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martedì, 15 Aprile 2025

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Caterina Blasi, la pastora che vuole salvare i lupi

Un pastore che vuole salvare i lupi può sembrare il più grande dei paradossi. In realtà non tutto è come sembra e, nel mondo della pastorizia del futuro, questo è un aspetto che non crea nessun cortocircuito logico o emotivo.

A dimostrarlo è l’aretina Caterina Blasi, 30 anni il prossimo 14 giugno, che si è iscritta alla Scuola per pastori proprio per salvare il lupo e cercare vie possibili di convivenza tra predatori e pastorizia sostenibile.

Caterina è laureata in scienze faunistiche e la sua grande passione per il re dei predatori, il lupo, è nata quando era una bambina a Palazzo del Pero.

Da piccola mi dicevano che, se non avessi fatto la brava, mi avrebbero fatto mangiare dal lupo. Ma io fin da bambina sono sempre stata con gli animali soprattutto cani, e questa vicinanza mi ha fatto stare in pace con il selvaggio, scoprendo in questa parte del mondo, un’armonia che spesso non c’è nei consessi umani. Ho scelto scienze faunistiche per questo e mi sono laureata con grande soddisfazione”, racconta Caterina.

La sua grande passione per la fauna selvatica è andata avanti anche partecipando a tante esperienze sul campo, tra cui Pasturs. L’obiettivo del percorso è proprio quello di aiutare allevatori e pastori che si impegnano per una coesistenza pacifica con i selvatici. In quella circostanza Caterina ha fatto un percorso in un’azienda del Casentino – Casa Pallino a Pratovecchio – anche grazie alla quale ha deciso poi di iscriversi alla scuola per pastori del progetto LIFE ShepforBio.

Con questa esperienza attuale, alla fine della quale non escludo di impegnarmi in prima persona nella pastorizia, vorrei rafforzare le mie conoscenze a favore di questa convivenza possibile e, in questo modo, salvare il mondo del lupo, verso il quale nutro profonda ammirazione e rispetto, e parimenti quello dei piccoli allevamenti rispettosi degli animali e degli equilibri naturali”, commenta l’aspirante pastora.

Caterina è vegetariana, ha fatto questa scelta etica e di vita dodici anni fa e anche questo l’ha condotta verso la scuola per pastori, ovvero cercare di sostenere i piccoli allevamenti di montagna che ancora sono legati a una visione di profondo rispetto verso gli animali e la natura, nella consapevolezza che tutto è collegato in modo profondo.

Le professioni del futuro, tra cui credo ci saranno inevitabilmente anche quelle legate alla natura come la pastorizia e l’agricoltura, hanno bisogno di persone preparate che conoscano profondamente le diverse dinamiche oltre che le procedure. Il ritorno alle origini secondo me ha bisogno di tanta scienza oltre che di una nuova e rinnovata coscienza capace di guardare a certi ambiti non come mondi contrapposti, ma come a mondi che è possibile riconciliare in maniera perfetta”, commenta la faunista.

Caterina racconta del suo primo incontro con il lupo: “E’ stata una grande emozione, come persona e come esperta di fauna selvatica. Immergermi in quegli occhi ambrati ha significato per me fare una promessa, ovvero impegnarmi per cercare strade possibili di convivenza con l’uomo e le sue attività. Il lupo ha consentito a noi umani di essere quello che siamo oggi, quindi ritengo che dobbiamo tanto a questo animale straordinario. La pastorizia fatta in modo consapevole, anche sul fronte della tutela dei pascoli e dell’ambiente, credo possa essere la chiave di volta per trovare questo equilibrio”.

Caterina Blasi collabora con la Regione Toscana per il monitoraggio sul lupo e da poco anche con DifesaAttiva a supporto dei pastori.

La faunista aspirante pastora, è nel gruppo di 8 selezionati per la scuola per pastori 2025 e tra le 6 donne – di otto partecipanti – a prendere parte a questo percorso.

La scuola per pastori e allevatori rientra tra le attività di ShepForBio, un progetto cofinanziato dal programma LIFE dell’Unione Europea che ha l’obiettivo di conservare alcuni habitat di prateria attraverso la promozione e la rivalutazione delle professioni tradizionali di questi territori. 

Le lezioni sono tenute da docenti, ricercatori ed esperti di DAGRI – Università di Firenze, Dipartimento di Biologia Ambientale dell’Università La Sapienza di Roma, Dream Italia, Regione Toscana e Parco nazionale dele Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna con la collaborazione di Rete Appia e DifesAttiva e il coinvolgimento diretto di pastori e allevatori. Dream Italia è il soggetto scientifico coordinatore del progetto.

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