In una intervista esclusiva a CASENTINO2000 il Sindaco di Bibbiena Daniele Bernardini ha rilanciato il progetto del Comune Unico del Casentino, considerato l’unica vera risposta al caos politico e alla situazione assolutamente ingestibile che si è venuta a creare nella vallata.
Bernardini ha sintetizzato nell’intervista le fasi del percorso che si era aperto all’indomani delle elezioni amministrative del 2014. “Il ricambio alla guida delle amministrazioni casentinesi aveva permesso di avviare un dialogo e aveva aperto la prospettiva delle fusioni di comuni. Purtroppo il confronto all’interno della commissione creata per preparare una proposta complessiva si è presto bloccato mettendo in evidenza la totale mancanza di volontà nel perseguire un percorso che a parole, soprattutto il PD, affermava di condividere”.
In questo anno era prevista la scadenza per il rinnovo del Consiglio regionale, un appuntamento che non ha favorito il confronto ed anzi ha rallentato il percorso già difficile che si cercava di portare avanti. Tra l’altro anche dalla Regione, nonostante molti abbiano anche espresso parere favorevole alle fusioni, non sono certo venuti atti coerenti e conseguenti a quanto sostenuto. Anzi per quanto riguarda la proposta di tenere un referendum a Chiusi della Verna a sostegno della Proposta di fusione con Bibbiena e Ortignano Raggiolo, proprio dal PD viene un netto rifiuto a votare la legge in Consiglio, anche se già 1.000 firme sono state raccolte a sostegno di questa proposta.
Negli ultimi mesi poi sono state le prese di posizione di Paolo Agostini ha mettere in evidenza l’inutilità dell’Unione dei Comuni. “L’uscita dal PD di Agostini e la sua nuova posizione di minoranza all’interno della Giunta ha portato ad un inasprimento dei toni. Questo ultimo periodo in particolare ci ha detto che questa Unione non è gestibile, ad oggi siamo a discutere su chi sia il presidente, questo è pradossale a mio avviso. Ma questo la dice lunga su quello che è l’Istituzione Unione che non rappresenta, e questa è una cosa che ho sempre sostenuto, il modello amministrativo adeguato per il Casentino. Il percorso che in questo anno abbiamo cercato di fare anche con Agostini è stato minato all’interno dell’Unione anche dagli stessi dirigenti che lo stesso Paolo Agostini in questo periodo ha più volte nominato. Conferma che all’interno di quella struttura c’è chi non intende mollare e vuole continuare a tenere in mano le redini del Casentino, a volte anche a dispetto della politica. Io condivido il percorso di Agostini rispetto a quello che ha detto sulle fusioni; rispetto quello che ha detto sulla struttura e i dirigenti. Quello su cui non siamo d’accordo è sul fatto di mantenere o meno l’Unione. Lui sostiene la necessità di mandare avanti, in attesa delle fusioni, l’Unione. Io ritengo invece che dobbiamo procedere alle fusioni togliendo di mezzo questa struttura che impedisce proprio questo percorso”.
Prendendo atto di quanto accaduto ecco la proposta che Bernardini intende rilanciare con forza: “La situazione è assolutamente ingestibile e quindi io ritengo che dobbiamo rilanciare e ripartire dalla proposta di creare un Unico Comune in Casentino.
Questo è l’unico modo per poter amministrare veramente con delle prospettive perché continuando come adesso vediamo che ognuno all’interno dell’Unione continua solo a tirare l’acqua al proprio mulino. Ripartendo quindi da un’idea di Comune Unico, vorrei che tra sindaci, amministratori e cittadini si creasse un movimento che sostenesse la proposta di fusione di tutti i comuni del Casentino in uno solo. Prevedendo di arrivare comunque a fusione anche solo nei comuni dove la maggioranza dei cittadini esprimesse un parere favorevole a questa ipotesi. Quindi arrivare comunque ad un Comune Unico tra tutti i comuni che lo vogliono in Casentino. Questo potrebbe veramente dare una spinta e mettere in evidenza chi vuole seriamente e chi solo a parole arrivare alle fusioni”.
Questa proposta naturalmente prevederebbe la nascita di un Comune Unico che comprenda i 10 attuali comuni Casentinesi (da Pratovecchio Stia a Talla) in quanto uno dei motivi per i quali è fallito il referendum sul Comune Unico nel 2012 è stato l’inserimento anche di Capolona e Subbiano nella proposta.”
Comunque quella consultazione vide la vittoria dei NO, ma anche una partecipazione limitata e soprattutto una larga fascia di territorio dove invece a prevalere furono i SI creando in pratica da Badia Prataglia a Rassina una bozza di Comune Unico. Chiediamo a Bernardini cosa accadrebbe questa volta se i SI prevalessero in territori non confinanti e la Regione quale normativa prevede in questi casi.
“La Regione prevede che ci sia una proposta di legge articolata in cui sia inserito in modo specifico che si arrivi a fusione nei comuni dove questo è accettato. La Regione ha comunque sempre in mano il pallino per cui nella situazione di comuni non confinanti ha anche la facoltà di decidere in maniera diversa per soddisfare comunque l’esigenza della continuità territoriale”.
Su questa proposta Bernardini si augura “che possano esserci dei tempi rapidi perché comunque il Casentino secondo me non può aspettare. Ci sono temi importanti di cui parliamo tutti, come lo sviluppo turistico del nostro territorio su cui non possiamo agire se non in modo univoco e così divisi come siamo oggi non è possibile fare nulla di concreto. Quindi i tempi dovrebbero essere più ristretti possibile”.
(Il video dell’intervista lo trovate sulla pagina Facebook di CASENTINO2000)