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sabato, 12 Aprile 2025

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Campaldino Tennis, tesoro di Poppi

di Eleonora Boschi – Di voci, si sa, ne girano sempre tante, ma se anche voi avete sentito dire che il Tennis di Poppi verrà spostato… beh, forse avete sentito bene. Lucio Valeri, presidente del Campaldino Tennis da ormai più di dieci anni, ci racconta la storia di quei campi da tennis che tutti ormai conosciamo e quello che potrebbe succedere in un futuro non troppo lontano a una società che oggi accoglie tanti bambini e adulti da tutto il Casentino.

Ci racconti qualcosa del Campaldino Tennis, la sua storia, le attività svolte e i servizi offerti? «La Campaldino Tennis è nata nel 1965 e proprio quest’anno festeggiamo i 60 anni dell’attività. Per questo motivo, il 14 giugno, faremo una grande festa. Stiamo organizzando un convegno al Castello dei Conti Guidi di Poppi dal titolo “Il tennis ieri, oggi e domani”, che sarà seguito da una festa al circolo del tennis con un evento sociale. Ci saranno anche degli ospiti, dei quali adesso però non posso ancora fare i nomi. Il tennis è nato all’interno della polisportiva omonima e, all’epoca, era l’unica società del comune di Poppi che proponeva vari sport quali calcio, tennis, basket e bocce. Venne fondata dal Dottor Mario Carlo Magno che aveva preso spunto dalla sua attività a Firenze presso il Circolo Tennis Firenze, uno dei più antichi in Italia. Dalla sua idea iniziale l’attività ha continuato a svilupparsi fino ad arrivare ai nostri giorni. All’inizio la struttura era composta solo da un campo di calcio, poi subito dopo pochi anni dalla costituzione furono creati i campi in terra rossa da tennis, un campo da basket e una piccolissima palazzina che ancora oggi è simbolo principale della struttura. Negli Anni ’80 sono stati costruiti poi ulteriori campi da tennis e da lì ci siamo evoluti fino ad arrivare a oggi. L’attività ha visto un grande sviluppo perché i consiglieri e l’allora presidente Giuseppe Valeri decisero di costruire una scuola tennis; questo comportava la necessità di avere un maestro, e il primo, che è ancora con noi oggi, è stato Gino Lucci. Da li siamo diventati una vera scuola di insegnamento. Negli Anni Ottanta avevamo circa 110 bambini iscritti alla scuola e l’attività iniziò ad allargarsi creando squadre, competizioni e tornei fino ad arrivare nel tempo a numerosi risultati anche agonistici sia di carattere regionale che nazionale. Arrivando ai nostri giorni e soprattutto dopo il Covid il tennis ha avuto uno slancio sotto tutti i punti di vista. Già prima della pandemia il nostro era uno sport in netta crescita, dopo un po’ di crisi avuta negli anni precedenti. Oggi, vantando l’Italia di alcuni dei giocatori migliori del mondo, possiamo dire che il tennis e la nostra attività sono in forte crescita. Negli anni, la voglia di far conoscere il nostro sport ci ha permesso di costruire una bella azienda.

Ad oggi siamo un ASD senza scopo di lucro, ma con esigenza di staff tecnico, una custodia e una segreteria. Oggi la Campaldino Tennis conta 5 persone quasi a tempo pieno e quindi può essere considerato come una vera azienda. Avendo a che fare con bambini, che sono la nostra priorità, la gestione di tutto non è semplice, dovendo rispettare normative sempre più esigenti. Si tratta di un’attività molto legata al rapporto col territorio e con i bambini, ma è importante ricordare che il circolo sportivo fa anche molta attività sociale: si tratta di punto di ritrovo, che organizza eventi cercando di ramificare le attività di un comune dove non ci sono soltanto giovani. Negli ultimi anni abbiamo iniziato a fare anche delle attività fuori dal circolo, andando a Badia Prataglia, Talla e Chitignano. A seguito di varie richieste abbiamo messo a disposizione il nostro staff tecnico ad altre realtà che sono poi cresciute con noi. A Chitignano, per esempio, contiamo circa 35 persone che hanno iniziato a giocare a tennis alla Pro Loco».

Abbiamo saputo che c’è in programma di trasferire i campi da tennis per costruire un parcheggio sotto il castello, è vero? Cosa può dirci al riguardo? «Abbiamo parlato in modo tranquillo con l’Amministrazione comunale subentrata all’ex sindaco Toni e ci hanno prospettato un probabile spostamento del circolo. Non credo che, se la cosa riuscirà, sarà fatto in tempi brevi. La scelta dell’Amministrazione può essere condivisibile come no, ma io ad oggi non ho una risposta. La nostra problematica a fronte di uno spostamento è che Campaldino Tennis necessità della struttura che ha. Se ci sposteranno, dato che la proprietà del terreno è del comune, noi abbiamo l’esigenza di almeno replicare la struttura che abbiamo oggi a Bramasole e quindi vorremmo una struttura che possa garantirci di andare avanti con un certo tipo di attività. Abbiamo bisogno dei campi, di una palazzina, dei servizi.

Abbiamo in mente di ampliare le offerte creando anche un campo da padel, uno da pikleball, una piccola palestra, dei campi tribuna dove poter svolgere manifestazioni e tornei importanti, quindi se il comune ha esigenza di spostarci, deve assecondare anche le nostre richieste progettando insieme qualcosa che sia utile anche a ciò che vogliamo fare noi. Non ho molte notizie al riguardo però. Abbiamo parlato di questa ipotesi nel nostro consiglio; noi valuteremo tutto a tempo debito.

Se lo spostamento avverrà tutto dovrà essere programmato con attenzione, perché noi non possiamo permetterci di fermare le attività ed è per questo che ho chiesto massima collaborazione all’amministrazione. A tal proposito, so che stanno cercando delle risorse e soluzioni per gestire lo spostamento mettendoci in condizioni di iniziare subito da un’altra parte. Noi siamo molto disponibili al dialogo e a cercare di capire cosa si può fare insieme, ma dobbiamo aspettare e vedere quelle che saranno le proposte più concrete perché ad oggi non ho niente in mano. Siamo in continuo contatto con il nostro referente che è l’Assessore Maggi che devo dire si sta veramente prodigando e con il quale stiamo lavorando ottimamente».

La società ha ancora una convenzione per la gestione dello spazio per altri 4-5 anni: cosa succederà dopo la scadenza? «Si, c’è una convenzione in atto, e per il momento continua ad essere valida. La convenzione dovrebbe scadere tra qualche anno, vedremo cosa succederà. Ad oggi, realizzare un impianto sportivo che rispetti le normative vigenti e le nostre esigenze non è facile. Non si tratta quindi di uno spostamento che avverrà dall’oggi al domani ed è importante che venga comunicato per tempo, anche perché, un circolo come lo vorremmo noi, comporta almeno un anno di lavori e una programmazione molto attenta».

Quali sarebbero le conseguenze di una riduzione dei campi da 4 a 2 per il circolo e per chi lo frequenta? «Questa è una voce che si è sentita dire in giro per il Paese ma non è una strada percorribile. La nostra intenzione è quella di ampliare l’attività e dimezzare i campi sarebbe quindi una grande perdita. Oggi la nostra attività si basa su quattro campi che, in alcuni casi, sono già pochi. Inoltre sarebbe una perdita anche economica, perché con 80 bambini, 5 dipendenti e le utenze da gestire, è fondamentale per noi mantenere i ritmi attuali».

Qualora dovesse avvenire questo spostamento, il nuovo impianto sarà sempre a Poppi o c’è la possibilità che cambi anche luogo? «Sicuramente sarà a Poppi, anche perché ci sono già altre realtà in Casentino, vedi Bibbiena e Stia, anche se con attività diverse. Noi siamo la società più antica di Poppi e vorremmo rimanere qua. Se la posizione cambierà da Poppi Alto a Ponte a Poppi non so, ma ciò che conta è rimanere qua assolutamente nel nostro Comune».

C’è un messaggio particolare che vuole lasciare in questa situazione di incertezze? «Vorrei far capire alle persone, in generale, che molti non si rendono conto della nostra importanza a livello sociale all’interno di una comunità. Un genitore affida i propri figli a una società e crescono insieme a noi, giocano, vincono, si ritrovano. Inoltre, non si percepisce molto lo sforzo che anche noi facciamo. A parte i cinque dipendenti regolarmente contrattualizzati, noi siamo tutti volontari e per mandare avanti tutto ci sono nove persone in aggiunta alle altre che ogni giorno si ritrovano, risolvono problemi, affrontano spese. Noi viviamo del nostro lavoro e della nostra attività e non possiamo permetterci di sbagliare. Molti dovrebbero cercare capire meglio cosa vuol dire gestire un’attività sportiva dove si ha a che fare con tante persone, soprattutto con bambini, e con tutti i rischi che ne seguono. Aldilà della gestione di per sé, le normative stringenti introdotte negli ultimi anni negli ambienti simili al nostro, ci impongono di far osservare dei regolamenti che per molti sono scontati.

Ci sono problemi legati a responsabilità oggettiva o medica, per esempio, e quindi non si può accedere ai campi senza certificato medico non agonistico. Questo meccanismo che ci impone di essere normativamente in regola viene spesso sottovalutato dagli altri. Vorrei anche però menzionare alcune persone all’interno della Campaldino Tennis che insieme a me dedicano gran parte della giornata al fine di portare avanti il nostro concetto di Sport. Il mio Vice Presidente Davide Martone che insieme a me è cresciuto fin da piccolo qui a Bramasole; Cristiano Alterini che ormai è diventato il punto di riferimento di tutti i nostri Atleti; Giuseppe Valeri, uno dei Fondatori e Presidente per tantissimi anni, il quale sta dedicando tutto il suo tempo a questa gloriosa Società. Vorrei ringraziare Patrizio Ricci e Michela Martelli i nostri gestori, Matteo Lucci il nostro giovane Maestro Nazionale e Direttore della Scuola, Gino Lucci il nostro Maestro storico, Rita Gori la nostra Maestra Giocatrice, Andrea Ferro Preparatore Atletico, Fabrizio Gargiani il nostro arbitro e poi Giuliano Brunelli, Luca Fortino, Francesco Barbanti e Pierpaolo Cipriani i nuovi consiglieri da poco eletti».

Ci salutiamo così, senza sapere bene quale sarà il futuro del Campaldino Tennis di Poppi, ma con la grande speranza che, ovunque sarà, questa grande società possa continuare ad arricchire la nostra vallata come fa da tanto tempo.

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