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domenica, 24 Novembre 2024

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Banche che svaniscono

di Francesco Meola – Le statistiche parlano chiaro: secondo i recenti dati di Bankitalia, in quattro anni, dal 2016 al 2020, gli sportelli Atm sono diminuiti di quasi il 7% e con loro anche il numero delle filiali bancarie sta scendendo vertiginosamente (-20%). Un dato al quale se ne aggiunge uno ancora più allarmante, se si considera che il numero dei Comuni italiani che non hanno più nemmeno uno sportello bancomat sono ormai 2.800.

Una situazione, questa, che riguarda molto da vicino anche Arezzo e il Casentino, con addirittura cinque comuni rimasti senza (Capolona, Chitignano, Ortignano Raggiolo, Montemignaio, Talla): un disservizio che vede coinvolta una platea di più di 8.000 abitanti, con grave danno soprattutto per coloro che vivono distanti dai centri più grandi.

Le cause di questo fenomeno sarebbero da ricercare soprattutto nella nascita di nuovi modelli distributivi dei servizi bancari: con l’avvento dell’ on-line e la possibilità pressoché illimitata di svolgere qualsiasi operazione per mezzo del web, infatti, le banche hanno iniziato a ridurre drasticamente la loro presenza sul territorio. Una scelta dettata da ragioni di natura economica che però si è ben presto ripercossa su tante aree del Bel Paese, in particolar le zone montane. Eppure, nonostante il proliferare delle nuove tecnologie, in Italia soltanto il 45% della popolazione usa l’internet banking a fronte di un 90% di Paesi come la Danimarca e i Paesi Bassi.

Questo fa capire come la platea di coloro che continuano a necessitare dei sistemi tradizionali e delle filiali ‘fisiche’ sia ancora piuttosto elevato ma, a quanto pare, gli istituti di credito non sembrano voler invertire il trend, come dimostrano gli appelli caduti nel vuoto di tanti cittadini. Restando ad Arezzo e al Casentino, tanto per fare un esempio, un anno fa, gli abitanti di Capolona hanno cercato in tutti i modi di salvaguardare la presenza dell’unico sportello bancario presente, ma neanche l’intervento del sindaco ed una apposita raccolta firme è riuscita a scongiurarne la chiusura. E non va meglio nei comuni più piccoli della vallata se si considera che gli altri quattro centri senza banche hanno meno di mille abitanti. In tanti, dunque, anche per un semplice prelievo, sono costretti a peregrinare da un paese all’altro, con gli anziani e i disabili fra i più penalizzati. Non è un caso, dunque, che secondo alcune stime, nel 2020 i prelievi da Atm siano calati del 22% annuo, per un ammontare complessivo di poco inferiore agli 80 miliardi e con importi medi di 154 euro.

E il futuro non sembra essere più roseo se in media, il nostro Paese, fa registrare la perdita di circa 600 punti di prelievo ogni anno: una tendenza, questa, che evidenzia tutte le problematicità degli istituti di credito, che si ritrovano con la necessità di sostenere costi sempre più elevati per il mantenimento delle filiali e di conseguenza anche dei relativi sportelli per il pubblico.

Attualmente in Italia c’è una banca circa ogni 2.500 abitanti e in oltre 3000 comuni non vi è alcun istituto di credito. Tornando alla situazione locale, un’eccezione in positivo è rappresentata dal comune di Poppi, dove insistono due sportelli nella zona del Ponte e uno nel centro storico. «La situazione resta comunque non delle più semplici – spiega il sindaco, Carlo Toni dal momento che anche noi abbiamo dovuto lottare per mantenere l’Atm del centro storico e comunque, nonostante le rassicurazioni del caso, c’è sempre il rischio che si possa tornare a parlare di una sua chiusura».

Un pericolo che accomuna, come detto, tante altre realtà del Paese, con il Casentino ulteriormente penalizzato dall’essere un’area con una bassa densità abitativa e composta perlopiù da piccoli comuni di montagna, come Chiusi della Verna dove, per diverso tempo, chi non possedeva un conto alle poste è stato praticamente impossibilitato dal prelevare del contante.

«Fortunatamente il peggio è passato – ci riferisce il sindaco Giampaolo Tellini il tutto era dipeso dal guasto di un componente necessario al funzionamento del bancomat e dalle lunghe tempistiche per recuperarne il pezzo di ricambio, ma la situazione è rientrata già da tempo».

In ogni caso il sistema resta fragile e non è ammissibile che le sorti di tante comunità debbano restare legate al funzionamento, nella maggioranza dei casi, dell’unico bancomat disponibile in paese. Per questo motivo, al fine di garantire una maggiore presenza di sportelli, è da salutare con buon auspicio il recente intervento da parte dell’Uncem (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani).

L’organizzazione nazionale, presente in ogni regione con proprie delegazioni e che da oltre dieci anni si occupa di desertificazione bancaria e riorganizzazione dei servizi, è infatti tornata a far sentire la propria voce, chiedendo l’immediata abolizione delle commissioni sui bancomat.

Il mese scorso, il Presidente nazionale Marco Bussone ha inviato una lettera al Presidente di ABI e ai vertici dell’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato, rispetto all’attivazione e al mantenimento di sportelli bancomat sempre più articolati e ricchi di servizi. «Condivido l’istanza posta dalle Associazioni dei Consumatori – si legge nella nota. – Da diversi mesi è in discussione una riforma del modello dei costi dei prelievi su circuito Bancomat, in particolare quelli effettuati da utenti su banche diverse da quella del proprio conto corrente. Il nuovo modello, se confermato, prevede una commissione massima di 1,50 euro contro gli attuali 1,83 euro di media con punte di 2 euro. Inoltre, la commissione verrà applicata dalla banca che detiene lo sportello bancomat (come già avviene in altri Paesi europei). Queste nuove modalità comportano un risparmio medio per il consumatore pari a 0,30 centesimi su circa 500 milioni di operazioni annue per oltre 150 milioni di euro di costi in meno a carico degli utenti. Questa modifica è secondo Uncem necessaria e urgente. È molto importante per agevolare gli utenti, ma anche per il mantenimento e il potenziamento dei servizi sui territori».

Col nuovo modello, secondo Uncem, tutte le banche saranno incentivate a installare più sportelli automatici, dotati altresì di servizi sempre più innovativi, anche nelle zone soggette a desertificazione bancaria, vista la difficoltà di installare uno sportello automatico in aree remote. Ciò è fondamentale per garantire un presidio di servizi bancari di base in ogni Comune italiano, considerando pure il loro valore sociale di supporto presso le fasce di popolazione meno digitalizzate. E anche le banche digitali e di minori dimensioni potranno essere incoraggiate ad allargare la loro rete di sportelli automatici, invece di affidarsi a quella di altri istituti di credito i cui costi di gestione ricadono in larga misura sui loro correntisti, ingiustamente chiamati a pagare un servizio erogato ad altri.

«A nome di Uncem – conclude la missiva del Presidente Bussone – mi auguro in particolare che l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato possa positivamente valutare la proposta, soprattutto per gli impatti positivi che avrà in termini di presenza dei servizi bancari offerti alla clientela a livello locale, in anni di progressiva riduzione del presidio».

E naturalmente, anche in Casentino sono in tanti ad augurarsi sia davvero così.

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