di Beatrice Mazzanti – A Serravalle, la piccola frazione di Bibbiena che si trova a pochi chilometri dal Monastero di Camaldoli, da marzo ad agosto del 2024 sono nate cinque bambine. Un numero così elevato di lieti eventi, in una comunità di circa 200 persone e in un momento in cui si registra, invece, una drastica diminuzione delle nascite, rappresenta un positivo segnale in controtendenza e, pensando al nuovo anno appena iniziato, anche un concreto segno di felicità e allegria per le loro famiglie, e non solo.
Abbiamo cercato di contattare tutte le mamme, naturalmente protagoniste anch’esse in questi momenti, per sapere qualcosa di più e scoprire come vivono, loro e la comunità di Serravalle, questa particolare esperienza. Intanto qualcuno potrebbe pensare: “Ma le mamme si saranno messe d’accordo?». Per quello che abbiamo potuto vedere e ascoltare pensiamo proprio di no. Averle conosciute per raccogliere le loro risposte ci ha fatto capire il loro “stato d’animo” e quanto ognuna di loro volesse diventare mamma. Ora queste cinque bambine cresceranno in un ambiente piccolo, ma certamente pieno di amore e sicuro. In mezzo alla natura e gli animali, lontano dal caos cittadino e dal rumore assordante delle auto e delle città. Possiamo dire, in una valle felice!
Queste bambine saranno legate per sempre, anche se ognuna di loro avrà un proprio percorso, avrà una propria storia; saranno unite comunque dalla stessa provenienza, dall’aver condiviso, nell’anno 2024, questo particolare e felice evento che ha rallegrato un piccolo paese, e anche una valle intera. Una valle che rappresenta il luogo che condividiamo e in cui viviamo, dove sono forti le nostre relazioni sociali che ci fanno essere chi siamo. Inutile dire allora che queste bambine non sono state solo un regalo per i genitori, ma anche un segnale di speranza per la comunità che vede in loro un buon auspicio per il futuro.
Abbiamo chiesto ad una persona di Serravalle di raccontarci qualcosa del paese, perché, non conoscendo troppo di quella realtà, volevamo capire e conoscere di più sulla vita quotidiana di questo angolo di Casentino. «Sono cresciuta nella genuinità più totale, in mezzo alla natura. Scampagnate nei boschi, funghi, carne alla brace, amici da una vita, le serate trascorse a parlare seduti sui gradini del bar. Mi sveglio la mattina e respiro pace e tranquillità. Prima c’era l’asilo delle suore (famose perché insegnavano il canto gregoriano) e le elementari. Ormai sono anni che tutto è chiuso, proprio per la mancanza di bambini. Serravalle racchiude una grande storia. Il nostro punto centrale è la Torre, c’è poi una meravigliosa villa, la Villa Coselschi, che non si vede da fuori ma è meravigliosa. Purtroppo non è aperta al pubblico, però in occasione dei matrimoni la signora acconsente ad aprire per farci le foto ed è spettacolare. C’è poi il Ponte Romanico, e vicino una Casa Vacanze, Il Molino. Oltre a Serravalle «centro» ci sono poi altri piccoli nuclei abitativi, la Fossa, il Pesco, Pian del Ponte e Ponte Biforco. Il punto più in alto è il Tramignone, dove una volta ci abitavano alcune persone, ma adesso sono rimaste solo poche case di villeggiatura, il resto sono solo ruderi. Il punto di ritrovo è il bar, che fa anche alimentari. Tante cose che esistevano in passato adesso non ci sono più. Ricordo con nostalgia il carnevale, una festa pazzesca. Nonostante abbiamo un piccolo circolo attivo ancora adesso, è impensabile realizzare qualcosa come un tempo, perché la vita e le cose da fare sono cambiate. Prima c’era molto più movimento e molta più gente, più pensioni, addirittura un benzinaio, le poste, un forno e una macelleria. Poi le cose sono cambiate e tutto è rallentato. Forse è anche un po’ per questo che queste cinque nascite hanno fatto tanto piacere alle persone, perché danno speranza per il futuro!».
Prima di passare la parola alle mamme, un’ultima cosa da sottolineare. Sono nate cinque bambine! Già questo particolare, da solo, fa ancora più ben sperare.
MARTINA mamma di AMELIA «Io sono Martina e la mia bambina si chiama Amelia. Amelia era il nome della nonna di mio marito. Io e mio marito stiamo insieme da «una vita» (non avevo nemmeno 15 anni e adesso ne ho 32). Avete presente quando da fidanzati capita di dire «quando avrò un figlio lo chiamerò …». Ecco, noi avevamo detto questa cosa una vita fa. E quando abbiamo scoperto il sesso del bambino, che è stato un mezzo shock perché entrambi eravamo convintissimi fosse un maschio, ci siamo guardati e abbiamo detto «abbiamo il nome».
Cosa significa per te essere “mamma” in una realtà così piccola? «Significa conoscere quasi tutte le altre mamme. Appena scopri di essere incinta le voci girano e bene o male conosci quasi tutti. Ho poi conosciuto tantissime altre mamme grazie un po’ al corso preparto al consultorio e al corso che ho fatto in piscina. E con tutte queste mamme ho avuto modo di confrontarmi e tutt’ora mi sento. Abbiamo creato un gruppo Whatsapp e ci troviamo quando possiamo e passiamo del tempo insieme».
Cosa hai pensato quando hai scoperto che come te anche altre mamme erano in dolce attesa? «Ero contenta. Mi è piaciuta tanto l’idea di avere altre persone del mio paese che come me stavano vivendo questa esperienza. Un po’ per confrontarsi, ma anche e forse soprattutto per loro, perché cresceranno insieme. E anche se ognuna di loro avrà un percorso a sé, avranno la possibilità di non essere mai sole. Sono in particolare contentissima della Noemi, siamo vicine di casa e le nostre bambine saranno davvero sempre insieme e questa cosa mi piace davvero tanto».
Ti sei mai sentita sola? «No, mai. Oltre alle altre mamme di questo strano 2024 ho altre mamme, che sono sempre di Serravalle o anche mie amiche storiche che hanno avuto bambini. Ci «separa» qualche anno, poco più. E anche con tutte loro mi sono confrontata. Ho avuto tantissimi regali e cose prestate e soprattutto consigli».
Ti senti accolta nella comunità in cui vivi? «Si. Siamo sempre stati un bel gruppo di amici e tanti miei amici hanno deciso di rimanere nel paese, come me, e questo mi piace tanto. Siamo cresciuti insieme e insieme cresceremo le nostre famiglie».
Sei contenta di far crescere tua figlia in questa comunità? «Si. Adoro il mio paesello. Ognuno sa tutto su tutti e a volte ci sono un po’ di litigi o gelosie o chiacchieroni, ma questo fa parte del «folclore» locale e mi piace. Nella mia vita ho girato un po’ di mondo, un po’ per studio, un po’ per lavoro, ma non avrei scelto nessun altro posto per crescere la mia famiglia».
Il paese di Serravalle come ha reagito a questa notizia? «Sono stati tutti contenti. Una bella annata. Ci sono comunque diversi bambini nel paese e quest’anno è stato sicuramente particolare perché è da tanti anni che non ci sono state così tante nascite. È una bella notizia per chiunque, perché i bambini sono il futuro un po’ di tutti».
Essendo mamma di una figlia femmina, ascoltando le ultime notizie di cronaca, ti senti sicura nel posto in cui vivi? «Si,ed è un’altra cosa secondo me bellissima da apprezzare del posto dove viviamo. I bambini sono liberi di crescere senza la paura che questo mondo nasconde dietro l’angolo. Avendo vissuto un po’ in altre realtà so cosa significa avere paura di uscire e fare sempre attenzione all’ora in cui rientri a casa. Qui questa paura non esiste, ed è bellissimo. La vita scorre con tutto un altro ritmo e sono contenta per la mia bambina di aver scelto questa comunità».
IRENE mamma di GINEVRA Cosa significa per te essere “mamma” in una realtà così piccola? «Penso che essere mamma qui sia come essere mamma da un’altra parte!».
Cosa hai pensato quando hai scoperto che come te anche altre mamme erano in dolce attesa? «Appena ho scoperto che eravamo tutte incinte e tutte femmine ho pensato: speriamo che vadano d’accordo! Quando uscivo tutti mi facevano festa, non siamo in tanti ma qualcuno ancora c’è! E una signora alla notizia che erano tutte femmine mi ha detto che era buon segno perché i vecchi dicevano che le femmine portavano la pace! Purtroppo mancano le comodità che puoi avere in città, tipo un ospedale vicino, ma quello manca in tutto il Casentino, ma ora come ora sono contenta di vivere in questa comunità che ancora ha qualcosa da insegnare a noi un po’ più giovani!».
GIADA mamma di BIANCA Cosa significa per te essere “mamma” in una realtà così piccola? «In un paese così piccolo essere mamma significa speranza, luce, perché la popolazione anziana é maggiore rispetto a quella infantile, anche se negli ultimi anni ci sono state diverse nascite».
Cosa hai pensato quando hai scoperto che come te anche altre mamme erano in dolce attesa? «Sono stata l’ultima a scoprire di essere in dolce attesa e il fatto che ci fossero altre bambine in arrivo mi ha reso ancora più felice perché un domani cresceranno insieme».
Ti senti accolta nella comunità in cui vivi? «Sono arrivata a Serravalle ormai da 10 anni e fin da subito mi sono sentita accolta, come se avessi sempre abitato qui».
Sei contenta di far crescere tua figlia in questa comunità? «Far crescere Bianca qui credo proprio che sia un privilegio. Essendo un paese di pochi abitanti tutti ci conosciamo e questo ci fa stare tranquilli».
Il paese di Serravalle come ha reagito a questa notizia? «Erano molti anni che non si vedevano nello stesso anno così tante nascite, non che non ci siano state. Ma la notizia che poi tutte e cinque sarebbero state femmine ha creato maggior entusiasmo. Tutti per strada nessuno escluso ci chiedeva notizie sulla gravidanza. Agli anziani brillavano gli occhi».
Essendo mamma di una figlia femmina, ascoltando le ultime notizie di cronaca, ti senti sicura nel posto in cui vivi? «Aprendo i telegiornali, telefoni e vedendo/sentendo quello che dicono mi vengono i brividi solo al pensiero che possa capitare ad una delle nostre bambine. Serravalle, passami il termine, é ancora un oasi felice riguardo a questo tema e spero lo rimanga per sempre. Sicuri non lo si é mai, ma qui a Serravalle posso dire di esserlo!».
NOEMI mamma di GAIACosa significa per te essere “mamma” in una realtà così piccola? «Essere mamma in un paese così piccolo come Serravalle è abbastanza impegnativo, perché purtroppo per qualsiasi cosa dobbiamo spostarci con l’auto, abbiamo però il pregio di stare tutto l’anno in mezzo alla natura senza traffico o altro».
Cosa hai pensato quando hai scoperto che come te anche altre mamme erano in dolce attesa? «Scoprire che anche le altre mamme erano in dolce attesa è stato bello, essendo la prima pensavo che Gaia non avrebbe avuto un’amica o amiche con cui crescere, ma per fortuna proprio di fronte a noi è nata Amelia, e mi auguro che diventeranno amiche e che crescano insieme, nonostante sia un piccolo paese, non ti senti mai sola perché ci conosciamo tutti».
Sei contenta di far crescere tua figlia in questa comunità? «Fortunatamente siamo una bella comunità, tra amici e parenti, perché Serravalle è il paese natale di mia mamma, e come lei, anche io spero che le mie bimbe possano crescere con la famiglia».
Il paese di Serravalle come ha reagito a questa notizia? «Credo che tutto il paese sia stato contento del lieto evento, perché significa che anche le nuove generazioni sono contente di vivere in questa realtà».
Essendo mamma di una figlia femmina, ascoltando le ultime notizie di cronaca, ti senti sicura nel posto in cui vivi? «Fortunatamente essendo un piccolo paese mi sento molto al sicuro, come ho detto ci conosciamo tutti, ma il mondo che ci circonda è un po’ più complicato, sia quello virtuale che quello reale, e a differenza di noi genitori, far crescere le figlie oggi crea tanto impegno e dobbiamo stare molto attenti».
GIULIA mamma di NAIMA Cosa significa per te essere “mamma” in una realtà così piccola? «Essere mamma in un paese così piccolo ha i suoi pro e i suoi contro senza altro crescere qui le mie bambine significa farle stare in un posto genuino sano e tranquillo».
Cosa hai pensato quando hai scoperto che come te anche altre mamme erano in dolce attesa? «Sono rimasta felice, sorpresa e contenta che mia figlia avrà coetanee con cui giocare».
Ti sei mai sentita sola? «Ho la mia bellissima famiglia e una meravigliosa natura intorno!».
Ti senti accolta nella comunità in cui vivi? «Mi sento ben accolta e ho buoni rapporti con la maggior parte delle persone».
Sei contenta di far crescere tua figlia in questa comunità? «Si, molto contenta di farla crescere in un ambiente sano».
Il paese di Serravalle come ha reagito a questa notizia? «Sono rimasti tutti molto contenti».
Essendo mamma di una figlia femmina, ascoltando le ultime notizie di cronaca, ti senti sicura nel posto in cui vivi? «Si mi sento molto tranquilla e sicura non vedo pericoli!».