di Riccardo Buffetti – Nel numero n. 331 di Casentino2000, di giugno 2021, abbiamo raccolto le problematiche degli inquilini che attualmente abitano negli appartamenti delle case popolari di Santa Mama, precisamente nell’ ex canonica. Nell’articolo eravamo rimasti con tanti quesiti e poche risposte, ma nelle settimane successive siamo riusciti a prendere contatto con Arezzo Casa, ente gestore delle abitazioni e ad approfondire insieme al presidente Lorenzo Roggi e questioni sollevate.
Gli appartamenti dell’ex canonica di Santa Mama sono stati consegnati agli inquilini nel 2018 dopo più di quattro anni di lavori, da allora, tra muffa, detriti che crollano dalle pareti e altre difficoltà, i locatari hanno dovuto vivere disagi su disagi (anche a loro spese). Come mai gli alloggi furono consegnati nonostante tutte queste problematiche?
«Premetto che questo tipo d’intervento è stato effettuato come recupero a impatto zero del suolo, ovvero è stata riqualificata una struttura già precedentemente esistente, senza consumare il suolo attorno. In questo caso si fa un’opera sociale, perché come nella circostanza di Santa Mama, si va a recuperare dei borghi storici che altrimenti decadrebbero, ma dall’altra parte ci si imbatte anche in un’edilizia complessa: riuscire a trasformare una casa di molti secoli addietro in una che abbia dei requisiti previsti oggi, non è facile. Poi ci sono una serie di vincoli, per esempio migliorare la classe energetica della casa o inserire il cappotto termico, che non possono essere sfruttati a causa dei beni culturali, quindi siamo necessariamente costretti a lavorare su quel che ne rimane. A prescindere da queste difficoltà, quando gli alloggi sono stati finiti e collaudati, Arezzo Casa ha controllato la qualità del lavoro eseguito e di ogni appartamento, che era assoluta. Non ero io il Presidente in carica allora, ma i nostri tecnici non sono cambiati, per cui posso dire con certezza che, a cantiere terminato, la qualità era garantita. Chi dice che i lavori non sono stati “realizzati a regola d’arte” ha il titolo per poterlo affermare? Un professionista che li ha firmati, potrebbe avere molto da ridire in merito. È un’accusa grave che viene fatta ai miei tecnici, senza dimostrazioni. Così come è difficile sostenere che non sappiano fare il loro lavoro.
Purtroppo in poco tempo, la mancanza totale di manutenzione ordinaria (che non spetta a noi farla) ha fatto sì che venissero a crearsi tutta una serie di problematiche. C’è un’importantissima umidità di risalita in quel luogo, che crea danni, ma questa non può essere colpa di nessuno. Arezzo Casa negli ultimi anni ha speso tantissime risorse economiche per fare manutenzioni straordinarie, dove chi di dovere ha contribuito solo in minima parte».
Si prevedono, a breve, da parte di Arezzo Casa interventi risolutivi della situazione? Se ci fossero situazioni non sanabili, come sembra, ci potrebbe essere la necessità di trasferire alcuni inquilini?
«Oltre agli interventi già fatti, che sono tantissimi, la maggior parte di altri lavori che in questo momento dovrebbero essere fatti in quegli appartamenti il Regolamento di Utenza li addebita a chi si occupa delle case. Anche gli inquilini hanno degli obblighi e dei doveri, riportati appunto nella Carta dei Servizi e Guida dei Servizi. Ora, se viene a chiesto a me se questa cosa ha senso, dico di no: perché se io Stato riconosco il diritto di vivere in un alloggio a 80 Euro al mese, che è evidentemente fuori mercato, lo faccio perché ti riconosco una difficolta. Ma posso pretendere che tutte queste cose le esegui di tasca tua? Non è possibile, altrimenti staresti in un alloggio diverso! Ci vorrebbero questi lavori? Si. Chi dovrebbe farli? Gli inquilini. Io come Arezzo Casa li posso fare? No, perché mi contesterebbero il danno erariale. Di conseguenza: che succede se non fai la manutenzione? Da regolamento c’è la decadenza, ma noi cerchiamo di non arrivare a quei punti proprio perché comprendiamo le difficoltà. Con il senno di poi, ripeto che all’epoca della presentazione del progetto io non ero in carica, è stato un gravissimo errore riqualificare la canonica. Non si può fare tutto a priori!
Arezzo casa è una S.p.A. e dal un punto di vista giuridico noi possiamo fare solo quello che ci è consentito dalla legge: manutenzione ordinaria e straordinaria degli alloggi, fine. Non possiamo occuparci della ristrutturazione di un bene che ha valore architettonico, non spetterebbe a noi. Quando si decide di fare un recupero, e questa è una legge che ci siamo imposti io e il mio Consiglio di Amministrazione, la prima cosa che si guarda è la qualità della vita che potremmo dare agli assegnatari, non la valenza storica. Questo è stato un errore, come altre scelte del futuro piano triennale dove alcuni interventi previsti non verranno realizzati. Queste sono solo alcune delle catastrofi in cui mi sono ritrovato. Concludo aggiungendo che gli inquilini hanno tutto il diritto, purché non siano morosi, di richiedere la mobilità volontaria e la possono giustificare. In ogni caso, io e i miei tecnici siamo disponibilissimi ad incontrare gli inquilini di Santa Mama per trovare una soluzione».
Arezzo Casa ha cercato, nel tempo, di riqualificare strutture in disuso per farle tornare “vivibili”. Un esempio sono proprio gli appartamenti di Santa Mama o quelli di Sala. Entrambi, tra l’altro, edifici di proprietà di Enti religiosi. Sono previsti in futuro altri interventi di recupero su edifici con caratteristiche simili? Si era parlato di un intervento di recupero parziale anche per il convento di San Lorenzo a Bibbiena. In quel caso il progetto è naufragato. Quali sono stati i motivi?
«Per quanto riguarda il recupero parziale del convento di San Lorenzo, a Bibbiena, (nella foto) dobbiamo eseguire un’azione di riqualifica. L’intervento è finanziato e non verrà intaccato, ma il Comune di Bibbiena deve trovare una struttura dove rilocalizzarlo nel suo territorio; in caso in cui non lo trovasse, dovrà ricercare in Casentino e noi cercheremo di spostare quell’investimento per non perdere l’occasione di fare questi appartamenti, ma non nella zona attuale. Per gli altri interventi abbiamo un piano di progettazione triennale che ci vedrà attivi in Arezzo e provincia. Poi c’è la sfida del Superbonus 110%: purtroppo per l’eco-bonus abbiamo dei vincoli giganti e per noi enti gestori di case popolari (e non proprietari) ci sono state decine di aggiornamenti in merito. Adesso, con tutti gli scongiuri del caso, credo che a settembre potremmo fare la manifestazione d’interesse e mettere sul mercato lavori per più di 36 milioni di euro; abbiamo deciso di identificare un lotto problematico per ogni Comune, in modo da non lasciare indietro nessuno, non in modo proporzionale ma oggettivo. Un’altra grande sfida è quella di passare dall’affidamento diretto, che era usuale qui dentro, ad accordi quadro su tutto. Questo vuol dire che quando io, Lorenzo Roggi, me ne andrò da Arezzo Casa a fine mandato, ci sarà un nuovo modo di predisporre gli appalti».