un grande albero a carella ovvero costituito dalle doghe dei bigoni che appunto vengono “accarellati” ovvero accatastati l’uno sull’altro a croce verso l’alto tipo una torre. Davanti a questo originale albero viene posizionato il presepe. Generalmente a questo allestimento pensa la Proloco di Moggiona. Come è facilmente intuibile, la comunità tiene molto a mettere in risalto le proprie radici e la propria storia perché è essenziale non dimenticare mai ciò che ci caratterizza. Il secondo Presepe viene realizzato all’interno della Chiesa dedicata a San Giacomo e se ne occupa la Compagnia del Santissimo Sacramento, una congregazione strettamente legata all’Eremo di Camaldoli e già attiva alla metà del 1600. Anche in questo caso lo scenario richiama agli antichi mestieri, infatti il Bambin Gesù nasce all’interno di un bigone. Il terzo Presepe è collocato all’interno della Bottega dei Bigonai (Ecomuseo del Casentino) dove San Giuseppe che già la tradizione lo vuole falegname, è intento alla costruzione di un bigone. Esiste un importante progetto, chiamato la strada dei Presepi che da Greccio arriva ad Assisi, un’iniziativa che, in un futuro, ci farebbe molto piacere includesse anche Moggiona. Se ciò fosse possibile il paese si renderebbe sicuramente disponibile a partecipare con i Presepi dei Bigonai. Come già accennato, il paese si anima anche grazie alle decorazioni dei paesani che generalmente addobbano le proprie case e realizzano anche piccoli presepi privati nei giardini. Per quanto riguarda le decorazioni, abbiamo anche realizzato 20 cervi di legno che richiamano la fauna del Parco delle Foreste Casentinesi e sono posizionati lungo tutto il paese».

Ci sono altri eventi a Moggiona nel periodo di Natale? «Quest’anno oltre ai Presepi, l’8 dicembre per la festa dell’Immacolata Concezione, abbiamo pensato di ospitare un mercatino di Natale per le strade del paese. Un’assoluta novità che arricchisce di magia e divertimento il nostro territorio. Il Natale è una festa che può essere vissuta nella sua interezza anche grazie ad eventi che fanno comunità e portano le persone ad uscire da casa e stare qualche ora insieme in allegria. Il 24 dicembre come è ormai consuetudine viene celebrata la Messa di Natale e a seguire viene preparato un piccolo rinfresco con panettone e vin brulè per festeggiare la nascita di Gesù Bambino. Accendiamo anche un grande fuco all’esterno che stempera le rigidità invernali e permette ai moggionesi di salutarsi e farsi gli auguri in tutta tranquillità. Il 6 gennaio poi, per la Befana, a Moggiona avviene ogni anno qualcosa di molto particolare le cui origini si perdono ormai nei secoli. Intorno all’orario della Messa che generalmente inizia alle 10,30 tutti i moggionesi fanno a gara per entrare in Chiesa prima dell’inizio delle funzioni. Infatti, l’ultimo che varcherà la porta della Chiesa, sarà apostrofato come il “Befanone” e a fine Messa dovrà girare per le strade del paese con in mano una befana di paglia e verrà deriso bonariamente da tutti i compaesani. Poi la Befana in segno benaugurale verrà bruciata. Oggi è un rituale molto simbolico, fatto per divertirsi tutti insieme ma un tempo, come raccontano le storie di paese, gli scherzi fatti al Befanone erano molto pesanti e quest’ultimo era anche obbligato a pagare da bere a tutti!».

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