Oltre alla soddisfazione per la conferma del presidente Barack Obama alla guida degli Stati Uniti, il consigliere regionale Brogi, promotore della legge che, per prima in Italia, regolamenta l’uso di farmaci cannabinoidi nel sistema sanitario regionale toscano, commenta positivamente l’altra notizia proveniente dalla giornata delle elezioni americane, che chiamava i cittadini ad esprimersi anche su numerosi referendum.
Gli elettori del Colorado e dello stato di Washington hanno dato il via libera alla legalizzazione dell’uso personale di marijuana. In Massachusetts, invece, il quesito approvato riguardava l’uso terapeutico della cannabis, e dopo l’approvazione salgono così a 18 più il District of Columbia gli stati federali che ne consentono l’acquisto per uso medico senza ostacoli burocratici.
«Stati importanti dell’America, come il Colorado che è uno dei centri nevralgici del Paese, chiamati a pronunciarsi su questo tema hanno fatto un importante passo avanti nella scelta delle libertà individuali e di cura, aprendo un fronte nella legislazione federale americana che potrebbe sancire la fine di principi proibizionistici che si sono dimostrati fallimentari – commenta Brogi, – un tema su cui l’Italia rischia di restare molto indietro, da noi non solo siamo lontani dalla liberalizzazione, ma addirittura si rischia di finire in carcere per pochi grammi di marijuana, e questo, specialmente con un sistema carcerario disastrato come quello cui è arrivato il nostro Paese, non è più accettabile. Una liberalizzazione dell’uso personale con un sistema controllato e tassato dallo Stato, oltre all’effetto principale di una drastica riduzione dei rischi sociali legati all’approvvigionamento sul mercato nero, priverebbe la criminalità di un mercato milionario, con grande guadagno per le casse dello Stato».
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