I lavoratori della Provincia di Arezzo hanno deciso durante l’assemblea del personale del 19 Luglio 2012 di dare mandato alla RSU, dopo aver preso atto del contenuto del decreto 95/2012 cosiddetto “spending review” e ritenendo che le disposizioni appena emanate non procedono nella vera e giusta revisione della spesa pubblica, di agire e reagire contro l’ulteriore attacco contro lo stato sociale, i servizi pubblici, il futuro del proprio posto di lavoro che con le scelte operate dal Governo senza senso di equità, giustizia e soprattutto di “invarianza dei servizi ai cittadini”, consistono solo in tagli che:
- colpiscono ancora una volta in modo lineare, punitivo, ingiustificato anche le istituzioni locali con la drammatica riduzione degli stanziamenti dei capitoli di spesa e di investimento;
- denotano la mancanza di rimedi per una crescita e ripresa economica del paese; prevedendo frettolosi accorpamenti degli enti,
- minacciano gravemente il mantenimento dei servizi indispensabili ai cittadini, riducendo ulteriormente i finanziamenti ai comuni e alle province senza distinguere tra Enti virtuosi o meno.
Soprattutto i tagli previsti minacciano la solidità dimostrata dai lavoratori degli enti locali che, pur in assenza di risorse economiche adeguate, responsabilmente mantengono ogni giorno efficienti e attive le strade, le scuole, il territorio e gli altri servizi ai cittadini.
Si preferisce attaccare i dipendenti pubblici pur di non mettere mano alle sfacciate pensioni d’oro, agli stipendi esagerati degli alti funzionari e dei manager dello stato come sulle indennità dei tanti manager che sono alla guida delle numerose ed in giustificate società pubbliche o partecipate dove, purtroppo, non è stato fatto alcun atto concreto per diminuire i numerosi privilegi dei politici di professione ed il numero dei Parlamentari e Consiglieri Regionali che, oggi piu’ che mai, sono lontani ed insensibili dalle vere esigenze dei cittadini.
I dipendenti della Provincia di Arezzo esprimono un giudizio profondamente negativo poiché di fatto viene paralizzata ogni azione volta alla ripresa economica. L’incertezza sul futuro e la riduzione degli stipendi non permetteranno di dare un contributo ai commercianti, agli albergatori, ai ristoratori ed agli altri operatori economici che da tempo attendono una ripresa dei consumi. La convinzione del governo “più licenziamenti maggior sviluppo”, messa già in atto con la riforma del lavoro, ora si esplica negli esuberi degli impiegati pubblici conseguente alla cancellazione di funzioni svolte.
Non è assolutamente condivisibile risanare un’azienda impedendone la vendita del prodotto.
I tanti vantati risparmi che si otterrebbero con la “spending review” nella pratica da cosa si ottengono? Mandando in pensione i pubblici dipendenti? E perché le pensioni non sono spesa pubblica e quindi quali risparmi risultati si attendono? O i risparmi verranno quasi esclusivamente dal taglio lineare ai finanziamenti dei servizi??
Esprimiamo profonda preoccupazione per le nuove previsioni sull’eliminazione degli organi politici delle Province quali espressione di volontà popolare. Verrà meno il controllo democratico e l’espressione di dissenso o approvazione sulle scelte che i nominati faranno allargando la forbice tra paese reale e rappresentanza politica con la conseguenza di minare all’origine le aspettative degli utenti sui servizi loro forniti. Senza sottovalutare il caos istituzionale che si sta già verificando con il nuovo sistema elettorale che si riflette inevitabilmente sulla gestione quotidiana degli Uffici e drammaticamente sugli investimenti bloccando di fatto programmi e scelte sul territorio.
Preoccupanti sono anche le previsioni in merito alla riduzione ed accorpamento delle province, in quanto è evidente la volontà di penalizzare i servizi erogati da questo ente, servizi utili e strategici per i cittadini. L’eccessiva frammentazione da un lato, ma anche la possibile gestione regionale diretta porterebbe ad una perdita delle professionalità umane presenti e delle esperienze maturate nel tempo, all’interruzione della programmazione e degli investimenti nell’edilizia scolastica, nella difesa del suolo, ma anche nella formazione e nei centri per l’impiego che nel dispositivo non sono adeguatamente presi in considerazione. Sono a rischio i tanti servizi resi ai cittadini sia nel campo della promozione territoriale, che nei servizi sociali o nei contributi agricoli, ma anche nella tutela della fauna e del territorio.
A distanza di quasi 1 anno dal primo provvedimento per la soppressione e poi riorganizzazione dell’ente, si sono accumulati vari, disorganizzati e inapplicabili progetti di riforma che non produrranno di fatto né risparmi né innovazione concreta, ma solo tagli e confusione insieme a desolazione, smarrimento per i cittadini e i dipendenti.
La regione, che ha il potere di decidere sulla nuova organizzazione territoriale, con il suo silenzio disarmante sta alimentando preoccupazioni e disagi che si riflettono sia sui cittadini che sui dipendenti delle province. Ad oggi non è dato capire quali siano i nostri destini, le proposte e le strade che la regione vuole intraprendere per dare attuazione alle nuove disposizioni normative.
Per questo si darà avvio ad una serie di iniziative da attuare immediatamente, insieme al Coordinamento delle RSU delle Province Toscane, con lo scopo di sensibilizzare ed informare i cittadini, i politici e tutti i soggetti coinvolti delle conseguenze a cui andranno incontro. Per questo:
- si richiederà un preciso impegno della amministrazione provinciale di farsi carico e supporto attivo per concretizzare gli incontri e i tavoli sia interni all’ente ma anche presso l’UPI e la Regione Toscana richiedendo oltre alle organizzazioni sindacali la presenza della RSU e dei componenti il Coordinamento delle RSU Toscane, in modo che quest’ultime informino i lavoratori;
- attiveremo incontri locali con i politici nazionali, regionali e provinciali richiedendo loro impegni precisi per la salvaguardia dei servizi ai cittadini e per i posti di lavoro dei dipendenti dell’Ente;
- organizzeremo una manifestazione davanti al palazzo del Governo regionale, qualora la Regione Toscana non convochi con urgenza un incontro con i lavoratori o tavoli tecnici alla presenza dei rappresentanti dei lavoratori,
- coinvolgere la Provincia di Arezzo ad organizzare uno o più incontri, a breve scadenza, con tutte le amministrazioni comunali presenti nella provincia oltre ad altre amministrazioni locali, per concordare con trasparenza un piano concreto per la salvaguardia dei servizi da trasferire ma soprattutto per garantire il mantenimento dei posti di lavoro;
- Diffonderemo, anche mediante volantinaggio, un documento che sintetizzi le preoccupazioni, i disagi e le conseguenze reali e concrete che i tagli lineari stanno comportando per tutti i cittadini e lavoratori di questa provincia.
Il presente documento è stato approvato all’unanimità dall’assemblea del 19 Luglio 2012 del personale dipendente della Provincia di Arezzo.
Gino Pitti coord. RSU DELLA PROVINCIA DI AREZZO