di Terenzio Biondi – I pescatori che frequentano il tratto più a valle del Torrente Rassina (in pratica il tratto compreso tra La Casa e il Mulino di Rosina) hanno la possibilità, durante il ritorno all’auto parcheggiata nello spiazzo subito a monte della Casa, di ammirare tre fantastici antichi ponticelli, quei ponticelli che tanti secoli fa venivano percorsi dagli etruschi e dai romani nei loro spostamenti tra Socana e Sarna, passando per Taena e Rosina; gli stessi ponticelli che poi nel medioevo venivano percorsi da pellegrini e viandanti per arrivare fino alla Verna.
Su un minuscolo fossiciattolo (dalla gente del luogo chiamato Fosso di Rosina) nel tratto compreso tra Rosina e Taena, a pochi metri dall’attuale strada comunale risalente ai primi anni settanta, è a malapena visibile un ponticello costruito con enormi pietre a secco. I rosinini lo fanno orgogliosamente risalire, basandosi sui racconti che da secoli vengono qui tramandati, addirittura all’epoca etrusca. Sopra il ponticello non passa più nessuno, ma ancora oggi gli agricoltori della zona, quando vengono sorpresi al lavoro nei campi da improvvisi temporali, trovano sicuro rifugio dalla pioggia sotto il ponticello.
A poche centinaia di metri, sul Fosso di Taena, c’è un altro ponticello, piccolo ma decisamente bello e ben conservato, anche se sommerso dalla vegetazione che quasi lo nasconde e nasconde anche l’antico selciato che lo attraversa.
È chiamato Ponte della Casina dei Fischi, data la vicinanza alla vecchia casa contadina conosciuta da sempre come Casina dei Fischi (nella foto sopra il Ponticello della Casina dei Fischi).
Quella casa dove ancora oggi – così giura e spergiura la gente del luogo – si odono, specie di notte e durante i temporali, rumori strani, quasi dei fischi, che non sono fischi o sibili del vento, ma fischi provenienti dal sottosuolo, dove ancora oggi sarebbero nascosti fantastici bronzetti etruschi che si sono stufati della lunghissima permanenza sottoterra e coi loro fischi cercano di richiamare l’attenzione degli umani perché li aiutino ad arrivare in superficie per godersi finalmente un po’ di luce e di sole.
Come il loro amico Ercolino di Taena, che due secoli fa riuscì in tal modo a farsi individuare e oggi se la gode nel Museo Archeologico di Arezzo, ammirato ogni giorno di più da tanti studiosi, turisti, studenti, semplici curiosi…
Confesso che più volte mi sono fermato sopra il ponticello della Casina dei Fischi e lì sono a lungo rimasto zitto zitto ad ascoltare rumori provenienti dal fosso o dai prati circostanti, senza però mai riuscire a carpire rumori strani provenienti dal sottosuolo o fischi o sibili.
Sono anche sceso nel fosso e mi sono quasi nascosto sotto il ponticello, appoggiando poi gli orecchi sopra la terra della riva.
Nulla di nulla. Forse sarà colpa del mio udito non proprio perfetto o forse non avrò scelto il momento adatto (non vado certamente lì di notte o durante un temporale!).
Il terzo ponticello attraversa il Fosso della Casa nei pressi della Giuncaia, a cui è collegato da un antico sentiero.
Recentemente restaurato, ti lascia a bocca aperta. Bellissimo, con la sua arcata perfetta e i pilastri ancorati alle rocce ciclopiche delle rive del fosso.
Spesso mi sono fermato sopra il ponticello e mi sono sporto dal parapetto in legno per ammirare le minuscole cascatelle e l’acqua limpidissima che scorre tra le rocce. Acqua abitata da tante laschette risalite dal Torrente Rassina nel corso di piene primaverili, e che ora guizzano veloci nelle piccole pozzette.
Se alla bellezza degli antichi ponticelli aggiungi la bellezza del Torrente Rassina e le tante fantastiche trote che in primavera riesci facilmente ad agganciare nelle grosse pozze presso il Mulino dei Ciofi o sotto le tante brigliette nel tratto tra Taena e Rosina, puoi ben capire come una giornata di pesca qui possa regalarti un’infinità di emozioni.