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domenica, 24 Novembre 2024

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Croce Rossa Alto Casentino, la forza della solidarietà

di Francesco Benucci – Al giorno d’oggi siamo abituati ad associare il concetto di forza ai più disparati aspetti: si parla di forza in ambito sportivo, si confronta la potenza su uno scenario, ahinoi, militare, si contano i follower, si mostrano i muscoli. Eppure, la forza, è anche altro, anzi, dovrebbe essere altro: in una realtà globale sempre più connessa, dove le problematiche diventano più rapidamente comuni, una vera manifestazione di forza è quella che vede dispiegare le proprie energie non solo per sé stessi, ma altresì per gli altri, per chi è in difficoltà, per la collettività: è la forza del volontariato, della generosità, della solidarietà, che rende la nostra specie realmente umana.

È la forza di un’associazione come la Croce Rossa, la più grande organizzazione umanitaria in Italia e nel mondo. Con l’intento di intervenire in aiuto dei feriti e delle vittime di entrambe le parti coinvolte in un conflitto, essa nasce nel 1863, viene rafforzata l’anno successivo con il varo del diritto internazionale grazie alla Convenzione di Ginevra e vede la luce in Italia, a Milano, il 15 giugno 1864. Col passare degli anni si ramifica nei tanti comitati che portano il vento della solidarietà in ogni spicchio di territorio e già nella seconda metà del 1800, in forma embrionale, i comitati della Croce Rossa operanti nel Casentino, in particolare quello afferente a Stia, si rivelano come tra i più antichi della provincia aretina.

Più volte aggiornato dal punto di vista statutario, in risposta ai cambiamenti del tempo e alle richieste dalla società, in quanto organizzazione dinamica che si evolve per offrire soluzioni adeguate alle emergenze e alle vulnerabilità più specifiche di ogni singola realtà, il suddetto comitato stiano da due anni ha modificato il suo nominativo in Croce Rossa Italiana – Comitato Alto Casentino, così da avere una visione d’insieme più ampia e coordinata che include, nel suo ambito d’azione, i paesi di Pratovecchio Stia, Castel San Niccolò, Poppi e Montemignaio.

Questo ente, che rispetta e al contempo raccorda le peculiarità di ciascuna zona, fa parte del Comitato Regionale Toscana, a sua volta compreso nel circuito della Croce Rossa Italiana, ovviamente inquadrata, insieme alle altre società nazionali, nel complessivo Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, in un gioco ad incastri che testimonia l’unione di fondo che caratterizza tutta l’associazione e che si palesa efficacemente nei sette Principi Fondamentali che rappresentano spirito ed etica del sodalizio: Umanità, Imparzialità, Neutralità, Indipendenza, Volontariato, Unità, Universalità. Tali dettami sono poi calati nelle maglie dei singoli comitati territoriali, tanto che la formazione, sempre ispirata ai menzionati principi, parte da una base comune che rende ciascun volontario “spendibile” in più contesti, capace di rispondere a più esigenze, proprio in virtù di un percorso capace di aggregare, conformare, preparare.

A tal proposito, come agisce nel concreto la realtà alto-casentinese? Si parte dalla “Strategia 2030”, un documento di riferimento condiviso tra i comitati, da tradurre in un’agenda di iniziative: prendendo spunto da questo piano programmatico, viene effettuata l’analisi dei bisogni, delle vulnerabilità del territorio e delle risorse a disposizione, sia dell’organizzazione locale sia della zona medesima; emergono così delle macroaree d’ambito che richiedono attenzione e azione: l’ambito della salute (118, trasporti, dialisi, corsi di formazione sull’uso del defibrillatore e sugli stili di vita sani…), l’ambito del sociale (distribuzione viveri, supporto a chi arriva nel territorio, inclusione, raccolta abiti inviati alla Croce Rossa Regionale che a sua volta li distribuisce a chi ne ha necessità, buoni spesa per famiglie meno abbienti, sostegno in generale a chi è più fragile da un punto di vista economico…), l’ambito legato alle emergenze (esondazioni, terremoti, sbarchi migranti, aspetti legati alla Protezione Civile, relativa strumentazione…), l’ambito dell’organizzazione e del volontariato per quanto riguarda la gestione interna, l’ambito della cooperazione internazionale, ad oggi meno sviluppato nella cornice nostrana, ma senz’altro futuribile considerando le dinamiche attuali.

E d’altronde sarebbe errato pensare ai volontari valligiani impegnati solo all’ombra del Falterona o lungo le sponde dell’Arno: anche in virtù di un coordinamento, di un’impostazione che li uniforma, la forza della solidarietà che li caratterizza li ha portati nell’hotspot di Lampedusa, in Emilia Romagna dopo l’alluvione, ad Amatrice e in altri luoghi terremotati. L’attivismo dell’ente casentinese deriva altresì da una dotazione di buon livello sia per ovviare a circostanze straordinarie (basti pensare alle 3 tende pneumatiche e al mezzo per la movimentazione delle tende medesime, utili soprattutto in caso di emergenze) sia quando si tratta di provvedere all’ordinario: un fiore all’occhiello e motivo d’orgoglio è, ad esempio, la rinnovata sede di Stia, attrezzata in modo tale che gli operatori si sentano a proprio agio e si immergano in un clima familiare; quello che era sostanzialmente un garage è diventata una vera comfort zone, in primis in un’ottica di risposta alle esigenze del territorio, ad esempio permettendo ai volontari di poter dormire in loco in occasione dei servizi notturni così da rendere la loro risposta più efficace; è sia il luogo deputato a pianificare le attività ma anche il contesto adatto per favorire l’aggregazione, l’unione di intenti, tra volontari e non solo. La nuova sede, vivibile, accogliente, e spaziosa, ristrutturata ad opera degli stessi volontari giorno dopo giorno, è stata realizzata negli ultimi due anni, mettendo in campo le professionalità di ciascuno, ed è stata fortemente voluta da tutti.

Ma se la Croce Rossa ha le sue potenzialità pienamente espresse, come testimoniano anche un sistema di comunicazione a prova di emergenza, basato su frequenze e ponti radio ad hoc, o il fatto che nel calderone della Protezione Civile l’associazione suddetta, in ossequio alle sue specificità, è ritenuta una struttura a parte, al contempo non mancano le potenzialità da sviluppare ulteriormente, ampliando la capacità di risposta in quegli ambiti che più trasmettono sollecitazioni, dal sanitario al sociale. Così l’analisi del nostro territorio restituisce il quadro di una popolazione sempre più anziana e questo trend, unito a una percentuale di giovani fuori sede e a realtà frastagliate, montane, di non semplice accessibilità, si traduce nella necessità di mezzi e strumentazioni (sedioline elettriche ad esempio) adeguate al trasporto di persone, giustappunto, anziane e magari non deambulanti.

Ecco perché i nostri si sono posti come obiettivo quello di implementare il parco mezzi: un importante risultato, una nuova ambulanza, un grande investimento che vedrà la sua inaugurazione il 20 ottobre, è stato raggiunto; altri obiettivi da perseguire sono già ben chiari, innanzitutto un fuoristrada per trasporto tende in caso di cataclismi di varia natura o per raggiungere persone che abitano in luoghi impervi; infine, qualche idea, da concretizzare nel lungo termine, si sta delineando, come un’idrovora utile nell’ambito emergenze. Il tutto senza dimenticare che una strumentazione potenziata sarebbe un sostegno formidabile pure nell’ordinario, che si tratti di distribuire viveri, di accogliere chi arriva nel nostro territorio o di espletare altre incombenze. Parimenti, affinché queste iniziative di solidarietà, di sostegno, di aiuto, possano rispondere a quanto richiesto, accanto ai mezzi, ci vogliono le persone, la sensibilizzazione, la formazione. Ecco perché obiettivo primario del nostro comitato è allargarsi a nuovi volontari che possano poi, in un futuro prossimo, prendere le redini del movimento, dando vita ad un ricambio sia generazionale che gestionale (per chi fosse interessato la mail di riferimento è altocasentino@cri.it e il numero di telefono, che funziona anche come contatto WhatsApp, è 0575 504520): con la suddetta finalità, nella seconda metà di settembre, prenderà il via un corso d’accesso, i cui requisiti d’entrata sono il tempo a disposizione, la voglia di mettersi in gioco e uno spirito improntato a sostenere il prossimo.

Questo corso incentrato sulla conoscenza generale della Croce Rossa, comprensivo del primo soccorso e la cui presentazione si terrà il 24 settembre alle ore 20:30 nella sede di via Matteotti 27 a Stia, consente di entrare a far parte di una realtà interconnessa che può portare ad operare in ogni scenario locale, nazionale e internazionale, e al contempo apre la possibilità di optare per specializzazioni (se ne può scegliere una o più di una nel rispetto delle proprie attitudini) come salute, Protezione Civile, sociale, etc.; ognuno dei citati ambiti introduce inoltre a dei livelli di crescita, per cui da operatore si può arrivare anche ad essere formatori nazionali.

E, a conferma delle grandi potenzialità di impiego, ciascun settore racchiude svariate declinazioni: ad esempio, per quanto riguarda le emergenze, si possono approfondire aspetti che richiamano il ramo cinofilo, il soccorso in acqua, il soccorso in zone impervie, l’utilizzo dei droni, la qualifica CBRN (chimico-biologico-radiologico-nucleare), presente nel comitato di Stia e particolarmente utile nel periodo del Covid. Volontari, formazione, progetti, attività, coordinamento… ecco la vera forza della Croce Rossa, una forza generosa, una forza a cui tutti possiamo dare il nostro piccolo, ma basilare, contributo, una forza che ha un passato, agisce nel presente ed è vitale per il futuro: la forza della solidarietà.

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