di Giuseppe Attanasio – L’agopuntura, principale strumento della Medicina Tradizionale Cinese (MTC), non si applica in forma esclusiva alle patologie fisiche, pur essendo il trattamento del dolore più utilizzato in Occidente. Nei testi antichi, spesso ermetici alla cultura occidentale, si scrive che il trattamento debba avvenire prendendo in considerazione l’indissolubilità dell’unità mente-corpo, di conseguenza la rappresentazione della psiche, collocata per la MTC in ognuno dei nostri organi, con le dovute differenze. Il modello è quello di una carta geografica della dimensione interiore, le cui linee sono rappresentati dai meridiani e i cui porti dai singoli punti di agopuntura.
Nel Su Wen si legge: “Quando trattate siate come colui che spinge il suo sguardo in fondo all’abisso…”. L’individuo è composto di atomi e molecole, ma anche di campi elettromagnetici e vibrazioni, le cui alterazioni determinano la malattia. Così l’agopuntura deve essere come un vestito che si adatta alla persona in base alle alterazioni energetiche, espresse dai sintomi, fisici e mentali; il medico prenderà in considerazione l’insieme e non il singolo sintomo. La psiche, secondo la MTC taoista, è intimamente collegata alla capacità di aderire alla sua esistenza. Questa per essere in sintonia deve essere come un nuotatore che non impone il suo ritmo alle correnti, piuttosto che si lascia andare a queste seguendone il flusso ed i cambiamenti. Questo spirito che guida viene chiamato Shen, il quale si radica nel cuore e come un Maestro infonde una consapevolezza psichica ad ogni organo.
Lo Shen forma l’esperienza emotiva, che poi viene depositata nel cervello; ne permette il mutamento perenne per non essere mai uguale a se stesso, arricchendosi nella trasformazione. Non governa in solitudine, per farlo utilizza la forma energetica di cinque organi e ad ognuno di questi corrisponde una dimensione emotiva, chiamata dei “cinque voleri”, in cui ogni volere è la tensione interna dell’organo.
Così per il Rene (Kong), la cui tensione è rappresentata dalla paura, se questa diventa cronica ed eccessiva va ad influenzare il Cuore, colpendo lo Shen (il Maestro). Il segno fisico è rappresentato dalla “rottura degli argini delle acque” con poliuria e pollachiuria (eccesso e frequenza di urina), incontinenza o enuresi-nicturia nel bambino. Nella testa si ha “perdita”, quindi cadono i capelli e i denti. Nel cuore si avranno palpitazioni, ci sarà anche insonnia, tremori ed alterazione delle emozioni.
L’organo Polmone (Bei) ha in se la tensione verso la tristezza, che può provenire da un lutto o da una separazione. Se questa perdura ferisce il Cuore e si avventa sul Fegato, che è colui che guida la macchina del nostro futuro e delle speranze, realizzando i sogni con ben programmate strategie.
Nel Fegato (Hun) vi è la tensione alla collera, alla sfida continua. Se la rabbia prevale nella nostra mente, si può avere annebbiamento del cervello ed offuscamento della logica e della capacità di costruire, con somatizzazioni tra le più varie, tra le quali spiccano i dolori muscolo-tendinei e le tensioni muscolari.
Nella Milza-Pancreas (SI) si assiste alle tensioni che portano al pensiero ossessivo che si può impantanare nella prigione della mente. Il pensiero si annoda, necessita di rituali per arrivare alla sua essenza perduta, ma non vi arriva e somatizza: catarri cronici, cisti, tumori, preoccupazione per ogni piccola cosa. Il Cuore (XI) tende all’eccitazione fino alla follia. L’eccesso può portare a risate futili e forzature di gioia perenne, smorfie sarcastiche, linguaggio senza logica.
Questa premessa teorica, se volete ermetica e comunque “diversa” dal mondo scientifico occidentale, serve per comprendere meglio come può agire l’agopuntura sull’individuo, oltre che sulla malattia. La stimolazione ad esempio del punto della rabbia (provate a premere con un dito il punto sotto e leggermente avanti al malleolo esterno), potrebbe in poco tempo mitigare la rabbia patologica e trasformarla in capacità creativa. Non è poco!
Lo stesso può avvenire dopo un lutto o una separazione, quando prevale la tristezza, la pressione o la puntura del punto posto sotto la clavicola (estremità acromiale, cioè all’estremo esterno), potrebbe aiutare a metabolizzare l’accaduto in tempi più brevi.
Dott. GIUSEPPE ATTANASIO Medico di medicina generale e della medicina integrata. Specialista in psicoterapia cognitivo-comportamentale costruttivista orientata ai sistemi complessi