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venerdì, 27 Dicembre 2024

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A Soci “Alì ha gli occhi azzurri”

di Umberto Rossi – Come primo film di dicembre, l’associazione Cinespazio propone “Alì ha gli occhi azzurri”, il film verrà proiettato mercoledì 4 dicembre dalle ore 21.30, al Cinema Itali di Soci (AR).
Nader ha sedici anni e una fidanzata italiana invisa ai genitori e alla legge islamica. Ma a lui, figlio della seconda generazione, non importa niente delle tradizioni, delle proibizioni, delle preghiere in Moschea, quello che desidera veramente lo prende subito, rapinando una drogheria, accoltellando un coetaneo, comprando una fedina e giurando eterno amore sulle note di Gigi d’Alessio. Condivide la sua boria, i suoi pochi anni e i tanti danni con Stefano, compagno di scuola e di ventura, mollato dalla fidanzatina e ostinato a riprendersela. Per amor proprio, non per amore. Rincasato ancora una volta dopo la mezzanotte, Nader viene lasciato fuori e invitato dalla madre a riflettere sulla sua condotta. Una notte che diventa giorno e giorni consumati tra la periferia e la città, lungo il Lido di Ostia, dentro la metropolitana, fuori sulla spiaggia, sfuggendo quattro rumeni incazzati a cui ha ferito il figlio, dipanando contraddizioni e chiedendo asilo tra le lacrime a un’innamorata che non sorride più.
Nader gli occhi li ha neri e nascosti dietro lenti azzurre che alterano lo sguardo in bilico tra due età e due culture, quella egiziana e quella italiana. Nader è figlio dei nuovi poveri, è il nuovo ragazzo di vita che abita le (stesse) periferie squallide che ridestano appetiti bestiali e ambizioni borghesi. Giovannesi, attraverso un film commosso e lirico tenuto saldamente al terreno da un piglio rigoroso e politico, svolge la vita di un ragazzo che riconosce i mostri che stanno anche dentro, dichiarando guerra a una parte di sé, rimandando (forse per sempre) un piatto di minestra e il ritorno al focolare domestico e genitoriale, incapace di nutrire correttamente il conflitto e di trasmettere la potenza generativa del desiderio. Nello sguardo di Giovannesi c’è l’orgoglio che il cinema sa dare ai suoi personaggi quando li sente veri e quando sa che il loro ruolo non si esaurisce dentro lo schermo, ma diventa necessario nel mondo che ricomincia dopo la fine del film.

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