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sabato, 19 Aprile 2025

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«Chissà se Bernardini non abbia avuto anche Lei, caro professore, come insegnante di trasformismo…»

Lettera di Luca Conticini – Egregio direttore, ho visto la lettera pubblicata a commento della mia intervista di qualche giorno fa e mi fa piacere sapere che il prof. Renzi condivide diversi miei giudizi ed affermazioni. Tuttavia ha sentito, confermando una sua non positiva caratteristica, l’irrefrenabile bisogno di spostare il discorso dalla verità dei fatti a fastidiose e false accuse personali.

Pur non volendo scendere su quel piano è comunque opportuno mettere un po’ d’ordine e ristabilire la verità.

E’ vero, ho contribuito nel 2009 assieme a Bernardini a smantellare il sistema di potere del partito che ha soffocato per 60 anni il comune di Bibbiena e di cui Lei, caro prof. Renzi, faceva organicamente parte. E’ altrettanto vero che ciò è potuto avvenire grazie ad una lista civica dove anche tutti i moderati e gli elettori di centro destra si sono riconosciuti.

E’ pur vero che – nella completa discontinuità – quel periodo ha segnato per Bibbiena una svolta: si è dissolta la opprimente cappa del pervasivo e inadeguato governo dell’amministrazione comunale costruita, come ben noto, dagli storici potentati socialcomunisti di cui evidentemente il prof. Renzi sente, anche oggi, la mancanza.

Purtroppo quello spirito di cambiamento si è esaurito quando – già dalla fine del primo mandato – la linea del sindaco Bernardini e dei suoi fedelissimi ha cominciato a vacillare sotto le sirene del “potente di sinistra” del momento. Si è inaugurata così una seconda stagione amministrativa che, tra alterne ed apparentemente contraddittorie vicende, ha fatto da profetico preludio a quanto in questi giorni accaduto.

Ho convintamente collaborato per la costruzione di una Bibbiena diversa, più dinamica e moderna, capace di valorizzare anche le proprie ricchezze artistiche e culturali, certamente lontana dal grigiore e dall’isolamento in cui la sinistra l’aveva portata. Ho condiviso scelte e responsabilità fin quando lo spirito costitutivo del rinnovamento ha trovato attuazione; mi sono pubblicamente dissociato quando questo è venuto meno scegliendo, alla fine del mandato, di non ripresentarmi.

Rispetto a tutto questo, solo un’ingiustificata e presuntuosa volontà di emettere sentenze può aver guidato la penna del prof. Renzi.

Viste le critiche che da più parti allora mi furono rivolte, a distanza di anni, senza velleità personali e nessun livore, mi è stato chiesto di dare un mio contributo alla lettura dei fatti che, anche il prof. Renzi converrà con me, lasciano oggettivamente perplessi: non sapevo però di dover chiedere al “sussiegoso censore” se e come poter esprimere un libero pensiero.

Per quanto riguarda il presunto “obbligo” che mi imporrebbe di dover scegliere da che parte stare, vorrei togliere l’ansia che involontariamente ho causato al prof. Renzi: stia tranquillo professore, il mio voto non sarà uguale al suo; io non sono con coloro che hanno tenuto per 60 anni il Casentino nello stato e nelle condizioni in cui si trova!

C’è un ultimo aspetto che vorrei puntualizzare perché lesivo anche della storia del nostro Paese.

Caro prof. Renzi quel “democristianamente” usato da Lei più volte come un’offesa non Le fa onore: quando la DC fu esautorata io avevo appena otto anni, Lei invece aveva avuto tutto il tempo di esserne prima intriso per poi convertirsi alla sinistra. Niente di male, ma ormai, prof. Renzi, non Le è più necessario – per dirla con Freud – “uccidere il padre per sentirsi adulto”.

Chissà se Bernardini non abbia avuto anche Lei, caro professore, come insegnante di trasformismo…

Luca Conticini

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