di Marco Roselli – Il periodo estivo è un tempo in cui campagne e orti familiari richiedono lavoro e manutenzione ma è bene che il piacere di godere dei frutti della terra resti tale, così come la fruizione di un bel giardino. E’ quindi fondamentale uscire da una visione bucolica delle attività agricole rimandando gli aspetti contemplativi a dopo che i lavori sono stati effettuati. Non esiste attività umana priva di rischi, tanto è vero che anche mentre sto scrivendo questo articolo rammento la data della visita medica che avrò a fine luglio per l’esposizione al videoterminale.
Come dicevo, il lavoro in campagna è una pratica rigenerante, ma le operazioni devono essere effettuate in sicurezza per evitare che una bella giornata di agosto si trasformi in un incubo e sono soprattutto gli hobbisti ad essere i più esposti ai pericoli. Sono passati circa 13 anni da quando partecipai come divulgatore ad una serie di riunioni a livello provinciale, appositamente preparate per chi non fa dell’agricoltura o della manutenzione del verde il proprio mestiere.
Purtroppo, in quell’estate, in una vallata della nostra provincia ci furono ben tre decessi da ribaltamento della trattrice ed erano tutti agricoltori amatoriali. Le imprese agricole professionali sono tutte in regola da molti anni anche grazie ad un intenso lavoro di prevenzione da parte degli Enti pubblici e delle Organizzazioni Professionali del settore. E’ pur vero che il confine tra lavoro hobbistico e integrazione del reddito familiare attraverso la coltivazione del fondo è una questione di lana caprina, ma proprio per questo non sono mai troppe le raccomandazioni per chi si dedica ad attività agricole, soprattutto verso coloro che lo fanno per divertimento e svago. Questo articolo si rivolge, pertanto, a chi ha poca continuità con macchine e attrezzature ed effettua attività pratiche saltuarie. Le attrezzature di cui trattasi sono soggette a obbligo formativo ma non c’è corso sufficiente se non si tiene a mente che i pericoli sono sempre presenti.
La trattrice agricola si può ribaltare Il territorio provinciale è ricco di colline e montagne con vere pianure solamente in Val di Chiana, in Valtiberina e nel Valdarno. In Casentino, appena usciti dalle zone alluvionali attorno ai fiumi principali si inizia a salire. Fermo restando che tutte le attrezzature devono essere in regola con le norme comunitarie e quindi provviste di marcatura CE (oppure adeguate alle norme di cui trattasi) ricordiamo quali sono i principali fattori di rischio per la trattrice agricola in terreni scoscesi.
Rischio ribaltamento Il pericolo di ribaltamento trasversale può manifestarsi con maggiore frequenza quando:
- si lavora in terreni con eccessiva pendenza o asperità;
- si effettuano manovre brusche anche in condizioni difficoltose (terreni fangosi);
- si verifica un cedimento del terreno, soprattutto in vicinanza delle banchine stradali o fossi;
- si verifica uno sbilanciamento del carico o delle attrezzature portate per il loro non corretto collegamento;
- si affrontano curve a velocità troppo elevate;
- si trasportano carichi oscillanti. Sicuramente la causa più diffusa di ribaltamento del trattore è quella relativa al suo utilizzo in ambienti in pendenza.
In tali condizioni può accadere che la forza peso del trattore fuoriesca dall’area d’appoggio determinando il ribaltamento. Nel disegno che segue si possono valutare le forze in gioco quando il trattore è trasversale alla linea di massima pendenza. In pratica, si stima che trattori a quattro ruote motrici possano sopportare una pendenza (i massima) pari al 30 – 35 %, che corrisponde a un angolo di 16,7° – 19,3°, mentre trattori a cingoli possono teoricamente raggiungere una pendenza del 50 – 55 % pari a un angolo di 26,5° – 28,8°. I valori sono tuttavia indicativi e possono cambiare facilmente con rimorchio carico e oscillante (legna, materiale vario) e terreno bagnato.
Come si evita il ribaltamento Il rischio da ribaltamento con tutte le conseguenze suddette è praticamente annullato se si ha una trattrice cabinata o dotata di un arco di protezione e si hanno cinture di sicurezza allacciate. Purtroppo le trattrici non cabinate hanno spesso l’arco di protezione abbassato e questa è una grave sottovalutazione del problema.
Il giunto cardanico non perdona! Un albero che gira a 540 giri/minuto compie ben 9 giri in un secondo, che diventano 17 se la presa di forza ruota a 1.000 giri/min. Con il motore al minimo, che gira di norma a un quarto del regime massimo, in un secondo l’albero compie da 2 a 4 giri completi. In tale situazione un oggetto che rimanga impigliato viene trascinato in rotazione in un tempo variabile fra 12 e 25 centesimi di secondo: un intervallo troppo breve per reagire!
Come si evita il rischio di trascinamento L’albero cardanico deve essere dotato di una protezione che superi di 5 cm le crociere; la parte che rimane scoperta deve essere protetta alle prese d’uscita del trattore e all’ingresso della macchina operatrice; le cuffie e ogni parte indipendente della protezione, devono essere dotate di catenelle, per evitarne la rotazione. Gli alberi devono essere sottoposti a regolare manutenzione.
Fitofarmaci A Paracelso, il medico, alchimista e astrologo svizzero, vissuto tra il 1493 e il 1541, viene attribuita una frase celebre molto famosa: “Omnia venenum sunt, nec sine veneno quicquam existit. Dosis sola facit, ut venenum non fit” che vorrebbe significare: “Tutte le cose sono un veleno e non esiste nulla che sia senza veleno. Solo la dose fa che una sostanza non è un veleno.” Quello che intendiamo portare all’attenzione per mezzo di questa frase è che ogni prodotto che venga impiegato per la protezione delle piante ha una sua tossicità, sia che provenga da sintesi chimica che da preparati di origine naturale, infatti, anche lo zolfo elementare è un prodotto di origine naturale, ma meglio non respirarlo. Certamente la tossicità può essere più acuta nei prodotti di sintesi, tuttavia, in ogni caso, è bene prendere sempre delle precauzioni.
Il termine “pesticida” indica sia i “prodotti fitosanitari” sia i “biocidi”. I prodotti fitosanitari (PF), spesso definiti pesticidi, sono usati principalmente in agricoltura per proteggere le colture e impedire che vengano distrutte da malattie e infestazioni. I biocidi non sono usati in agricoltura, ma impiegati per debellare organismi nocivi e portatori di malattie quali insetti (es. zanzare), ratti e topi. I termini “pesticidi”, “presidi sanitari”, “fitofarmaci”, “antiparassitari”, “agrofarmaci”, comunemente utilizzati sono inappropriati.
Qualche anno fa la legislazione ha provveduto a fare una distinzione tra prodotti ad uso professionale (soggetti a “patentino”) e prodotti ad uso non professionale, di libero acquisto. E’ vero che la legislazione ha spinto l’industria a ricercare principi attivi sempre più sostenibili, ma anche in questo caso spesso sono gli usi hobbistici, magari in giardino, ad essere quelli più soggetti a fastidi se non addirittura a intossicazioni.
C’è anche da ricordare che con le temperature elevate la miscela che si distribuisce è estremamente volatile e fine, le molecole sono molto attive e quindi maggiormente penetranti a livello respiratorio e dermale. Per detti motivi è fondamentale la protezione delle vie respiratorie e della pelle; le agrarie più fornite hanno in vendita i dispositivi di protezione più adatti allo scopo.
I corsi per i patentini dei prodotti fitosanitari I corsi per i patentini sono soldi spesi molto bene, soprattutto per gli hobbisti, non tanto o non solo per la possibilità di acquisire i prodotti, ma per la mole di informazioni utili sulle malattie delle piante e la loro cura e per le spiegazioni circa le caratteristiche fitosanitarie dei vari formulati, sia quelli ammessi in agricoltura biologica che quelli per l’agricoltura integrata. Se l’agenzia formativa ha agronomi esperti si tratta di un ottimo investimento finalizzato a impiegare consapevolmente solo ciò che serve, evitando di esporre se stessi e gli altri, specie nei giardini.
Buona (e sicura) estate in campagna a tutti!