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Ancora sui “danni” dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino

“Soltanto poche ore fa trasmettevo alcune informazioni utili alla Giunta regionale per valutare l’incidenza negativa dei provvedimenti decisi dall’Unione dei Comuni Montani del Casentino, che prima mi ha tolto dal 2012 dopo 34 anni la direzione del settore agricoltura e foreste, poi ha eliminato lo stesso settore e infine anche il mio posto di dirigente. I dati riferiscono dal 2011 al 2012 un crollo del 31,50% dei proventi della gestione del patrimonio agricolo-forestale regionale, con danno economico per la Regione di € 182.931,90, a fronte di un presunto “risparmio”, dovuto all’annullamento degli incarichi di direzione a Borchi, di circa € 45.000,00, avvenuto a carico del finanziamento regionale delle spese generali per le funzioni conferite, con storno verso attività proprie dell’Unione e quindi con ulteriore danno per la Regione. Altri danni, particolarmente gravi, data la crisi, sono documentati dall’inerzia nella progettazione e affidamento di lavori forestali, sistematori e edilizi, con mancati affidamenti per oltre € 343.000,00.
Stamani è stata pubblicata la deliberazione n.2 della giunta dell’Unione, con cui ha iniziato il procedimento per mettermi in disponibilità, riportando le seguenti parole “l’organizzazione di questo nuovo ente, l’unione dei comuni, deve essere costruita in rapporto alla gestione delle funzioni fondamentali dei comuni perché questa è la sua missione principale mentre le altre funzioni, compreso quelle inerenti le deleghe regionali, sono residuali. Conseguentemente anche la scelta delle figure dirigenziali deve essere orientata in tal senso, verso cioè i servizi comunali”.
Invito i destinatari della presente a valutare seriamente quanto affermato dall’Unione dato che:
1.i due terzi delle attività dell’Unione del Casentino sono rappresentati dalle deleghe regionali in materia di agricoltura e foreste (bonifica esclusa)
2.per le spese generali riferite alle deleghe di cui sopra la Regione ha erogato all’Unione anche nel 2012 € 1.154.000,00, oltre ai finanziamenti per la gestione forestale
3.dell’importo di cui al punto 2 nel 2012 circa € 450-500.000,00 (l’Unione non diffonde nessuna notizia precisa in merito) sono stati stornati verso attività proprie dell’Unione e i servizi comunali associati, con un probabile profilo di illegittimità visto che tali risorse non sono escluse dal vincolo di destinazione
4.lo storno dei fondi di cui al punto precedente penalizza fortemente la gestione del patrimonio regionale, gestione aziendale a tutti gli effetti, riducendo i risultati e i benefici ambientali, economici e patrimoniali
5.le conseguenze dello storno di fondi sono ulteriormente aggravate in quanto con i fondi regionali non vengono coperti i costi di tre tecnici e di una convenzione per la gestione del vincolo idrogeologico, che gravano sui proventi della gestione per circa € 200.000,00, riducendo di identico importo gli investimenti nella proprietà regionale e i relativi proventi, con grave peggioramento del servizio fornito dall’ente delegato.
Concludo, ricordando che la vicenda del mio demansionamento e successiva messa in disponibilità ha avuto origine dal parere rilasciato dall’avvocatura regionale il 2/9/2010 con il quale si riteneva che il segretario di Comunità Montana non fosse abilitato a rogare i contratti di alienazione dei beni facenti parte del patrimonio agricolo forestale regionale, mentre il segretario della Comunità Montana del Casentino ne aveva rogati 34, con successivo avvio di un procedimento penale preliminare tuttora in corso.
Subisco quindi le conseguenze di aver onestamente e proficuamente lavorato nell’interesse della Regione Toscana e di aver rispettato e fatto rispettare la legge, conseguenze che comunque affronterò vincendo l’imminente ricorso davanti al giudice del lavoro di Arezzo.
Invito la giunta e i consiglieri regionali a interrogarsi se la gestione del patrimonio regionale delegata alle Unioni di Comuni, che con le Comunità Montane aveva raggiunto buoni livelli e qualche eccellenza, ha ancora senso o se non sarebbero opportune scelte diverse, lasciando ad agricoltori e forestali le risorse che competono loro, senza utilizzarle per sostenere in modo surrettizio il funzionamento delle Unioni.”

Firenze, 9 gennaio 2013
Simone Borchi – dottore forestale, dirigente dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino
simoneborchi@alice.it

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