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lunedì, 25 Novembre 2024

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Antiche testimonianze di fede della gente dell’Alpe di Catenaia

di Terenzio Biondi – Non era certo facile la vita nei tempi passati nell’Alpe di Catenaia, terra di boscaioli e carbonai, di agricoltori e pastori. I pericoli erano sempre presenti, in ogni stagione: temporali e fulmini, grandinate, nevicate, ghiaccio, frane, incendi, lupi… Ma per portare a casa l’occorrente per vivere non c’erano alternative: bisognava quotidianamente armarsi di coraggio e prendere il sentiero che porta verso la montagna. Lassù in alto abbondavano i prati per le pecore, i boschi di castagni e faggi (la legna tagliata con segoni e asce serviva per riscaldare la casa e accendere il forno, e le castagne erano un’autentica ricchezza per la gente di montagna, che non aveva a disposizione molto grano).

Lassù si raccoglievano funghi, noci, fragoline di bosco… Si partiva da casa appena si faceva giorno, con in tasca un pezzo di pane, qualche mela e castagne cotte (l’acqua per bere si trovava presso le tanti sorgenti qua e là nel bosco). Si chiedeva l’aiuto del Signore facendo il segno della croce e poi quasi di corsa si prendeva il sentiero tutto in salita verso i boschi dell’Alpe di Catenaia.

Ogni tanto ci si fermava un poco, per riposarsi e anche per pregare davanti alle immagini della Madonna e di San Francesco poste a lato del sentiero. Immagini che ancora oggi si possono vedere lungo il sentiero 015 che da Vogognano porta al Casotto, per poi proseguire verso la Fonte del Baregno e il Sasso della Regina: poco a monte di Vogognano incontriamo una piccola statua della Madonna posta all’interno di un vecchio tronco di castagno cavo, circondata da tantissimi fiori; e più a monte, in una nicchia costruita su un muretto, una piccola statua di San Francesco che tiene in mano e accarezza uno dei tanti uccelli che lo accolsero festosi al suo arrivo al “crudo sasso”.

Il sentiero attraversa poi il Gravennino e da lì inizia la lunga salita in mezzo a boschi di castagni secolari. Enormi castagneti che con i loro frutti garantivano cibo per mesi e mesi alla gente dell’Alpe di Catenaia. E proprio al centro di un castagneto… eccolo, il tabernacolo della Madonna della Neve, al cui interno è visibile, dipinta sul legno, la Madonna con in braccio il piccolo Gesù.

Davanti alla Madonnina della Neve tutti si fermavano a chiedere il suo aiuto e poi riprendevano tranquilli e sicuri il lungo cammino per i boschi dell’Alpe di Catenaia fino alla sera.

(Rubrica I RACCONTI DEL TORRENTE Storie vere, leggende, incontri… nei torrenti del Casentino di Terenzio Biondi)

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