di Ilaria Borgnoli – A rischio chiusura la caserma dei Vigili del Fuoco di Bibbiena. In pericolo la salvaguardia del territorio e la sicurezza dei cittadini. Non tutti sanno che lo scorso 20 gennaio il distaccamento dei Vigili del Fuoco di Bibbiena su decisione del dirigente provinciale è rimasto chiuso per un’intera notte. Le motivazioni contingenti che hanno portato al verificarsi di questo episodio sono state la rottura delle caldaie ed il carburante terminato.
Ma dietro questo “atto estremo” ci sono delle cause più profonde, che hanno spinto i pompieri che operano in Casentino a denunciare la situazione di emergenza in cui da tempo versano i Vigili del Fuoco di tutta la Toscana ed in particolare della provincia di Arezzo, condizione che si è ulteriormente aggravata a seguito della spending review attuata dall’ultimo governo Monti. Il 28 gennaio anche i pompieri aretini attraverso un comunicato sottoscritto dalle proprie rappresentanze sindacali (CGIL, UIL, USB, CONAPO) hanno lanciato un grido di allarme dichiarando di non riuscire più a pagare gas, corrente elettrica e perfino il gasolio per i mezzi di soccorso, alcuni dei quali sarebbero già fermi, fatto che ci è stato confermato dai Vigili del Fuoco di Bibbiena.
Nel comunicato si legge: “Il rifornimento è razionato, le cisterne sono vuote e non ci sono fondi per la manutenzione né degli automezzi né delle sedi di servizio”.
Tutto ciò innesca un circolo vizioso: in mancanza di soldi non vengono acquistati nuovi mezzi, quelli esistenti sono sempre più usurati, necessitano di maggiore manutenzione e quindi costano di più. All’indomani della chiusura provvisoria del distaccamento casentinese i rappresentanti sindacali di CGIL, UIL, USB, CONAPO facendosi portavoce del disappunto dei Vigili del Fuoco di Bibbiena hanno segnalato quanto accaduto al sindaco Bernardini, al presidente dell’Unione dei Comuni Santini e al consigliere Regionale Ceccarelli affinché si facciano carico, ognuno per quanto gli compete, della grave condizione del comando dato che, dal loro punto di vista “tale situazione doveva essere risolta senza arrivare alla chiusura di un presidio, pur temporanea”. Abbiamo incontrato alcuni rappresentanti dei sindacati per approfondire l’argomento in quanto come cittadini del Casentino non accettiamo che si possa ipotizzare la chiusura del distaccamento di Bibbiena, fatto che metterebbe a rischio la nostra incolumità salvaguardata egregiamente fino ad oggi dal dispositivo di soccorso garantito dalla squadra dei Vigili del Fuoco permanenti di Bibbiena in collaborazione con il distaccamento dei volontari di Pratovecchio. Illustrandoci l’organizzazione dei vigili a livello provinciale infatti i rappresentanti sindacali ci hanno spiegato come in Casentino viga il miglior servizio di soccorso di tutta la provincia grazie alla presenza di un distaccamento permanente di 5 vigili h24 che collabora ottimamente con quello dei volontari (circa 20 persone) che riesce sempre ad avere una squadra formata garantendo un prezioso ausilio. È un’organizzazione migliore rispetto ad esempio alla Valdichiana in cui c’è solo il distaccamento di Cortona con 5 persone permanenti e dove, se accadono episodi gravi, si interviene in supporto dalla provincia di Perugia oppure da Arezzo allungando di molto i tempi di intervento. Nella nostra vallata i volontari oltre ad essere un supporto per il presidio permanente, riescono a gestire in maniera autonoma quasi tutti gli interventi ordinari nei comuni di Pratovecchio-Stia, ma sarebbe impensabile credere che possano svolgere una funzione di supplenza rispetto alla squadra di vigili permanenti sia perché il distaccamento di Pratovecchio è decentrato per poter garantire dei tempi di intervento congrui su tutto il territorio del Casentino, sia per i tempi di allertamento in relazione alla vastità del territorio presidiato. Infatti il volontario è una persona che svolge nella vita privata un’altra attività, questo implica che nel momento in cui viene contattato ci sia un tempo di allertamento, un tempo in cui deve giungere in caserma, indossare i necessari dispositivi di protezione, si deve poi formare la squadra minima di 5 persone e solo a questo punto parte l’attività di soccorso. Ma perché se il soccorso in Casentino è il più efficiente della provincia proprio la caserma di Bibbiena è a rischio chiusura? Come al solito i numeri non giocano a nostro vantaggio. L’organizzazione nella provincia di Arezzo, in cui in totale si fanno circa 5000/6000 interventi l’anno, è così articolata: la città di Arezzo dispone di una squadra di 5 vigili permanenti h24 operativi (più i mezzi speciali autoscala, autobotte, autogru etc..) e del Nucleo Elicotteri; in Valdarno, Valdichiana e Casentino (le tre vallate più grandi) ci sono tre distaccamenti permanenti (con una squadra di 5 persone h24 ciascuno) di cui uno è a Bibbiena, uno a Cortona ed uno a Montevarchi. Poi ci sono due distaccamenti volontari: Sansepolcro e Pratovecchio il cui intervento è fatto su chiamata con dispositivi cerca persone via radio. Il distaccamento di Bibbiena effettua circa 550 interventi all’anno, per cui un numero inferiore rispetto ad altre zone: Montevarchi ha un bacino di utenza molto ampio (1000/1100 interventi all’anno), Cortona si pone a metà strada fra le due. Facendo un rapido conto Bibbiena effettua il 10% degli interventi dell’intera provincia, numero ritenuto basso rispetto alla totalità di quelli svolti. Allo stesso tempo però va preso atto che un numero tale di interventi non potrebbe mai essere garantito da un distaccamento di soli volontari, per di più in posizione decentrata, e non ha senso neanche pensare a dei presidi misti solo per ridurre i costi, organizzazione che per esperienza personale degli stessi vigili non funziona.
Il Casentino non può e non deve essere privato di un servizio primario così fondamentale perché, solo per il fatto di essere in inferiorità numerica, non siamo cittadini di serie B rispetto a quelli delle grandi città: come loro paghiamo le tasse e come loro abbiamo il diritto alla tutela del territorio (che in quanto montano a maggior ragione va salvaguardato) e della nostra sicurezza. La situazione però adesso è drammatica: un imprevisto potrebbe mettere il sistema dei Vigili del Fuoco in grado di non poter rispondere alle esigenze del soccorso che richiedono efficienza nei mezzi, negli standard degli operatori e nelle attrezzature.
Siamo in presenza, per quanto riguarda il Comando di Arezzo, di un debito pregresso di alcune decine di migliaia di euro (soprattutto sui carburanti e con le officine per la riparazione dei mezzi) tale per cui si rischia che i dirigenti possano essere chiamati a pagare in prima persona qualora l’amministrazione pubblica non riesca più a coprire le spese. Ma il comandante, che è un dirigente dello Stato, non può e non intende pagare in prima persona per spese per le quali non esiste una copertura finanziaria. Questo si ripercuote soprattutto sugli acquisti di carburanti (gasolio, benzina, gpl), beni di prima necessità, e sulla manutenzione ordinaria dei mezzi. Dopo i comunicati dei sindacati e l’impegno del comandante è arrivata una piccola cifra, un anticipo sul semestre con cui si è riusciti a coprire solo i bisogni immediati: gpl, carburante e riscaldamento per il distaccamento di Cortona e per il Nucleo Elicotteri e ad effettuare le riparazioni primarie per Bibbiena.
Ma quali solo le prospettive per il futuro se i pochi soldi che potrebbero arrivare sono sufficienti a malapena a tamponare i bisogni imminenti e a coprire una piccola parte dei debiti pregressi?
Non vorremmo che la chiusura temporanea del distaccamento di Bibbiena abbia rappresentato una prova tecnica per capire se il Casentino possa fare a meno di un presidio permanente, ma al contrario ci auguriamo che sia stato un modo per accendere i riflettori su una realtà difficile proprio per evitare che si materializzi l’ipotesi peggiore: la definitiva chiusura del presidio. Tra le conseguenze della mancanza di finanziamenti vi è anche la riduzione dell’operato in caso di calamità gravi come il terremoto. Questo si è toccato con mano già con il recente sisma in Emilia; durante i soccorsi si sono avuti problemi con l’approvvigionamento dei materiali, sono stati i terremotati stessi a procurarli per permettere ai pompieri di portare avanti il loro lavoro. Oltre a ciò non ci si può dimenticare del fatto che i Vigili del Fuoco non abbiano ancora riscosso gli arretrati delle indennità accessorie concordate a livello nazionale per gli interventi svolti in trasferta come appunto nel caso del terremoto in Emilia, del disastro della Concordia, o ancora per le recenti alluvioni in Toscana e Liguria. A livello nazionale dei 2 miliardi di stanziamenti annui ne sono stati tagliati 30 milioni: tagli del 65% al capitolo relativo alla gestione dei mezzi e della telefonia e del 78% per il riscaldamento. Non tutti sanno che il numero 115 gratuito per i cittadini ha un costo non indifferente per i Vigili del Fuoco per il quale pagano una bolletta con tanto di IVA!
A questa situazione finanziaria precaria si aggiunge un altro dato: per circa 870 vigili andati in pensione nel 2011 ne sono stati assunti dopo 2 anni 136 perché, sempre nell’ottica del risparmio, il blocco del turnover prevedeva un ricambio del 20% del personale andato in pensione, percentuale innalzatasi soltanto al 50% nell’anno corrente. Tutto ciò porterà dal 2013 alla riduzione del personale, già oggi al di sotto di 4.000 unità. La mancanza di ricambio generazionale, unitamente alla possibilità di accedere ai concorsi estesa all’età di 31 anni ha causato inoltre un graduale innalzamento dell’età media dei vigili del fuoco rimasti in servizio che ha raggiunto i 45 anni.
Per quanto riguarda la Toscana ed in particolare il Casentino come sta rispondendo la politica? Le figure istituzionali chiamate in causa sono tutte intervenute con dichiarazioni a sostegno di questa categoria. I pompieri lo apprezzano ma sanno che questo non può bastare.
Una mozione “In merito all’organizzazione dei Vigili del fuoco in Provincia di Arezzo” verrà discussa in Consiglio Regionale. La mozione impegna la giunta, tra le altre cose, a “verificare, a tutela della popolazione interessata, la fondatezza dell’ipotesi organizzativa che vedrebbe depotenziare o spostare la squadra di Bibbiena, o parte di essa, in altra sede al di fuori del territorio casentinese” sottolineando che “il dispositivo di soccorso casentinese può rappresentare, pur in una prospettiva di miglioramento, un modello di organizzazione, in termini di efficacia ed integrazione, in grado di rispondere all’emergenze in ambito provinciale”.
Aspettiamo di vedere che cosa accadrà, sperando che quanto prima arrivino i fondi necessari non solo per scongiurare la chiusura del distaccamento di Bibbiena, ma per permettere ai Vigili dell’intera provincia di operare avendo a disposizione tutti gli elementi che occorrono (in primis rifornimenti e manutenzione sia delle sedi che dei mezzi) per poter svolgere al meglio il loro prezioso lavoro.
(tratto da CASENTINO2000 – nr. 233, aprile 2013)
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