di Federica Andretta – Se il tempo, come spesso si dice, è tiranno e il suo trascorrere si rivela inesorabile tanto da agire su tutto ciò che tocca è vero anche che la sua scia ci lascia spesso affascinati. Un colore sbiadito, una scultura rovinata in qualche punto, un’opera architettonica completamente da rifare o un dipinto da restaurare sono solo alcuni esempi di come l’azione del tempo sia tesa ad invecchiare tutto ciò che incontra sulla sua scia; ma non è poi un dramma.
Infatti, tutto si può recuperare attraverso il restauro, riportando a nuova vita e a nuova luce opere di inestimabile valore, un valore che non ha prezzo. Un valore che diventa simbolo della nostra cultura e che ci porta a vedere il passato come qualcosa che va ad aggiungere un velo di mistero e di fascino attorno ad un oggetto nato molto prima di noi.
La nostra vallata, così come il nostro Paese, è ricca di arte e di cultura. Qui l’agire del tempo ha lasciato i propri segni, ma chi ha davvero saputo lasciarne uno è stato il restauratore che attraverso le proprie conoscenze e competenze sul campo è stato in grado di ridare vita a spazi e a capolavori importanti.
L’Oratorio della Madonna del Morbo (detta anche Chiesa della Madonna del Morbo) si trova al centro del borgo storico di Poppi davanti alla Chiesa di San Marco e di San Lorenzo. La chiesa fu realizzata tra il 1657 e gli inizi del ‘700 seguendo il progetto fornito dal medico di Poppi Francesco Folli in onore della Madonna che aveva protetto il popolo del paese da una peste scoppiata nelle zone vicine; nel periodo epidemie di peste che colpirono l’Italia e l’Europa, una di queste fu descritta anche da Alessandro Manzoni ne “I Promessi Sposi”. Folli è stato uno studioso, medico e filosofo di grande cultura nato da una famiglia nobile il 13 maggio 1624 e famoso per aver studiato metodi per la trasfusione di sangue. L’oratorio (come stabilisce il suo Statuto e come dimostra lo stemma del Comune di Poppi situato all’altezza del tamburo della cupola) è “di proprietà del popolo di Poppi” visto che venne realizzato dalla stessa popolazione che desiderava ringraziare la Madonna per averla salvata.
Da un punto di vista architettonico la struttura è sicuramente Rinascimentale, l’Oratorio ha infatti l’aspetto di un tempio secentesco ma a pianta esagonale caratterizzato da una cupola esterna a squame (a doppia crosta) con un lucernario ad anse e decorata internamente con un motivo a cielo stellato. La chiesa è chiusa esternamente su tre lati da un loggiato con colonne ad arco.
La cappella della chiesa assomiglia a quella di Pratolino all’interno del parco di Villa Demidoff, realizzata da Bernardo Buontalenti nel 1580. Ma chi ha inventato questa forma particolare di pianta esagonale, considerato che non sono presenti altri modelli in Casentino e che la forma più frequente per questo tipo di piante centrali è quella ottagonale? Il popolo di Poppi attribuisce quest’invenzione al Dottor Francesco Folli a seguito di una notazione presente nel diario di Piero Antonio Lapucci secondo cui “il disegno fu dato dal sig. Dottore Francesco Folli mio cugino e detto sig. dottore insieme con il sig. Annibale Rilli”. Tuttavia, non si sa chi abbia creato quest’opera architettonica, si sa solo che non è stato il Dottor Folli a realizzare un progetto architettonico così complesso ma forse un grande maestro dell’architettura Rinascimentale. Infatti, con molta probabilità il Dottore aveva trovato a Firenze i disegni della Cappella (datati intorno alla metà del ‘500) e li ha dati successivamente al popolo di Poppi.
Abbiamo parlato con il Presidente Franco Fani della Compagnia dell’Oratorio della Madonna Contro il Morbo riguardo gli attuali progetti di restauro così come di quelli passati. Come abbiamo detto, la chiesa è stata costruita dalla popolazione di Poppi come ringraziamento per essere scampata ad una pestilenza. Infatti, l’oratorio non è di nessuno ma appartiene alla popolazione che la gestisce attraverso l’omonima compagnia che è composta da 300 soci e il cui Consiglio si rinnova ogni cinque anni.
Quali sono stati gli interventi effettuati negli anni? «Ci sono stati vari interventi restaurativi prima dell’attuale restauro degli stucchi barocchi avvenuti da metà luglio a metà novembre di quest’anno. Nel 2023, infatti, è stato effettuato un restauro alla cupola interessata da infiltrazioni di acqua ma una volta montata l’impalcatura per l’esecuzione dei lavori, sono emersi alcuni problemi strutturali come il distacco dei costoloni in pietra che dal tamburo arrivano fino alla lanterna. La chiesa, come già descritto, presenta una pianta esagonale e da ogni lato partono dei costoloni che dal tamburo si ricollegano alla lanterna. Abbiamo anche ricostruito l’immagine Barocca della chiesa. Qualche anno fa venne ritrovata una tela datata 1664 realizzata dall’artista Lorenzo Lippi andata dispersa dal 1800 appartenente proprio alla Cappella di Poppi, opera che era depositata all’interno di un magazzino di Palazzo Pitti a Firenze. Una volta accertata la sua origine, abbiamo provveduto nel 2017/2018 a restaurarla e a ricollocarla sull’altare principale. Al centro della tela è presente una sorta di finestra che è coperta da un dipinto, olio su tavola, raffigurante l’immagine quattrocentesca della Madonna del Morbo. La tela presenta inoltre i tre santi Giuseppe, Antonio da Padova e Torello da Poppi con un lupo.
Abbiamo inoltre effettuato il restauro della volta interna. Al fine di completare il ritorno ad un’immagine Barocca della chiesa occorreva appunto il restauro degli stucchi dei tre altari, poiché in origine erano bianchi mentre invece nell’800 furono ricoperti di pittura grigia; questi angeli avevano pertanto perso anche l’espressività, dal momento che questa patina impediva di vederne la bellezza. Persino gli archi antistanti i tre altari erano stati dipinti di grigio. Una volta tolto il grigio, sono così venute fuori delle colonne in finto marmo; grazie al restauro gli angeli hanno assunto le espressioni che gli artisti avevano dato ed è stato riscoperto anche il colore originario azzurro dei soffitti che richiamava quello della volta della cupola della chiesa.
Tutto ciò è stato possibile con l’autorizzazione della Sovrintendenza di Siena, Firenze e Arezzo e grazie ai contributi del Comune di Poppi, della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, della Misericordia di Poppi, delle associazioni locali, degli imprenditori e dei cittadini che hanno sostenuto l’opera della Compagnia».
Quando si è tenuta la presentazione dei lavori di restauro? «Sabato 7 dicembre alle ore 17.00 e domenica 8 dicembre alle ore 10.45 sono stati illustrati i restauri degli Altari dell’Oratorio. Tale presentazione, avvenuta in due giornate, è stata preceduta, l’8 dicembre, dalla Santa Messa. Le restauratrici che hanno eseguito i lavori sono state Rossana Parigi, Kety Ghinassi e Valentina Ghiso; è intervenuto anche l’Architetto Ruggero Raggi che da alcuni anni segue la progettazione e la direzione dei lavori degli interventi».
Progetti per il futuro? «Dalla prossima primavera/estate la Compagnia intende rendere fruibile l’Oratorio attraverso visite guidate gratuite. Per ora è nell’aria l’idea di realizzare insieme al Comune di Poppi, alla Proloco di Poppi e alla Compagnia di San Torello (che supporta il parroco nella gestione della Badia di San Fedele) un programma di visite per i numerosi turisti italiani ed esteri che si recano a Poppi principalmente per visitare il Castello dei Conti Guidi ma che possono vedere, in modo più approfondito e gratuitamente, le opere che si trovano nelle chiese del centro storico. Avremo modo di parlare con gli altri interlocutori di questa proposta che sono certo troverà l’adesione di tutti».
Per saperne di più sulla Compagnia dell’Oratorio della Madonna Contro il Morbo di Poppi, potete seguire la pagina Facebook denominata Oratorio della Madonna contro il Morbo – Poppi.