di Matteo Bocca – Dopo l’ennesima estate da temperature record protrattasi fino alla fine di ottobre, il generale inverno ha fatto ritorno anche alle nostre latitudini. A metà dicembre le immagini delle vette del Casentino innevate hanno fatto il giro del web e sciatori, ciaspolatori, escursionisti e appassionati dello slittino hanno iniziato a prendere d’assalto gli impianti della Burraia durante il fine settimana.
Ma che stagione sarà? Paragonando i dati delle prime affluenze di quest’anno con quelli degli anni passati, pare che gli sciatori stiano aumentando. Ce lo conferma anche Manuel Tassinari, maestro di sci e gestore degli impianti di risalita di Campigna. «La stagione quest’anno era partita bene, le piste coperte e c’è stata una buona affluenza di sciatori ed escursionisti».
Quello di Campigna è un piccolo impianto. Oltre alla pista da fondo delle Rondinaie, ci sono uno skilift e un tapis roulant per le risalite degli slittini, ma nonostante le ridotte dimensioni, sembra che quest’anno gli avventori stiano aumentando anche se «Molti residenti della zona preferiscono venire a Campigna per risparmiare sul prezzo del giornaliero», come suggerisce Tassinari. Perché a divertirsi sulla neve la gente non ci ha ancora rinunciato, ma c’è crisi.
D’altronde, sciare negli ultimi anni pare stia diventando sempre più uno sport ad appannaggio aristocratico. Per il solo giornaliero, i costi oramai oscillano dai cinquanta euro dell’Abetone ai settanta di Madonna di Campiglio, e se si aggiungono i costi di trasporto con i carburanti alle stelle, e il vitto completo di grappetta o Bombardino, una giornata sulle piste delle località blasonate può venire a costare anche centocinquanta euro a cranio, mica noccioline. Facile quindi capire chi preferisce i più accessibili diciotto euro del costo del giornaliero a Campigna, soprattutto le famiglie, i cui costi si moltiplicano per ogni componente e alla fine si accontentano, che tanto, per i bambini la neve è bianca e uguale dappertutto.
Dal 2024 ci saranno anche alcune novità per gli impianti di risalita di Campigna, come ci dice ancora Tassinari. «Un nuovo skilift e alcune migliorie delle piste attuali», nella speranza, aggiungiamo noi, che le precipitazioni nevose continuino a coprire le piste da sci. Una speranza appesa a un filo, come sappiamo. L’innalzamento medio delle temperature mondiali infatti non fa ben sperare per il futuro degli sport invernali, e se inizia a scarseggiare alle quote più alte, è facile immaginare quale sia il destino di montagne come le nostre che raggiungono al massimo i 1600 metri di quota.
Come se non bastassero i guai legati al clima, la crisi internazionale, come è noto a tutti, ha generato un aumento dei costi tale da costringere i gestori degli impianti a tirare la cinghia un’altra volta, o cedere ai rincari per cercare di mantenere in piedi la baracca in qualche modo. Il futuro degli impianti di risalita non è quindi affatto roseo, anche se molte località sciistiche hanno iniziato da qualche anno una riconversione in chiave multi sportiva.
Sono infatti sempre di più quelle località che hanno intrapreso una strada diversa, completamente nuova nell’utilizzo degli impianti di risalita e nella creazione di nuovi divertimenti, nuove attrazioni turistiche. Basti pensare ad esempio al comprensorio della Paganella, in Trentino, dove gli impianti sono stati adattati per consentire la risalita delle biciclette durante la stagione estiva, e un circuito di Bike Shuttle consente non solo di collegare Fai della Paganella con Andalo, ma di poter usufruire di tutti gli impianti del comprensorio con un solo giornaliero.
Un’altra idea estiva di riconversione degli impianti di risalita che sta iniziando a prendere piede è il “Mountain Coaster”. Un bob su rotaia. In pratica, alla fine della seggiovia o della cabinovia, invece di scendere con gli sci sui prati erbosi, si sale su un bob da uno o due posti agganciato ad una rotaia che si snoda attraverso il bosco, e ci si gode il fresco lasciandosi trasportare dal bob che, seguendo la rotaia, con curve sinuose e pendenze calcolate vi riporta al punto di partenza. Un nuovo modo di intendere la fruizione della montagna, o meglio, un modo per anticipare i tempi, ed evitare di trovarsi senza neve, senza turisti, e con impianti di risalita che rimangono a deturpare l’ambiente per mancanza di investimenti.
Questione di lungimiranza, di saper mettere insieme gli elementi e prevedere il futuro di attività turistiche fondamentali per la sopravvivenza di alcune comunità che di turismo ci campano, ma non sanno ancora per quanto.
Sarebbe bello vedere gli impianti di Campigna aperti per buona parte dell’anno. D’inverno con la neve, gli sci e gli slittini, e d’estate con le mountain bike, e magari addirittura un bell’impianto di bob su rotaia. Abbiamo proposto l’idea a Tassinari, che però ci avverte: “Lo vedo molto difficile un impianto del genere, siamo nel Parco Nazionale, e le difficoltà sono enormi”. Comprensibile, ma se ad un certo punto si trattasse di neve o morte, come la metteremo?
Anche a Cutigliano, in provincia di Pistoia, si sono inventati qualcosa del genere, a conferma del fatto che gli investimenti intelligenti non sono un’esclusiva dei teutonici trentini dalle tasche gonfie. A Cutigliano, in provincia di Pistoia, negli impianti della Doganaccia, durante l’inverno si praticano lo sci nordico, lo sci di fondo e lo slittino, e d’estate gli impianti di risalita, invece degli sciatori, portano a monte i turisti del bob su rotaia, gli appassionati della bicicletta e gli escursionisti, e si organizzano percorsi di Orienteering, Trekking, escursionismo, e c’è anche un Parco Avventura.
Proviamo quindi ad immaginare un’altra Campigna nel Metaverso, una Campigna virtuale del futuro nella quale le regioni Emilia Romagna e Toscana, insieme al Parco Nazionale e al ministero del turismo e dello sport, hanno trovato un accordo per riprogettare gli impianti della Burraia senza fare scempio dell’area, come nella vita reale invece normalmente accade.
Frotte di sciatori si accalcano alla partenza degli impianti durante l’inverno, e d’estate i prati si riempiono di famiglie accorse a provare questa grande novità, il bob su rotaia, e grandi e piccini si divertono risollevando il morale e il fondo del cassetto delle attività commerciali che hanno trovato finalmente una soluzione alla costante penuria di turisti… stop!
Meglio ridestarsi e tornare alla realtà, che altrimenti poi uno finisce per crederci sul serio, e purtroppo, lo sappiamo, i progetti ideali e perfetti del Metaverso, sono ancora molto, molto lontani.