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giovedì, 20 Febbraio 2025

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Come un’isola tra le nubi

testo e foto di Andrea Barghi Goaskim – La neve incontrata a San Paolo in Alpe nel dicembre dell’anno scorso, era scomparsa e, l’inverno senza neve, non mi è mai piaciuto, perde di poesia, allontana sogni di fate turchine e di Babbo Natale. Stava venendo l’uggia perché in questo febbraio la candida materia non voleva saperne di scendere dal cielo, e il mondo naturale era grigio… cosa fare?

Ero quasi tentato di prendere l’aereo, andare in Lapponia ma, ripensandoci, non me la sentivo di volare da Roma, oppure da Milano, prendere un aereo per Stoccolma e un altro per Luleå, la capitale della Lapponia svedese, così abbandonai l’idea. Mi sentivo in una gabbia dorata, le avevo provate tutte per sconfiggere la noia; ascoltato musica, visto film su Amazon… in quel momento, non avevo voglia di nulla, ero insoddisfatto. Andai a Firenze, ma in inverno è fredda e per nulla accogliente. Allora tentai con Arezzo, entrai nel primo cinema che vidi e mi annoiai a morte, non ricordo neanche il titolo. Tornai a casa e mi buttai a capofitto nella lettura di libri. Staccai telefono e campanello mi sdraiai sul divano e mi dedicai alla lettura di un romanzo ma, giunto a metà non riuscii più ad andare avanti.

Anelavo alla natura, mi sarebbe piaciuto andare nella foresta di Camaldoli, ma nell’aria c’era un’atmosfera grigia che non mi piaceva per nulla. Allora mi chiesi: Come fare per vincere la noia che in quel mese mi creava insoddisfazione? In una delle tante notti insonni, mi venne un’idea che sperai fosse possibile realizzare.

La mattina dopo, telefonai al mio amico Danilo, lo Schumacher dell’aria, gli chiesi se aveva voglia di fare un volo sul Casentino, avrei noleggiato un elicottero da fargli guidare sperando lui fosse disponibile. L’unico giorno nel quale poteva dedicarsi a me fu il 12 febbraio; accettai. Il giorno stabilito andai a Bagno a Ripoli con il pilota.

L’elicottero era già sul piazzale, salimmo e dopo il rituale, partimmo con destinazione; la valle del Casentino. Finalmente sentivo scorrermi l’adrenalina nelle vene. L’insofferenza scomparve appena l’elicottero decollò e quando arrivammo sopra la valle, un mare di nebbia l’aveva inghiottita, pensai di aver fatto un viaggio a vuoto, ma l’adrenalina era ancora potente in me e Danilo, non si scoraggiò. Sicuro che la nebbia sarebbe scomparsa appena i primi raggi del sole l’avessero investita, sorvolammo la Giogana e ci trovammo sul confine tra Romagna e Toscana del parco nazionale. I raggi del sole emersero da quella caligine mostrando tetti brillanti di case sparse nella valle.

Difficile non pensare alla notte dei tempi che la valle del Casentino fa ricordare in situazioni come queste portandoci in pieno Medioevo. Quando la nebbia fu dissolta da lame di luce sempre più calde, continuai a osservare la valle e potei godermi il fascino del castello di Romena.

Sembrava una barca arenata in un mare verde e Porciano faceva pensare a un avamposto con baluardo a difesa del monte Falterona che, dietro di lui mostrava la boscosa vetta. Fu un’esperienza stupenda che mai dimenticherò.

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