di Marcello Bartolini – Nella scorsa estate ed anche in questo autunno diversi fatti di cronaca casentinese hanno fatto nascere in me le riflessioni che intendo condividere con i lettori.
Partiamo dall’inizio, diversi episodi nei mesi scorsi hanno attivato ricerche ad ampio raggio di persone che si sono perse o che, purtroppo, hanno avuto incidenti o peggio hanno perso la vita. Mi limiterò a fare riferimento all’episodio avvenuto ai primi di ottobre quando un anziano cercatore di funghi è fortunatamente stato ritrovato incolume dopo che era rimasto in panne con l’auto in una zona isolata e, ad un altro episodio, più indietro nel tempo e stavolta molto più drammatico dato che, in aprile è stato ritrovato morto un escursionista nella zona di Campigna.
Entrambi gli episodi, nella diversità enorme dell’epilogo, hanno una cosa in comune: la difficoltà di ritrovare qualcuno che si perde nelle nostre foreste. Elogiando ed ammirando sempre e comunque l’ottimo lavoro delle squadre di soccorso, Protezione civile, Carabinieri Forestali e volontari.
È evidente come il problema sia quello di intervenire tempestivamente e ritrovare la persona che non si riesce più a contattare e localizzare. Oggi con la larga diffusione dei telefoni cellulari tutti noi ci sentiamo connessi in qualunque momento, dimenticando però che in zone impervie ed isolate non sempre abbiamo linea disponibile e che anche il miglior apparecchio può smettere di funzionare.
Quindi che fare? Dal sito del Parco: “i rischi possono essere di fatto controllati attraverso la conoscenza dell’ambiente, delle proprie capacità psico-fisiche, delle tecniche e delle attrezzature necessarie”.
Ecco, questa frase contiene esattamente i consigli più importanti. Dando per scontato che si sia in salute, che si conoscano a menadito i luoghi dove si intende andare, si dovrebbero considerare altre buone pratiche da mettere in atto per evitare brutte avventure e, nel caso avvenissero comunque, avere le condizioni necessarie per agevolare l’intervento dei soccorsi.
Mettiamo in atto comportamenti virtuosi: quando possibile evitiamo di andare in solitaria, lasciare sempre detto a qualcuno il luogo o almeno la zona in cui si effettua l’escursione. Questo di fatto permette di circoscrivere le ricerche nel caso fossero necessarie. Importantissimo avere con se il telefono, meglio se con la funzione di localizzazione attivata, portare acqua e cibo oltre al necessario per accendere un fuoco tutto ciò anche per brevi escursioni, disporre di uno strumento di orientamento, se non proprio un navigatore GPS almeno una mappa, saperla leggere e sapersi orientare. Infine, ma forse la cosa più importante, un localizzatore satellitare, nonostante questo strumento possa apparire complesso e costoso ai più, in realtà si tratta di un dispositivo che si può acquistare con poche decine di euro e che, in caso di problemi, permetterà una localizzazione immediata da parte dei soccorsi.
Insomma cerchiamo di essere sempre ben equipaggiati ed avere la consapevolezza di quello che si sta facendo, così un contrattempo resterà tale e non si trasformerà in una brutta avventura o peggio ancora in una tragedia.