di Anselmo Fantoni – Le liturgie cattoliche hanno nel passato segnato le abitudini anche ludiche di intere generazioni, poi col tempo c’è stato una trasformazione silente dei costumi e delle usanze. Nell’ottocento, dopo Porta Pia ci fu la frattura tra chiesa e stato, ma già Napoleone aveva dato una forte spallata al potere temporale dei papi.
Tra le due guerre Soci vive un periodo magico, si consolidano le associazioni culturali e sociali, si ammoderna il teatro e nasce la Società del Carnevale, serate danzanti e momenti leggeri per lavare via la fatica di tutti i giorni sia nei campi che in fabbrica. Il culmine dei festeggiamenti si raggiungeva il martedì grasso, in cui il consumo della ciccia era un obbligo, anche perché in quaresima si doveva rinunciarci spesso. Ma un gruppo di buontemponi pensò bene di prolungare la festa anche al triste mercoledì delle ceneri, cosi il martedì fu cuccagna e il mercoledì il giorno delle “pulende” con aringhe e baccalà la mattina e la sfagiolata la sera, per non incorrere nel divieto del consumo di carne nel giorno di vigilia nera.
Dopo quasi un secolo la tradizione è rimasta viva, ovviamente modernizzata ma intatta nello spirito di festa e di condivisione di gioia nella piazza del paese che guarda caso viene soprannominata piazza padella. Che abbia attinenza con la cuccagna? In passato tutto era più semplice, la Società del carnevale si faceva carico di reperire le materie prime e le porzioni venivano regalate gratuitamente ai paesani e gli “avanzi” della mattina si mangiavano la sera, perché una volta non si sprecava nulla.
Dopo quasi un secolo oggi la Cuccagna del martedì grasso è organizzata dalla Misericordia e la Proloco di Soci e il mercoledì si rioca con baccalà alla griglia, un baccalà particolare, ordinato specificatamente per l’occasione, di una qualità sopraffina e sempre il mercoledì sera la sfagiolata con tagliolini in crema di ceci e baccalà con fagioli.
Il successo da diversi anni è crescente, molti infatti attendono questi due giorni per assaporare cibo appetitoso, consumandolo in compagnia di amici e parenti nella riscoperta del convivio sociale in una sorta di agorà paesano che una volta era molto più usuale di oggi. Nel tempo diversi gruppi di amici si sono succeduti nell’organizzazione dell’evento, forse ne arriveranno altri ma questa semplice “sagra invernale” pare non sentire il passare del tempo e promette di continuare a lungo. Le tradizioni sono sempre dure a morire, soprattutto se incarnano volontà positive e voglia di stare insieme. Così anche quest’anno andranno in scena sia la cuccagna del martedì grasso il 13 febbraio che le colazioni col baccalà del mercoledì delle ceneri 14 febbraio, chiuderà i festeggiamenti la cena con la sfagiolata e poi sarà quaresima.
Negli anni alcuni personaggi del paese hanno fatto la storia di questa manifestazione ma anche di Soci, ricordarli potrebbe indurci a delle spiacevoli dimenticanze così vi invitiamo a scoprirli nelle foto a corredo dell’articolo e se siete giovani chiedete ai vostri nonni, avranno sicuramente qualche aneddoto esilarante da raccontarvi, in fondo le tradizioni servono anche a non dimenticare chi col loro impegno e passione ha permesso che arrivassero fino a noi così da goderne a pieno. Buona cuccagna e simpatica sfagiolata.
Le foto (esclusa la prima foto di una sfagiolata recente) appartengono alla famiglia di Mario Chiarini