di Francesco Benucci – Nella vita c’è chi corre, in ossequio ai ritmi frenetici imposti dalla realtà odierna; c’è chi invece lo scorrere del tempo lo fa “decantare”, soffermandosi ad ogni tappa; c’è chi impiega le proprie giornate viaggiando in un mondo mai così cosmopolita; e c’è chi preferisce valorizzare il borgo natio e i legami peculiari che in esso hanno luogo. E poi c’è anche chi, questo tragitto, lo percorre sulle due ruote della bicicletta, con un passo e uno stile esistenziale diverso dagli altri e al contempo unico, modificando l’andatura a seconda del contesto.
È il caso del lonnanino Alessandro Sereni, il quale, sulle ali della passione per il ciclismo, ora corre, ora si sofferma, ora viaggia, ora rinsalda il legame con le proprie radici, tutto rigorosamente, o quasi, una pedalata alla volta. Ma procediamo con ordine, iniziando dal principio: l’amore del nostro per le due ruote ricalca le orme paterne e viene incentivato dall’adolescenza trascorsa nella frazione di Lonnano (Pratovecchio), a un passo dalla cornice del Parco nazionale delle Foreste casentinesi.
La mountain bike diventa così un tramite naturale per vivere appieno la suddetta realtà e, sempre con l’incondizionato appoggio familiare, diventa col trascorrere degli anni uno stimolo per misurarsi anche in altri ambiti: così, nel 2013, si cimenta nel ramo agonistico col Gruppo Sportivo Avis Pratovecchio, nelle categorie esordienti e allievi; nel 2015, a 17 anni, si presenta una grande opportunità, dato che la squadra Cicli Taddei seleziona i migliori prospetti toscani e tra questi figura anche il virgulto casentinese, inizia pertanto un legame che, in ruoli via via diversi, dura fino ad oggi; la prima “tappa” del menzionato legame è la partecipazione ad alcune competizioni internazionali mentre uno spartiacque importante si colloca tra il 2017 e il 2018 quando l’ingresso nel mondo del lavoro porta Alessandro a scegliere la categoria amatoriale (dando al contempo un supporto logistico ai professionisti e viaggiando molto al loro seguito) così da conciliare la passione per le due ruote e un’occupazione che dalla suddetta passione discende direttamente, essendo impiegato nel negozio del team, dove vende i prodotti di uno dei marchi leader in Italia del settore in oggetto.
E anche in questa nuova dimensione non mancano, in un connubio estremamente stimolante, sacrifici, esperienze inedite e notevoli soddisfazioni: i sacrifici sono dettati dalla necessità di ritagliarsi spazi di tempo per allenarsi, un’ora e mezzo al giorno e una più ampia disponibilità nei fine settimana (quando rientra, se possibile, nell’amata Lonnano), ma tali sacrifici sono “temperati” sia dall’esperienza, che gli consente di ottenere i risultati desiderati con meno addestramento di altri, sia da un amore per la bicicletta che si alimenta attraverso la dedizione e la costanza; le esperienze inedite sono stimolate dal trasferimento a Santa Croce sull’Arno, dove si trova il negozio in cui svolge la professione e dove ha sperimentato, in una realtà più cittadina, la bici da strada, andando così a sommarla alla “più casentinese” mountain bike; e le soddisfazioni, come accennato in precedenza, non mancano, in primis quelle figlie del cimentarsi nel ciclocross, specialità, prossimamente olimpica, praticata nella stagione invernale, a partire dagli anni ’80, dagli stradisti, per mantenere l’allenamento altresì su percorsi impervi, richiedente pertanto una tecnica stile mountain bike.
Alessandro “incontra” questo tipo di attività nel 2015 ma raggiunge l’apice successivamente, partecipando a tre campionati italiani, nel 2020, nel 2021 e nel 2023, e ottenendo piazzamenti a dir poco illustri: due secondi e un terzo posto! Proprio al termine dell’ultimo campionato italiano il nostro matura una scelta che potrebbe rivelarsi decisiva nel suo percorso su due ruote e, modificando la bici ad hoc, decide di provare il gravel che risulterà essere la perfetta summa di tutte le sue precedenti esperienze, trattandosi di una disciplina particolarmente adatta per percorrere strade sterrate ma capace al contempo di garantire ottime prestazioni anche su superfici veloci. Un ibrido, in sostanza, che si è rivelato vincente da subito, sia in termini di entusiasmo che di prestazioni; in particolare, la partecipazione a una gara tenutasi in Sardegna, a Orosei, valevole per la qualificazione ai Campionati del mondo di ciclismo gravel ha segnato una svolta: infatti Alessandro, vincendo la sua categoria, cioè elite/master (che include la fascia dai 19 ai 34 anni), e piazzandosi ottavo assoluto, ha conseguito l’invito ufficiale per la manifestazione iridata che si sarebbe svolta nel mese di ottobre a Leuven, in Belgio!
Quasi scontato aggiungere che, quella in terra fiamminga, è stata un’esperienza fantastica, da brividi, sia per i risultati ottenuti, alla luce del 34° posto su 520 partecipanti nella sua categoria (terzo italiano, nella medesima categoria, nonostante un percorso di 180 km con un dislivello, 1600 m, inferiore rispetto a quanto ci ha abituato la nostra penisola), sia per le sensazioni provate: in un Paese dove il ciclismo è vissuto come il calcio entro i confini tricolori, pedalare nel centro cittadino tra due ali di folla traboccanti di entusiasmo, in un mix di famiglie con bambini al seguito, esultanze e incitamenti, è per un amatore un’istantanea da fissare nell’album dei ricordi più belli.
Ed è pure una conferma di un movimento in costante crescita, come testimoniano in modo inequivocabile i numeri dei tre mondiali fin qui disputati: 500 iscritti nella prima edizione tenutasi in Italia, 1300 nella seconda, allestita sempre al di qua delle Alpi, e ben 2600 nell’evento da poco conclusosi. Di questa crescita vuole continuare a far parte Alessandro, pure in virtù di un ridimensionamento logistico dell’azienda che dovrebbe portare a un minor numero di viaggi, consentendogli così di ritagliarsi maggiori margini di allenamento.
Alessandro Sereni: la mia vita su due ruoteEcco perché, dopo aver partecipato anche al Campionato d’Europa Gravel sull’Altopiano di Asiago, l’obiettivo del 2025 è quello di dedicare anima e corpo a una passione, nascente ma che al contempo viene da lontano, mettendo a frutto quanto appreso e vissuto nel corso degli anni, una passione da portare avanti con entusiasmo e convinzione, un incastro ideale che pare la cornice migliore in cui dipingere e realizzare una dimensione da vivere con andature di tappa in tappa differenti, una pedalata alla volta e, sempre, immancabilmente, su due ruote.