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giovedì, 21 Novembre 2024

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Anche gli amministratori hanno il loro «bonus»

Tempo di guerra, di crisi, di prezzi che vanno alle stelle, di conti che, già sballati per la pandemia, con il caos dei costi dell’energia risultano assolutamente impossibili. In questo tempo, che sembra averci infilato in un tunnel da cui non si riesce a venire fuori, la parola “bonus” è diventata un termine comune. Il “bonus” è quell’aiutino che prima è servito per le vacanze, poi per lo psicologo, poi per gli abbonamenti ai trasporti… poi…. Poi si rischia davvero di perderci la testa consapevoli di quanto, purtroppo, si sia stati incapaci di assumere decisioni chiare e coraggiose in grado di dare sostegni più concreti che vedessero un aumento permanente del potere di acquisto dei salari con la possibilità per un numero maggiore di famiglie di provare a fare fronte alle spese impazzite di questo periodo.

Così è andata e sta andando e quindi a qualcuno potrà non sembrare strano che un “bonus” sia stato previsto anche per gli amministratori locali, un “bonus” molto particolare, che noi chiamiamo così… tanto per capirci. Dobbiamo tornare al dicembre dello scorso anno e alla Legge 234/2021, la legge di bilancio per il 2022, che ha, tra le altre norme, previsto anche un adeguamento delle indennità prima ricordate. «[…] l’indennità di funzione dei sindaci metropolitani e dei sindaci dei comuni ubicati nelle regioni a statuto ordinario è parametrata al trattamento economico complessivo dei presidenti delle regioni […] in relazione alla popolazione risultante dall’ultimo censimento ufficiale […]».

L’aumento tiene in considerazione anche le funzioni ricoperte dal comune. Ovvero se si tratta di città metropolitana, capoluogo di regione o di provincia. Così mentre l’indennità dei sindaci metropolitani è integralmente equiparata a quella dei presidenti di regione (13.800 euro lordi al mese), l’indennità attribuita ai sindaci di capoluoghi di regione è pari all’80% per poi scendere fino al 16% dei primi cittadini di comuni fino a tremila abitanti. Nella tabella che presentiamo nella pagina seguente è possibile avere subito un’idea di quanto e dove le decisioni assunte nella legge di bilancio vadano maggiormente ad incidere, da ricordare a questo proposito che, come indicato, gli aumenti vedono un passaggio graduale dal 2022 fino al 2024. Infatti la legge di bilancio non ha introdotto integralmente questi aumenti già dal primo anno, ma ha applicato un incremento del 45% nel 2022, del 68% nel 2023 e complessivo dal 2024.

Una crescita sostanziosa ma scandita da alcune tappe, almeno che… almeno che l’Ente non decida di prevedere subito da quest’anno l’applicazione degli aumenti per l’intera cifra prevista nel 2024 con il solo vincolo del rispetto pluriennale dell’equilibrio di bilancio. Tradotto: se un comune ha nel proprio bilancio le risorse per garantire da subito l’aumento nella forma integrale lo può fare, ma a suo carico. Questo dovrebbe significare per degli amministratori decidere di spostare risorse da investimenti e spese a favore della collettività a questo altro scopo, ma, come si dice, se c’è l’equilibrio di bilancio! Fino a qui una generale descrizione delle norme che hanno portato al “bonus” per gli amministratori ricordato nel titolo, ora però non vorremmo cavalcare facili critiche o fare antipolitica da bar. Per questo, nonostante i modi utilizzati per rendere concreto questo adeguamento e le cifre in qualche caso raggiunte possano suscitare più di una perplessità, soprattutto considerando tutto quello che il resto della popolazione deve sopportare in questo periodo, è forse possibile comprendere quanto riportato nel resoconto sommario n. 286 del 13/10/2021 della Commissione Affari costituzionali del Senato: “… l’iniziativa legislativa è volta a risolvere la questione della grave sproporzione del trattamento economico dei sindaci, tale da essere percepito come ingiusto e non equo a fronte dell’importanza del ruolo, del carico di responsabilità e talvolta dei rischi a cui i sindaci devono fare fronte…”.

Una valutazione a freddo può portare ad individuare gli elementi oggettivi presenti in queste considerazioni, elementi che possono aiutare a condividere la necessità di dare un maggiore riconoscimento a chi, soprattutto nei casi in cui l’impegno si reale e concreto, decide per un determinato periodo di tempo di mettersi al servizio dei propri concittadini. Certo tutto sarebbe stato forse più comprensibile, nonostante il periodo nero che viviamo (anche se a dicembre 2021 è vero che tutti speravamo di essere usciti da una pandemia e non di entrare in una guerra….), se quanto deciso fosse stato oggetto di maggiore confronto, pubblicità, dibattito. Insomma se fosse stato spiegato perché venivano prese queste decisioni. Ma purtroppo sedersi con calma e spiegare le proprie ragioni non sembra più qualcosa che sia abitudine fare e così, tra uno spot e un tweet, si decide spesso senza condividere niente. Questo reiterato atteggiamento ha prodotto nel tempo nei cittadini un crescente disamore e disinteresse per la politica, ma, a lungo andare, tirare troppo la corda potrebbe finalmente spingere i destinatari delle decisioni a non accettare più questo modo di fare.

Tra l’altro, come abbiamo verificato, questa decisione non è stata molto pubblicizzata neppure al momento della sua applicazione. Come vedremo, dalle nostre parti un tale comportamento è apparso veramente strano soprattutto per Enti che ci hanno abituato ad essere, un giorno si e l’altro pure, largamente citati su giornali e organi di stampa, in questo caso invece, a meno che non ci siamo persi qualche comunicato o post su Facebook, la comunicazione è stata praticamente assente, mentre forse cose da dire ci sarebbero state… Quindi anche per il Casentino le norme previste nella legge di bilancio 2022 dovrebbero aver iniziato a trovare una loro applicazione. Abbiamo provato a fare una ricerca di provvedimenti assunti dalle singole assemblee e giunte comunali su questo tema, sinceramente non siamo riusciti a trovare molte informazioni su vari comuni, per cui ci limiteremo a dare conto di quanto abbiamo potuto direttamente reperire dai documenti che è stato possibile consultare. Naturalmente aggiorneremo queste informazioni nel caso ci fossero integrazioni da fare, oppure se proprio dai diversi comuni si sentisse la necessità di fornire dettagli più precisi in merito all’applicazione delle norme di cui stiamo parlando. Per adesso possiamo fornire notizie più dettagliate su cinque comuni, di tre di questi, compresi nella fascia da 5.000 a 10.000 abitanti, proponiamo anche le tabelle della pagina seguente. Alcuni comuni hanno deciso di procedere ad un adeguamento graduale delle indennità, prevedendo negli anni aumenti compresi in quello che viene rimborsato dallo Stato (comma 587), questo in Casentino è avvenuto per i Comuni di Capolona, Castel San Niccolò, Montemignaio e Subbiano.

A Capolona lo si è stabilito con Determinazione n. 30 del 12.04.2022. A Castel San Niccolò nella seduta della Giunta del 28/02/2022, rinviando le decisioni definitive al momento in cui fosse stata determinata in modo preciso la quota del fondo riservata al Comune. A Montemignaio nella seduta di Giunta del 15/07/2022. A Subbiano con Determinazione n. 25 del 17.01.2022.

Diversa la musica invece a Pratovecchio Stia dove si è deciso diversamente orientandosi verso un’applicazione immediata e complessiva dell’aumento integrale delle indennità già dal 1 gennaio del 2022: Nella Delibera di Giunta n. 85 del 29/07/2022 vengono così rideterminate «nel rispetto degli equilibri di bilancio» le indennità da corrispondere al Sindaco, al Vice Sindaco, agli Assessori e al Presidente del Consiglio Comunale. Le necessarie coperture finanziarie sono indicate nella Deliberazione del Consiglio Comunale n. 30 del 29-07-2022 “salvaguardia degli equilibri di bilancio 2022/2024 ex art.193 del d.lgs267/200 ed assestamento di bilancio 2022/2024 ex art.175, comma8, deld.lgs267/2000”. «… la copertura finanziaria, nell’anno 2022, è data dall’entrata straordinaria dei maggiori introiti IMU del contenzioso tributario, mentre per l’anno 2023 dalle economie che si prevedono di ottenere con la razionalizzazione delle spese correnti…».

Quindi a copertura di quanto non rimborsato dallo Stato l’Amministrazione di Pratovecchio Stia ha deciso di finanziare l’aumento per l’anno 2022 con l’IMU da contenzioso e per il 2023 con economie sulla razionalizzazione della spesa corrente. A quanto ammontano indicativamente le risorse di cui si parla? Abbiamo provato a fare qualche calcolo e all’incirca si dovrebbe trattare di 33.000,00 euro che saranno necessari al Comune di Pratovecchio Stia per coprire le maggiori spese per le indennità degli amministratori che negli anni 2022 e 2023 non saranno rimborsate dallo Stato.

Rispetto ai milioni di euro che sono transitati nelle casse del Comune in questi anni grazie alla fusione si tratta probabilmente di poca cosa, ma, visto che proprio quelle risorse aggiuntive ormai sono alla fine; che i mutui da pagare, ricontrattazione dopo ricontrattazione, ancora per molti anni saranno un’uscita costante per l’Ente; forse la Giunta avrebbe anche potuto stupire se con un bel comunicato stampa, di quelli che di solito diffonde con generosità, avesse informato i propri cittadini dell’intenzione di intervenire sulle indennità e in che modo. Avrebbe potuto trovare anche l’applauso dei più… oppure eventuali proposte alternative su cui confrontarsi… ma, ripensandoci, forse questa è fantascienza!

 

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