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venerdì, 25 Aprile 2025

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Arezzo perde acqua, dispersione provinciale oltre il 31%

Arezzo perde acqua: «Nel territorio provinciale aretino si verifica una dispersione idrica del 31,47%, con maglia nera per la rete sottesa al comune di Monterchi che perde per la via ben il 44,6% dell’acqua emunta e podio del meno peggiore al comune di Lucignano con il 7,54% di patrimonio idrico perduto dall’immissione ai rubinetti, mentre il capoluogo Arezzo si attesta al 26,85%. Dinanzi a questi dati i gestori, nell’Aretino sono Nuove Acque e Publiacqua, investono in varia misura ma tutti in dimensioni che l’Autorità idrica toscana (Ait) valuta insufficienti. Poi ogni estate su richiesta dei gestori fioccano le ordinanze per evitare di innaffiare perfino i gerani, però ecco: lo spreco parrebbe altrove». I dati li espone il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti che su questo ha condotto in proprio uno studio che elabora – aggregandoli per aree e per gestore per poi acquisire le valutazioni Ait sugli investimenti programmati sulle reti – i dati Istat dell’ultimo censimento acque per uso potabile, quello diffuso a fine dicembre 2017 su rilevazioni condotte nel 2015.
«Sono gli ultimi dati ufficiali disponibili – spiega Marchetti – e sono dati nazionali. Noi però abbiamo scorporato quelli della Toscana, comune per comune, e poi li abbiamo riaggregati in data set provinciali e per gestore. Da qui alle pianificazioni degli investimenti che condurranno in molti casi alla scadenza dell’affidamento, abbiamo incrociato con i piani di gestione e le valutazioni espresse dall’Autorità idrica. Perché mi sono messo a far di conto in questa maniera? Ma perché appunto l’affidamento del servizio idrico integrato corre verso le scadenze ed è doveroso aprire un ragionamento efficace sulla materia».
Fin qui metodo e motivo, e il risultato generale è quello di cui sopra. Poi c’è il dettaglio che per l’area aretina vede due gestori e realtà distinte. La parte del leone la fa Nuove Acque. La sua dispersione di rete complessiva è del 27,02%, ovvero tra le più basse – «ma è pur sempre quasi un terzo dell’acqua», ammonisce Marchetti – nella Toscana la cui media regionale è del 43,43%. Il gestore non accenna a voler migliorare la propria performance, tanto da destare l’allarme Ait per un piano di investimenti che tende o è, a seconda dei tipi di rete, a livello zero da qui al 2024. L’Autorità lo dice chiaro: «Risulta preoccupante il livello di manutenzioni straordinarie e sostituzione». Investe di più Publiacqua, titolare delle reti coincidenti con l’area del Valdarno aretino, ma la sua perdita di rete balza su al 46,39%. I comuni aretini serviti da Publiacqua registrano tutti perdite del 40,qualcosa% tranne Ortignano Raggiolo che si ferma al 32,45%. Gli investimenti programmati sulle reti? Ait certifica che è «inferiore ai livelli medi ottimali», ma ammette che è «comunque superiore al tenore di investimenti analoghi delle altre conferenze».
«Sì peccato però che qui non è come per le ricorrenze, quando come si dice ‘basta il pensiero. Servono i risultati. A sinistra – riflette il Capogruppo di Forza Italia – sento parlare di ripubblicizzazione. Anche io mi colloco su questa posizione, non foss’altro che nel rispetto dell’esito del referendum con cui i cittadini hanno espresso questo tipo di volontà. Ma acqua pubblica può voler dire tante cose. Il modello di holding regionale prospettato dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi non ci convince: un nuovo carrozzone poco funzionale e che magari diventi parcheggio per qualche politicante dismesso noi non lo vogliamo. L’acqua è un bene delicato, una risorsa non infinita, e le reti hanno bisogno di interventi d’urto veloci per contrastare livelli di dispersione tanto elevati. Bisogna soppesare tutti i modelli di gestione che le normative mettono a disposizione per individuare tutti insieme quello migliore per la Toscana. Io ad esempio ho studiato un po’ il tipo di gestione che a Parigi si è rivelato efficace in termini di abbattimento tariffario e investimenti sulle reti. A livello comparativo, è un sistema che per le nostre normative potrebbe dirsi affine a quello dell’Agenzia speciale prevista dall’articolo 114 del Testo unico degli enti locali. Non sposo una tesi: fornisco uno spunto. Su materie come queste nessuno deve innamorarsi ideologicamente delle vie facili. Pensiamoci con serietà, informiamoci e poi la maggioranza ci dia una proposta su cui lavorare e riflettere. Noi qualcosa da dire l’avremo, ma la responsabilità è prima di chi governa».

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