di Marta Andreani – Nella cornice del suggestivo Salone de’ Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze, Angiolo Ristori, commerciante di Pratovecchio, ha ricevuto il Premio Mercurio. L’onoreficenza, assegnata ogni due anni dalla 50&Più Unione Regionale Toscana, è riservata agli imprenditori che hanno dedicato la loro vita al commercio.
Alla manifestazione erano presenti cinquantasei imprenditori provenienti dalle Province Toscane. Angiolo Ristori è uno dei sei imprenditori premiati della provincia di Arezzo per i suoi sessant’anni di attività. Già, sessanta! Perché proprio sessant’anni fa, nel 1956, Angiolo inizia a Pratovecchio la sua carriera di imprenditore aprendo un negozio di frutta e verdura insieme al padre. Sei decenni dopo lo andiamo a trovare in negozio a Pratovecchio in una fresca mattina di giugno. Entriamo, e nel profumo fresco della frutta che si mescola al vociare delle donne che passeggiano in piazza, pensiamo a quanto avesse pregio quel negozio di frutta e verdura che è riuscito ad essere tramandato e a stare in piedi per ben sessant’anni. Il periodo in cui viviamo, quello della grande distribuzione, dei supermercati, ha visto morire molti delle nostre piccole botteghe di paese, riuscire quindi a sostenere un’attività come questa è indice di grande professionalità
“Il Premio Mercurio è un riconoscimento che valorizza una vita di lavoro e la capacità di essere riusciti a guidare con successo la propria azienda”, spiega Antonio Fanucchi, presidente della 50&Più Unione Regionale Toscana, in un discorso agli imprenditori alla consegna dei premi. “Gli imprenditori che premiamo oggi sono per i più giovani uno sprone a puntare sulla professionalità perché l’improvvisazione non paga e c’è bisogno di ridare valore all’esperienza”.
Entrando in negozio troviamo Massimo, figlio di Angiolo, che porta avanti l’attività del padre. Massimo ci parla del momento della consegna del premio, istante ricco di emozioni, quindi ci mostra la targa con l’effigie del dio alato della comunicazione e del commercio che è stata consegnata al padre quel giorno. “Il Premio Mercurio è riservato agli imprenditori che, dopo aver lasciato la propria attività per anzianità o altro, cedono il posto ai figli, guidandoli all’interno dell’attività stessa e facendo sì che si mantenga un ruolo tradizionale nell’azienda”, ci spiega Massimo.
Anche lui sta portando avanti con professionalità e passione l’attività del padre. Ogni tanto, mentre Massimo parla, entra qualche signora a fare la spesa. Si capisce subito che sono clienti abituali: dimostrano di avere familiarità e fiducia in lui e in quello che comprano.
Massimo, dunque, si interrompe per evidenziare l’importanza di tre punti, i più importanti per lui e la sua famiglia: impresa, lavoro e relazioni: “le imprese non sono solo in grado di dare occupazione, che già è un aspetto fondamentale, ma creano un complesso di relazioni sociali e umane. Questo avviene con i clienti, nel mio caso con la fiducia che dimostrano ogni giorno venendo qui a comprare la frutta, scambiando due parole con i clienti, rassicurarli sulla qualità di quello che comprano. Dunque la qualità diventa un benessere che non è fatto solo di economia, ma di fiducia e relazioni sociali”, dice Massimo. “Noi della provincia di Arezzo eravamo i più anziani per quanto riguarda gli anni di attività svolti. Questo forse dipende dalle nostre tradizioni”.
Massimo ha ragione: in Casentino e nei territori vicini abbiamo conservato di più la mentalità della “bottega” rispetto agli altri posti. Lo scopo è riuscire a conservare questa mentalità, senza perdersi tra gli scaffali dei supermercati.
Concludendo con le parole di Renato Borghi: “Dietro un’azienda non c’è mai solo un calcolo economico, ma la passione. È la realizzazione di un sogno, il desiderio di fare qualcosa di speciale che resti nel tempo”.
(tratto da CASENTINO2000 | n. 284 | Luglio 2017)