di Francesco Benucci – “Aggiungi un posto a tavola che c’è un amico in più, se sposti un po’ la seggiola stai comodo anche tu, gli amici a questo servono, a stare in compagnia, sorridi al nuovo ospite, non farlo andare via, dividi il companatico, raddoppia l’allegria…”: nella parole del celebre ritornello il ritrovarsi intorno alla medesima tavola diventa, in controtendenza rispetto agli sfuggenti tempi odierni, un’occasione per conoscersi, per stare in compagnia, per prendersi del tempo, per curare i rapporti interpersonali con pazienza, attenzione e vicinanza. Suggerisce, ben oltre il solo ambito culinario, lo spunto per realizzare una precisa dimensione di vita, votata alla relazione e alla condivisione. Rappresenta, infine, un nuovo capitolo, inaspettato ed entusiasmante, nel percorso, professionale e umano, di Maurizio Rossi.
Ma procediamo con ordine e dal principio. Maurizio, classe 1982, trascorre infanzia e giovinezza a Stia, dove sviluppa una primigenia passione per la cucina e per tutto ciò che essa comporta, osservando le mani sapienti di nonna e mamma che preparano la sfoglia; e se il nostro, sin da piccolo, ha, in tutti i sensi, le mani in pasta, tuttavia, questa sua abilità resta sullo sfondo in un successivo iter, formativo e lavorativo, che lo conduce verso una meta diversa, quella di parrucchiere. In un grande salone di Bologna, ricopre innumerevoli mansioni, compresa quella di formatore, e si toglie tante soddisfazioni: diventa un punto di riferimento nella gestione del salone stesso, acquisisce autonomia, si guadagna stima e fiducia da parte dei clienti. Eppure, dopo 13 anni, prova un certo malessere, un po’ per l’accumulo di incarichi, un po’ per la sensazione di aver sperimentato quasi tutto, con il conseguente rischio di trovarsi intrappolato in una routine soffocante.
Così, Maurizio, lascia: 6 mesi di preavviso e, il 12 luglio 2023, addio lavoro con contratto a tempo indeterminato, benvenuto ad un futuro tutto da scrivere, senza nulla in mano, ma affidandosi alla sua, innata, capacità di rimboccarsi le maniche. Scelta coraggiosa e parimenti necessaria, corroborata da 6 mesi sabbatici, “di disintossicazione”, in cui in realtà il suo attivismo non viene meno: lo contattano dalla scuola per parrucchieri, gestita da CNA e Regione, per insegnare in ambiti quali gestione del cliente, comunicazione e tecniche di rivendita. La nuova esperienza, derivante dal credito guadagnato col precedente lavoro, inizia con 40 ore spalmate su 2 mesi e continua ancora oggi, con ottimi risultati, come testimonia l’allargamento della platea di studenti avendo avuto quest’anno anche una classe di estetiste.
Tuttavia, manca ancora quell’illuminazione che possa dare il via alla scrittura di un nuovo capitolo di vita. E poi, quasi all’improvviso, arriva: una discussione col compagno Marco su “Cesarine”, la più antica e diffusa rete di cuochi e cuoche di casa in Italia, fondata a Bologna nel 2004, diventa lo spunto per un’iscrizione, da parte dello stesso Marco e all’insaputa di Maurizio, alla menzionata piattaforma. E quando al nostro arriva la proposta di candidarsi, con la prospettiva di trasformare una passione innata in qualcosa di più, non se lo fa ripetere due volte e inizia un’escalation vertiginosa e inimmaginabile: effettua la selezione per diventare Cesarino inviando foto della casa e dei piatti, superata la prima scrematura frequenta un corso online di 30 ore con esame finale, tramite l’ASL, sulla gestione dei beni alimentari, invia l’attestato a Cesarine, gli aprono il profilo sul portale del sodalizio, profilo che poi lui provvede ad arricchire con presentazione e creazione di esperienze, le stesse Cesarine si recano in casa sua per sperimentarne la cucina e restano entusiaste.
Questi step sono solo il prologo per l’inizio di un’avventura che gli ha felicemente stravolto la vita e i cui tasselli sono le numerose persone che, grazie al fondamentale tramite della community (presente altresì nel ventaglio di offerte di alcuni hotel), si recano a casa sua per condividere esperienze inerenti alla cucina e allo stare insieme. E le opzioni tra cui scegliere, offerte dal Cesarino casentinese, non mancano, sempre comprensive di alcuni passaggi come preparare insieme i piatti, apparecchiare insieme, mangiare insieme: si va dalla cooking class (una ricetta di antipasto, pasta e dolce oppure due tipi di pasta e il tiramisù o ancora tre tipi di pasta), al tour del mercato (per comprare insieme gli ingredienti che saranno utilizzati in seguito) con successiva cooking class; dalla cooking demo, per cui gli ospiti non cucinano in toto, fanno solo un passaggio tipo tagliare le tagliatelle, in una sorta di assaggio di cooking class, fino al format “seratine”, un’esperienza di aperitivo, a basso costo, indirizzata soprattutto agli italiani, con calice di vino e un piatto molto semplice, una tipologia conviviale, che mette intorno alla tavola dei “perfetti sconosciuti”, che ha avuto grande successo e che è risultata particolarmente adatta proprio per Maurizio, tanto che, in virtù della sua predisposizione a lavorare col pubblico e a creare il giusto clima, la piattaforma ha dirottato su di lui molti clienti.
A proposito di clienti, quanti ne sono passati dalla sua porta di casa! In primis (circa l’80%) stranieri: americani, australiani, ma non solo, il nostro ha avuto ospiti da ogni angolo del globo, tutti con il desiderio di fare esperienza di cucina casalinga italiana. E i connazionali? Non sono mancati, soprattutto nelle serate dedicate all’aperitivo, più concentrati sulla ricetta, sull’aspetto prettamente culinario. Nel novero dei commensali figurano persino nomi noti: il sindaco di Bologna Lepore, il noto critico gastronomico Luca Cesari, la cuoca, scrittrice e conduttrice Benedetta Rossi. D’altronde, come resistere (e per chi, giustamente, non resiste, vi raccomando di seguire il_cesarino_maurizio sulla sua pagina instagram) alla possibilità di cucinare, sotto la sua guida, e poi mangiare prelibatezze che vanno da un ricettario emiliano-bolognese, più su misura per la clientela straniera, ad una cucina tosco-romagnola e altresì romana, più indirizzata agli italiani: ravioli, tortelloni, tortellini, tagliatelle, lasagne e chi più ne ha più ne metta.
Al contempo, pur ormai felsineo di adozione, può il nostro dimenticare le radici valligiane? No di certo! Ecco allora i tortelli alla lastra che hanno fatto furore in occasione delle “seratine”, l’acquacotta alla casentinese con funghi porcini, i tortelli classici sempre alla casentinese. Acquolina in bocca a parte, però, come avrete capito, l’esperienza intorno alla tavola di Maurizio va ben oltre l’aspetto solo gustativo o unicamente quantitativo, con i numeri esaltanti che premiano un salto nel buio diventato, da subito, luminoso: è un tour conoscitivo pazzesco, è un coacervo di legami e amicizie impensabili, è girare il mondo a chilometro zero, è un messaggio dall’altro capo del pianeta con la foto di un tuo piatto replicato a latitudini esotiche, è una rinascita, è una novità giornaliera che ti lascia qualcosa, è un luogo, dell’anima e del cuore, dove aggiungere un posto a tavola diventa un ideale e bellissimo manifesto di vita.