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sabato, 21 Dicembre 2024

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Condannati al cambiamento

di Anselmo Fantoni – La Sanità di domani, tra futuristiche Case della Salute,  Ospedali e Pronto Soccorso a rischio, medici e servizi che vengono ridotti. Tutti noi siamo combattuti tra il rimanere ancorati alle tradizioni o al percorrere nuove strade e raggiungere nuove frontiere. Ricordo da bambino quando il dottore veniva a visitarci, a volte eravamo noi ragazzi più raramente nonni o genitori, a tutti venivano auscultati i polmoni, palpeggiata la pancia e poi si ascoltava la sentenza, qualche ricostituente un po’di brodo di gallina e tutti felici e contenti. Oggi i sintomi fanno scegliere quale tipo di esame del sangue o radiologico dobbiamo eseguire e il suo risultato farà decidere la terapia. Si, oggi il mondo è diventato piccolo, siamo informati in tempo reale su cosa accade dall’altra parte del mondo e presto la diagnostica raggiungerà capacità inaspettate. Il medico di famiglia oramai è un’istituzione che va scomparendo, divenuto medico di base oggi viene tolto dal tessuto civile e rinchiuso nelle Case della Salute. Di per sé, una risposta positiva alla sanità del terzo millennio, di fatto una risposta un po’ arcaica rispetto ai cambiamenti che velocemente stanno trasformando il mondo intero.
Ma cosa dovrebbe essere una Casa della Salute?
Un luogo di primo intervento per decongestionare Pronto Soccorso, Ospedale e poliambulatori, dando le prime risposte a patologie minori e supportando i pazienti cronici; un luogo dove sviluppare un’azione di contrasto nei confronti dei cittadini che potrebbero cronicizzare alcune patologie proprie della nostra epoca e dove seguire il percorso post operatorio a domicilio, con due ambiziose prospettive, risparmiare e far stare meglio le persone, insomma un presidio per il bene dei cittadini.
Ma come spesso accade in Italia si parte con un progetto e si finisce per ritrovarci impantanati in qualcosa che non avremmo voluto. Sparirà il medico di famiglia come lo conosciamo, i medici di base lavoreranno in pool e i nostri dati sanitari non saranno più patrimonio del nostro dottore, ma del computer e della nostra tessera sanitaria, al bisogno a seconda del turno saremo aiutati nelle nostre necessità dal dottore presente, una sorta di pre Pronto Soccorso, ma nella Casa della Salute potremo ricevere anche servizi di diagnostica minore come ecografie o elettrocardiogrammi, ma soprattutto dovranno essere messe in atto strategie per una vera prevenzione in modo da ritardare l’insorgere di patologie croniche prevenendo più che curando le malattie conosciute e contrastando quelle che ancora non conosciamo. Poppi ha già la sua casa della salute operativa e entro l’anno anche Pratovecchio Stia sarà dotato di una struttura analoga ricavata nel vecchio immobile che ospitava il Municipio di Stia. Quando saranno a regime diminuiranno gli accessi al Pronto Soccorso e diminuiranno le degenze ospedaliere, ma anche le visite al poliambulatorio del Casentino. Fin qui la fiaba a lieto fine, nella realtà i medici di base hanno un’età prossima al pensionamento e nel Comune di Bibbiena, per esempio, al momento proprio a causa di alcuni pensionamenti il sistema sta dando segni di cedimento, con immancabili disservizi che devono subire proprio i cittadini. Nella Sasa della Salute per esempio è previsto anche un CUP per la prenotazione di esami specialistici, tradotto: posti per nuovi dipendenti di cooperative chiamate a gestire il servizio, uno dei medici ricoprirà il ruolo di organizzatore del gruppo con conseguente indennità di funzione e come è prevedibile i costi lieviteranno e i servizi non saranno alla loro altezza. Ma questa nuova visione della sanità di base comporterà un depotenziamento sia del Pronto Soccorso che dell’Ospedale di vallata che prevediamo andranno verso la chiusura, in tutto questo, grazie al numero chiuso alla facoltà di medicina nei prossimi anni sarà sempre più difficile garantire il turn over non solo per i medici di base, ma anche per quelli ospedalieri. In tutto questo i sindaci e le amministrazioni sembrano passivamente subire gli eventi lasciando in mano a burocrati e funzionari la spartizione della sanità che sta diventando sempre più privata. Il recupero del ex municipio di Stia, costato circa 1.300.000 di Euro ospiterà quindi la nuova Casa della Salute e il centro di Protezione civile e tutto sarà sicuramente gestito da una cooperativa che speriamo almeno paghi puntualmente gli stipendi, ci saranno grandi inaugurazioni e solo il disastro elettorale ci risparmierà, forse, la passerella di tanti senatori ed onorevoli pronti a mettersi in mostra. Come sempre nessuno pagherà per le promesse non mantenute, per una sanità che vogliono pubblica solo per farne un campo di raccolta, obbligando i cittadini a rivolgersi sempre più alle strutture private. Ancora oggi, mentre posso pagare tutte le bollette col computer o prenotare e pagare il treno o l’aereo col telefonino non posso prenotare una visita specialistica, che deve essere prescritta da un medico che potrebbe tranquillamente anche fissare il giorno e l’ora in cui farla, o alla Casa della Salute o a un Ospedale qualsiasi, ma questo servizio potrebbe anche tornare pubblico, ma in effetti, pensandoci, come faremo senza cooperativa?
Dove piazzare gli amici degli amici? Come sistemare i politici decaduti?
Come sempre spesso accade le buone intenzioni si infrangono in un sistema inadeguato a gestire i cambiamenti in atto, quando non è corrotto e connivente con interessi lontani dalla collettività. Per ora sarà bene tenere sotto stretta osservazione la propria salute, perderla in questo periodo di transizione non è cosa auspicabile ma come sempre sarà il nostro impegno e la nostra partecipazione, ognuno nel suo ruolo che permetterà di uscire vincenti da questo rebus organizzativo. La storia recente d’Italia ci insegna che ogni volta che abbiamo rivoluzionato un sistema sono aumentate le spese e peggiorati i servizi e questo per la Sanità non è un buon viatico, cercheremo con i prossimi numeri di informarvi su cosa sta succedendo nella sanità toscana, nel frattempo datevi da fare, perché le lacune formative si possono colmare da grandi, ma se perdi la salute il futuro si tinge di nero. Questo è solo l’inizio, e speriamo di sbagliarci, una cosa è certa nessun Dottore si batterà contro le cose che non vanno nel sistema perché ormai anche loro sono parte di esso, o forse qualcuno prima o poi alzerà la testa, magari chi nel frattempo si è ritirato in pensione e si riscopre nuovamente libero.
Se son rose fioriranno, se son cactus bucheranno, speriamo non siano cactus amari.

(tratto da CASENTINO2000 | n. 294 | Maggio 2018)

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