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domenica, 8 Settembre 2024

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Chi ha paura dei ragni?

di Marco Roselli – I ragni popolano l’immaginario dell’uomo da tempo immemorabile suscitando sentimenti contrastanti. La maggior parte delle persone ne ha timore (aracnofobia) ma c’è anche chi ne è affascinato. La paura dei ragni (aracnofobia = àράχνη, aráchnē, «ragno» e φόβος, phóbos) fa parte delle cosiddette paure ataviche cioè di quelle che sono in dipendenza o in relazione con la cultura e la vita dei progenitori (Wiki). Le paure ataviche fanno parte di quei timori che ci portiamo dietro da centinaia di migliaia di anni, quando eravamo piccoli mammiferi in ere geologiche lontanissime e la nostra condizione era quelle delle prede, magari proprio di ragni molto più grandi di noi. Per la redazione di questo articolo ho fatto ricorso all’amico Mario Cavigli il quale, oltre ad essere uno stimato fotografo casentinese, è anche un esperto di aracnidi che studia da molti anni. Vediamo di seguito quali sono i ragni più comuni e le loro caratteristiche, le singolarità delle loro vite e quali possono nuocerci.

Aspetti generali I ragni sono animali che nel corso della propria storia evolutiva hanno dimostrato una grandissima adattabilità a moltissimi ambienti, avendo conquistato praticamente ogni tipologia di habitat sul pianeta, pertanto, non deve sorprendere il fatto che molte specie prosperino abitualmente anche nelle nostre case. Negli ambienti naturali i ragni prediligono habitat rocciosi, cortecce di alberi, grotte e caverne, ma li troviamo comunemente all’interno o in prossimità di edifici grazie al riparo offerto dagli agenti atmosferici e data la scarsità di predatori quali rettili e uccelli. Le abitazioni moderne sono tutte molto pulite e disinfettate, si raggiungono tutti gli interstizi e le “robe vecchie” (persino i libri) vengono buttate, perciò la vita dei ragni è diventata più complicata. Nelle vecchie case, invece, era molto facile trovarseli in bagno (che magari era fuori dall’abitazione) o in camera da letto, in mezzo ai vestiti. Ricordo benissimo la soffitta polverosa della casa dei miei nonni dove scorrazzavano decine di ragni e il sottotetto ospitava altrettante ragnatele collegate l’una all’altra. E’ ovvio che quell’ultimo piano fosse il loro rifugio e consentisse agevoli sortite verso i piani più bassi invasi dagli insetti.

Tegenaria (Agelenidae) Ragni robusti e di medie-grandi dimensioni, le specie casalinghe più note della famiglia Agelenidae appartengono al genere Tegenaria. I ragni di tale genere costruiscono, negli angoli bui e umidi delle cantine, tele a lenzuolo di forma generalmente triangolare che si diramano da un rifugio tubolare. Solitamente è facile rinvenire le femmine mentre stazionano nelle loro tane e i maschi adulti erranti in casa alla ricerca di una femmina. La visione di questi ragni può suscitare meraviglia se non timore date le grandi dimensioni. Tra le varie specie italiane, la più grande è Tegenaria parietina che può raggiungere i 20 mm di corpo nelle femmine e superare i 10 cm di apertura zampe nei maschi adulti. Nonostante l’aspetto poco rassicurante e la taglia ragguardevole, sono ragni del tutto innocui per l’uomo.

Ragno ballerino (Pholcidae) Questa famiglia si colloca in prima posizione come varietà di generi presenti nelle case italiane. Ben tre specie appartenenti a tre generi diversi sono piuttosto comuni all’interno di abitazioni e cantine. Sono i classici ragni che troviamo al gabinetto, magari dentro la vasca o in quelle vicinanze e che spesso fanno una brutta fine. I più crudeli ricorderanno di aver staccato loro le zampe quando erano bambini. Tuttavia, tutte le specie appartenenti a questa famiglia sono assolutamente innocue per l’uomo e costruiscono tele irregolari e disordinate sulle quali si muovono con agilità grazie alle loro zampe estremamente lunghe e sottili. Delle tre più rappresentative ne ricordiamo uno, il ragno ballerino. Pholcus phalangioides: misura circa 1 cm, ed è una specie molto frequente nelle abitazioni e negli edifici. Probabilmente è il ragno più comune in Europa. E’ caratterizzato da un’uniforme colorazione grigio-marroncina e dall’assenza di evidenti disegni sull’addome. Predilige ambienti bui, umidi e tranquilli come bagni e cantine, dove costruisce la sua tela negli angoli delle pareti e sui soffitti. Se disturbato ha delle movenze rapide che ricordano, appunto, una danza.

Ragno sputatore (Scytodidae) Sono ragni tipici per la parte anteriore del corpo voluminosa e contenente due grosse ghiandole atte a produrre una sostanza collosa utilizzata per catturare le prede. Noti infatti come ragni sputatori, questi ragni sono molto conosciuti per il loro particolare metodo di caccia. Si avvicinano molto lentamente alla preda e quando si trova alla giusta distanza sputano una sostanza viscosa e appiccicosa che solidifica a contatto con l’aria. Successivamente mordono la preda iniettando il veleno. Hanno abitudini notturne ed è facile scorgerli in tarda sera o di notte mentre si sporgono da battiscopa, crepe o fenditure nei muri in attesa di una preda. La specie italiana più nota e diffusa è Scytodes thoracica, grande 4-6 mm, dall’inconfondibile colorazione a macchie. Per il loro veleno poco attivo e le piccole dimensioni risultano assolutamente innocui per l’uomo.

Falsa licosa (Zoropsidae) Il nome “falsa licosa” deriva dalla stretta somiglianza con i ragni della famiglia Lycosidae come le tarantole. Il genere Zoropsis è piuttosto frequente nelle case, specialmente quelle di campagna, ed è rappresentato da specie molto vistose, di taglia medio/grande e dai costumi marcatamente arboricoli e notturni. Questa condizione ancestrale si manifesta nell’abilità che hanno di scalare le pareti lisce e nella spiccata predilezioni per soffitti, finestre, persiane, muri e altri luoghi riparati posti a una certa distanza dal suolo. Con i loro grandi cheliceri possono facilmente perforare la pelle umana e se disturbati non esitano a mostrarsi mordaci a differenza degli altri ragni italiani. Non si tratta però di ragni pericolosi per l’uomo visto che il loro veleno è scarsamente attivo.

Segestria florentina (Segestriidae) Di questo ragno, come mi illustra l’esperto e amico Mario Cavigli, penso proprio di aver fatto una brutta esperienza diretta. Molto tempo fa indossai un paio di scarpe vecchie abbandonate nel garage e immediatamente sentii un morso dolorosissimo, tanto che il ricordo ancora mi fa alzare i peli sulla schiena. Rari nelle case ma frequenti in cantine e legnaie, la specie più frequente e appariscente di questa famiglia è Segestria florentina. Trattasi di un ragno grande dalla colorazione scura, spesso interamente nera e dalla forma affusolata. Costruisce una tipica tela tubolare nelle cavità di legname o muri e dalla quale si dirama una raggiera di lunghi fili di seta bianca. Nonostante le dimensioni non si tratta di una specie pericolosa ma come ho avuto modo di sperimentare il suo morso può risultare molto doloroso.

Il temibile ragno violino (Loxosceles rufescens) Com’è fatto il ragno violino? Il Loxosceles rufescens, comunemente detto “ragno violino” europeo, è un ragno originario dei paesi dell’area mediterranea ed è solo un parente dei ragni americani ben più famosi e pericolosi. Animale di dimensioni abbastanza piccole si presenta di colore marrone chiaro, con addome uniforme e una macchia sul prosoma che può vagamente ricordare la forma di un violino, da cui il nome. A differenza della gran parte degli altri ragni, possiede 6 occhi invece che 8, disposti in modo caratteristico in tre coppie. Ha zampe allungate, sottili, e disposte appiattite lateralmente, che gli permettono di nascondersi in anfratti angusti e piccolissime fessure. Non costruisce ragnatele vistose ma generalmente si limita a tessere dei fili disordinati nelle zone che usa come nascondiglio.

Dove vive? Il suo habitat naturale è l’ambiente mediterraneo, caldo e asciutto, dove vive nascosto tra gli anfratti delle pietre. Si è però ben adattato alle nostre case, che gli offrono un clima idoneo tutto l’anno. Per questo motivo lo si può trovare in tutta Italia, sia al nord che al sud, anche nelle zone più urbanizzate. Animale schivo e notturno, durante la giornata rimane nascosto nelle fessure dei vecchi muri, dietro ai battiscopa, agli infissi, ai mobili, ai quadri, dietro scatoloni e materiale accatastato nei ripostigli, con predilezione per i materiali tessili. Soltanto durante le ore più tranquille e buie invece lo si può trovare in movimento. Per questo motivo la sua presenza passa molto spesso inosservata e le osservazioni risultano fortuite.

E’ pericoloso? Senza dubbio tra le specie di ragno italiane è una delle due con un veleno in grado di creare problemi di rilevanza medica. Questi però sopraggiungono solo in una piccola minoranza dei casi di morsicature, soprattutto in persone già debilitate o particolarmente sensibili alla tossina inoculata. Il suo veleno ha un’azione citotossica, agisce quindi disgregando i tessuti nei dintorni della zona colpita. Nella maggioranza dei casi il morso si risolve a livello cutaneo con un arrossamento dell’area interessata, ed eventualmente una piccola lesione cutanea che fatica a rimarginarsi. In casi più rari invece, la lesione necrotica può diventare di dimensioni più importanti necessitando così di cure specifiche, atte anche ad evitare infezioni successive.

Conclusioni Da quanto descritto fino ad ora l’unica specie pericolosa sul territorio italiano è Loxosceles rufescens o ragno violino. La presenza nelle case di predatori quali i ragni si rivela essere molto utile nel limitare il prosperare di insetti fastidiosi e infestanti: sebbene questi animali possano destare paura nelle persone aracnofobiche non c’è in realtà alcun vero motivo razionale per temerli o ucciderli.

Filmografia e libri Il ragno più famoso, l’Uomo ragno (Peter Parker), creato da Stan Lee per la Marvel Comics non fa paura a nessuno, anzi, si tratta di un supereroe le cui gesta sono state lette da milioni di ragazzi e i suoi film sono stati visti in tutto il mondo. Cosa ben diversa se si parla della saga del Signore degli anelli infatti, nel Ritorno del re, il grosso ragno che infestava il tunnel per Cirith Ungol in cui Frodo e Sam si imbatterono, era davvero terrificante, anche per il trattamento che il gigantesco aracnide riservò a Frodo. Per crearla il regista si ispirò all’ Atrax Robustus, un grosso ragno australiano molto aggressivo che lo terrorizzava da bambino. Qualcosa di analogo lo troviamo in Harry Potter e la camera dei segreti (2002), ma se frughiamo nel web non abbiamo difficoltà a trovare una quantità di materiale che ha appassionato registi e scrittori in ogni epoca.

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