di Marta Andreani – L’impianto di teleriscaldamento a cippato che è stato realizzato per permettere di riscaldare il complesso scolastico “Guido Monaco” di Rassina, con la scuola materna, elementare e media e la palestra, è attivo dal gennaio 2016 e sembra che vada a gonfie vele: “la gestione dell’impianto è ottimale! Per ora va benissimo, ci dà un sacco di soddisfazioni. Per tutto l’inverno non si è mai fermato e non ha mai dato problemi di manutenzione”.
Simone Baglioni, tecnico della Eco-Energie, Società Agricola che ha in parte finanziato il progetto insieme al Comune di Castel Focognano, sintetizza così il funzionamento dell’impianto dall’attivazione fino ad oggi.
Cosa sono le biomasse? Ce lo spiega in modo molto semplice? «Le biomasse comprendono vari materiali di origine biologica riutilizzati in apposite centrali termiche per produrre energia elettrica. Si tratta generalmente di scarti dell’agricoltura, dell’allevamento e dell’industria. Va comunque fatta attenzione a non confondersi: il concetto di biomassa è ben diverso da quello della termodistruzione dei rifiuti! Le biomasse sono esclusivamente scarti di origine vegetale e non vanno confusi con i rifiuti delle attività umane. Per ridurre l’impatto ambientale è inoltre necessario che le centrali siano di piccole dimensioni ed utilizzino biomasse locali, evitando in questo modo il trasporto da luoghi lontani. Nel caso dell’impianto a biomasse di Rassina viene utilizzata per il suo funzionamento del legname da ardere.»
Come funziona tecnicamente la centrale? «Una centrale a biomasse produce l’elettricità grazie al vapore prodotto attraverso la combustione di uno dei materiali di scarto di origine vegetale, come ho detto prima, il legname in questo caso, che mette in funzione una turbina collegata ad un alternatore. Le biomasse vengono bruciate in una camera di combustione, producendo il calore necessario a trasformare, nella caldaia l’acqua in vapore che viene inviato sotto pressione alla turbina. Il vapore mette in rotazione la turbina che a sua volta fa ruotare il rotore di un alternatore che produce corrente elettrica alternata. La corrente così prodotta viene inviata ad un trasformatore che la eleva di tensione prima che venga immessa nella linea di trasmissione. All’uscita della turbina, il vapore viene nuovamente trasformato in acqua grazie ad un condensatore nel quale circola acqua fredda. L’acqua viene, da quest’ultimo, reimmessa nella caldaia.»
Quali sono i vantaggi del riscaldamento a biomasse? «Prima di tutto costituiscono un ottimo sistema per ridurre l’inquinamento: i biocombustibili sono un’energia pulita a tutti gli effetti! Liberano nell’ambiente le sole quantità di carbonio che hanno assimilato le piante durante la loro formazione ed una quantità di zolfo e di ossidi di azoto nettamente inferiore a quella rilasciata dai combustibili fossili. Essi consentono di diminuire le emissioni di anidride carbonica sino a 25 volte. Altro aspetto importante è che sono anche molto meno costosi, soprattutto in una zona come quella del Casentino vale la pena investire in questi tipi ti progetti.»
Perché sostiene che il Casentino sia un territorio adatto a progetti di riscaldamento a biomasse? «Il Casentino è una zona di montagna ed è proprio qui che l’impianto rende il meglio di se sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista ambientale. Perché dal punto di vista ambientale? Perché il 90% del legno utilizzato viene infatti da Chitignano, Pontenano e da altre zone vicine, questo porta manutenzione e salute ai nostri boschi, in più si riesce a utilizzare il legno a distanze cortissime. Le opere di riforestazione permettono di recuperare terreni altrimenti abbandonati da destinare alla produzione di biomasse e contemporaneamente migliorare la qualità dell’aria che respiriamo. Le piante svolgono infatti un’importante funzione di “polmone verde” del pianeta, riducendo l’inquinamento e l’anidride carbonica contenuta nell’aria. Le coltivazioni dedicate esclusivamente a produrre biomasse da destinare alla produzione elettrica non fanno eccezione a questa naturale caratteristica delle piante.
Infine, da un punto di vista economico perché questi impianti attivano l’economia circolare, dando possibilità alle aziende circostanti di poter valorizzare del materiale che altrimenti sarebbe stato scartato. In casentino ci sarebbero molti posti in cui si potrebbe attivare questi impianti. Il fatto che l’energia dalle biomasse si basi soprattutto sugli scarti di produzione delle attività produttive è un’ulteriore vantaggio economico e sociale in quanto il settore riutilizza e smaltisce rifiuti in modo ecologico.
Concludendo, quello dell’impianto a biomasse è un’ulteriore riprova di quanto il Casentino e le sue foreste possano dare dal punto di vista economico e ambientale.»
(tratto da CASENTINO2000 | n. 286 | Settembre 2017)