di Lara Vannini – In alcune cime l’aria sembra quasi rarefatta, dai versanti opposti il vento soffia forte e sembrano voci che si rincorrono senza potersi incontrare mai. In alcune stagioni il sole inonda di luce con le proprie lame taglienti o rassicura con il proprio calore quando d’inverno soffia il vento gelido di tramontana.
In Casentino è possibile trovare tutto questo e a seconda dell’altitudine la vallata presenta anche dolci profili collinari dove i sentieri corrono sinuosi tra i campi coltivati, ogni tanto fa capolino un rustico casolare in pietra, un vigneto, un bosco ombroso dove trovare refrigerio prima di ripartire. La vallata casentinese è anche un territorio da esplorare per i centri abitati, ricchi di storia e di fascino antico, e per la bellezza dei numerosi corsi d’acqua che oggi tra cascate e mulini abbandonati ci raccontano di un tempo remotissimo ricco di attività economiche legate all’energia idrica. Il Medioevo ad esempio fu per il Casentino un periodo di grande sviluppo economico legato anche all’utilizzo dell’acqua. Oggi quei torrenti che ci sembrano così dipendenti dalle precipitazioni atmosferiche, sono per gli appassionati della montagna un vero refrigerio dove poter fare un tuffo nell’acqua fresca e cristallina e godere di un po’ di relax prima di ripartire per il prossimo chilometro.
Il territorio casentinese e le sue bellezze paesaggistiche, sono state “catturate” dalla penna di Claudia Domini, un’insegnante aretina, una mamma ma, soprattutto, una grande appassionata della montagna e del Casentino. La passione di Claudia per il trekking e le camminate in alta quota, l’hanno portata ad immaginare un modo per tutti di poter godere delle influenze benefiche della natura, coinvolgendo grandi e piccini in escursioni ed esperienze all’interno delle maestose foreste casentinesi.
Claudia infatti è l’autrice di “Baby Trekking – Casentino”, una guida per escursionisti adatta a tutti, anche a famiglie con bambini piccoli. Spesso infatti siamo erroneamente portati a credere che il trekking sia un’attività sportiva poco conciliante con le esigenze di un bambino piccolo. In realtà con un po’ di consigli pratici e percorsi ad hoc è possibile immergersi nella natura con tutta la famiglia! Approfondiamo con Claudia questo suo interessante progetto editoriale.
Claudia perché una guida pensata per i bambini? «Come prima risposta mi verrebbe da dire perché è il modo migliore per avvicinare l’essere umano alla Natura! Oggi c’è un grande dibattito a livello mondiale sulla sostenibilità ma il primo passo per diventare consapevoli dell’immenso patrimonio naturale che abbiamo a disposizione è quello di viverlo, gustarne i benefici, rispettarlo e averne cura. Tutto questo è estremamente semplice se fin da piccoli veniamo abituati a stabilire un contatto con la Natura. Personalmente sono molto legata al Casentino che ho frequentato sin da piccola. Con la nascita della mia terza figlia, ho iniziato a frequentare la montagna non esclusivamente in Toscana ma anche in Trentino Alto-Adige e sono rimasta positivamente colpita dalla cultura per la montagna che ci sono in queste aree del Nord Italia. Ho pensato così di realizzare qualcosa per la scoperta del territorio casentinese, un aiuto che potesse agevolare in maniera pratica la conoscenza dei luoghi e gli spostamenti con i bambini. È nata così la miniguida “Baby trekking-Casentino”».
Come è strutturata la guida? «Nella guida è possibile trovare numerosi percorsi in varie aree del Casentino. Ogni percorso è pensato con una tabella riassuntiva dove ci sono note tecniche, come i km totali da percorrere, se è un anello o un percorso con un punto iniziale e uno finale, il dislivello, i tempi di percorrenza, e se ci sono nelle vicinanze dei servizi come fontanelle di acqua potabile o punti di ristoro. Per quanto riguarda i bambini piccoli, questi sentieri sono pensati anche per adulti con zaini porta bimbi».
Quali sono i percorsi che maggiormente l’hanno colpita o che sono i più amati dai bambini? «Ogni percorso ha caratteristiche che lo rendono unico anche perché alcuni si legano a vicende storiche, ai paesi limitrofi o alle leggende che riguardano un determinato territorio. Penso ad esempio alla leggenda della Spada nella Roccia, una spada dalle fattezze medioevali che si trova lungo il crinale che da Montelori conduce alla Croce del Pratomagno. Le leggende attraggono da sempre grandi e piccini, fanno parte delle nostre radici e sicuramente sono un ottimo pretesto per raggiungere una meta di trekking! Un’altra leggenda di cui parlo nella mia guida è quella della Buca delle Fate, presso Badia Prataglia, la cui storia può essere raccontata prima o dopo intraprendere il percorso di trekking. È un’area molto affascinante anche solo dal punto di vista geomorfologico, una delle più importanti cavità naturali del Parco delle Foreste Casentinesi. Non mancano percorsi verso paesi abbandonati come quello che conduce a Monte Silvestre nella Vallesanta, dislivelli che arrivano oltre gli 800 m di altezza. Sono percorsi suggestivi che portano il camminatore ad immedesimarsi in storie di tanti anni fa, strade percorse ogni giorno dai nostri predecessori. Sicuramente i bambini adorano i percorsi dove ci sono i torrenti o le pozze d’acqua in cui nei periodi estivi è possibile fare anche il bagno».
Quali consigli pratici potrebbe dare alle famiglie con bambini piccoli? «Sarebbe molto bello se anche in Casentino potessero svilupparsi piano piano dei percorsi tematici dove poter apprendere le specificità dei luoghi, tabelle riassuntive che mostrano la flora e la fauna, o racconti e testimonianze che riguardano il territorio. I bambini generalmente sono fortemente attratti dagli animali, ma anche affrontare un percorso come fosse una specie di “caccia al tesoro”, può essere un ottimo stimolo per camminare e non annoiarsi. Impegnarsi a riconoscere i fiori o raccogliere gli elementi naturali caduti come rametti particolari o foglie dalle forme strane e utilizzarli anche successivamente per fare delle semplici decorazioni o degli album dove catalogare le particolarità di ogni singolo percorso. Se i genitori hanno la possibilità di farlo, i bambini si divertono anche a compilare delle schede dove ad esempio c’è scritto di compiere delle semplici azioni come trovare il maggior numero di segnaletica del CAI lungo il percorso o scoprire tre varietà diverse di fiori. È un modo molto intuitivo di imparare giocando. Per quanto riguarda le cose utili da mettere nello zaino, sicuramente non va dimenticato un asciugamano e un cambio soprattutto se l’intenzione è quella di attraversare un torrente o addirittura fare il bagno. Indispensabile un piccolo kit di pronto soccorso perché uno spino che spunta all’improvviso o una caduta accidentale sono sempre eventi da preventivare! Importantissima anche una pomata contro gli insetti, il cappellino e la crema solare se si prevede di attraversare sentieri assolati. Ovviamente acqua in abbondanza soprattutto d’estate».
Cosa rappresenta per lei la scrittura e la possibilità di descrivere il territorio che ama? «La scrittura è una mia grande passione e proprio per questo la guida “Baby trekking Casentino” non è il primo volume che pubblico. In passato mi sono dedicata anche al versante romagnolo del Parco delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. La Natura è qualcosa che unisce le persone, non solo chi è amante dello sport ma anche chi è in cerca di relax a contatto con la Natura. Come ho già sottolineato credo fermamente che il territorio casentinese sia un luogo da tutelare ma soprattutto da scoprire e valorizzare. Ha innumerevoli luoghi interessanti da visitare con la particolarità che l’arte si può sposare in maniera semplice con la Natura. È importante che si sviluppi una coscienza collettiva che supporti la famiglia e le attività a cui essa può dedicarsi nel proprio tempo libero. La Natura e la scrittura sono per me fonti di relax. Non c’è niente di più bello che terminare la giornata ripercorrendo con l’immaginazione i sentieri che ho attraversato e condividerli con gli altri. D’altra parte le mie letture preferite sono quelle giovanili alla “Harry Potter” che insegnano ad usare l’immaginazione a tutte le età!».