Il Comune unico? E’ preistoria dell’assetto istituzionale di vallata. Lo dice il Sindaco di Pratovecchio Stia Nicolò Caleri rivolgendosi al collega bibbienese Daniele Bernardini, che di recente ha riproposto il comune unico come soluzione dei problemi della valle. “ Da quando quel referendum è stato bocciato – dice Caleri – sono passati tre anni che valgono come trenta visto che nel frattempo due comuni, Pratovecchio e Stia, sono andati a fusione, e gli altri hanno concordato che il futuro istituzionale del Casentino è legato a fusioni tra comuni limitrofi. Il Comune è l’unica Istituzione che rappresenta una comunità, e nella rappresentanza sta la base della democrazia. In un comune unico del Casentino tutto ciò sparirebbe; il comune sarebbe un semplice organo amministrativo di gestione, in cui i paesi più piccoli perderebbero forza, mentre quello più grande acquisterebbe ulteriore centralità e potere. Capisco che Bernardini, come sindaco di quel comune più grande, coltivi questa ambizione, ma io cercherò sempre di impedire che al mio paese e alla mia gente sia sottratta la capacità di autogoverno”.
Parole dette con cognizione di causa “Dopo l’esperienza della fusione di Pratovecchio e Stia, assai più semplice di quella di vallata ma già caratterizzata da grandi difficoltà di gestione dell’aspetto comunitario. Con l’esperienza di fusione che io sto facendo e che Bernardini non può conoscere, ripato che ipotizzare un comune unico sarebbe molto negativo per il Casentino”.
Caleri si dice poi “Indignato dall’opinione di Bernardini quando dice che “rispetto a qualche anno fa, quando le persone non erano ancora pronte e si facevano spaventare da alcuni politici che hanno raccontato loro esplicite bugie, oggi i tempi sono maturi”. Bernardini con queste parole da un lato offende le persone che come me hanno condotto una battaglia civica in cui credevano, che non sono stati bugiardi ma hanno espresso una visione semplicemente contraria; dall’altra offende quei cittadini che hanno votato NO e che lui sembra considerare sciocchi che si lasciano abbindolare. Non è così. La nostra gente non è sciocca, è matura, pensa con la propria testa e ha deciso di non volere il comune unico”.
Il discorso di Caleri vira poi sull’Unione dei Comuni: “Il fatto che abbia difficoltà deve spingere noi Sindaci a interrogarci sul ruolo e sulla struttura dell’Unione o sulle soluzioni che possano affiancarla o superarla. Per mesi abbiamo avviato un dialogo purtroppo oggi in parte interrotto per le posizioni assunte da Agostini. Se si voleva perseguire una riforma seria, perché si è scelto la rottura invece che continuare a cercare punti di incontro? Lo stesso Agostini ha detto che lui ha la tessera numero 2 del movimento Insieme per il Casentino, perché la numero 1 ce l’ha Bernardini. Ma allora dove era il problema di aprire una nuova stagione di collaborazione in Casentino, anche superando l’Unione dei Comuni, visto che Agostini e Bernardini appartenevano ala stessa formazione politica? Io so che nell’Unione sussistano problemi, tanto che ho mantenuto il mio comune fuori da essa, ma apprezzo il tentativi che i sindaci stanno facendo di cambiarla. Se vogliamo davvero puntare a migliorare l’assetto istituzionale del Casentino, lavoriamo per creare percorsi sinergici tra comuni. Lo stiamo facendo in ambiti come il turismo, estendiamo quel metodo a tutto. Il Casentino non è una tabaccheria e i referendum non sono un gratta e vinci da comprare per vedere se, ritentando, si sarà più fortunati”.
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