di Gabriele Versari – Negli ultimi anni, l’evoluzione tecnologica e digitale alla quale abbiamo potuto assistere ha portato, in maniera pervasiva e dirompente, ad un totale mutamento delle condizioni di vita degli esseri umani e con esse, per vie traverse, anche del mondo e del mercato del lavoro. Per le nuove generazioni è dunque necessario dotarsi degli strumenti professionali che il nuovo scenario occupazionale richiede, a partire da una corretta formazione scolastica. In tale ambito, l’ISIS «Enrico Fermi» di Bibbiena è da anni in collaborazione con Omron, multinazionale giapponese che opera, tra gli altri, nel settore dell’automazione industriale, al fine di coinvolgere gli studenti di tutti gli indirizzi nell’apprendimento di nuove competenze sempre più richieste all’interno dei vari settori operativi.
Il dirigente scolastico Maurizio Librizzi e il docente di elettronica Davide Piccinotti, referente di Omron per l’Istituto, hanno approfondito il tema dell’ultima iniziativa realizzata in collaborazione con la multinazionale.
Come siete entrati in contatto con Omron e quali progetti hanno caratterizzato negli anni il rapporto con la sua realtà aziendale? Piccinotti: «Essendo a conoscenza del fatto che Omron si occupa anche di automazione, in primo luogo c’è stato interesse da parte del sottoscritto e, secondariamente, dell’istituto in toto a entrare in contatto con la multinazionale. Grazie al contributo di Roberto Giannini, ex dipendente Omron di origine casentinese e professore universitario del Dipartimento di Siena durante gli anni dei miei studi in ingegneria elettronica, siamo stati introdotti al concorso Smart Project promosso ogni anno dall’azienda. Il concorso è rivolto alle classi quarte e quinte di tutti gli istituti tecnici e professionali italiani; consiste nell’ideazione e nella progettazione di dispositivi atti a migliorare l’efficienza di una vasta gamma di operazioni, fruendo talvolta dell’ausilio di un’interfaccia uomo-macchina intuitiva ed efficace.
Dal 2020, la nostra scuola iscrive al concorso una classe ogni anno. Sulla scia dell’iscrizione della classe quinta del nostro istituto professionale allo Smart Project 2025, durante la scorsa estate siamo entrati in contatto con il direttore di Omron Educational Italia Vito Ferrario, il quale ci ha proposto di prendere parte a corsi di formazione in materia di automazione industriale rivolti ai docenti. La palla è stata colta al balzo. Nelle giornate del 3 e 4 dicembre, presso la sede del nostro distaccamento di manutenzione in Via Colle Ascensione a Poppi, si terranno due eventi interamente dedicati alla formazione sui prodotti Omron ai quali prenderanno parte i nostri docenti e quelli di altri istituti tecnici del Centro Italia. A questi appuntamenti sono state invitate alcune tra le più importanti realtà industriali del nostro territorio.
Inoltre, in qualità di istituzione scolastica, siamo stati provvisti di un software PLC Omron. Uno strumento che, con ogni probabilità, sarà presente in gran parte dei contesti industriali futuri. Al personale di indirizzo è stato indicato come far sì che i ragazzi entrino nell’ottica di utilizzo del software e si esercitino per essere pronti, in futuro, a mettere in pratica ciò che stanno imparando. Si tratta di un dispositivo di tipo multisettoriale, che consente di acquisire competenze di ordine trasversale e di poterle applicare nei diversi ambiti e settori dell’industria. Lo sviluppo di tali abilità è fondamentale in mercato del lavoro che ha raggiunto il massimo livello di dinamismo. Chi si accontenta di conoscere il minimo indispensabile non potrà mai alzare l’allegorica asticella della propria ambizione».
Librizzi: «Solitamente si pensa ai vari indirizzi della nostra scuola come totalmente separati; in verità, essi interagiscono dialogicamente l’uno con l’altro e successivamente agiscono sui propri settori di appartenenza. Meccanica, elettronica, informatica coesistono all’interno delle aziende del Casentino attraverso un’interazione e un’interdipendenza continue. Per tali motivi, anche se in qualità di lavoratori dipendenti si è assunti con una specifica mansione, è importante possedere anche delle nozioni e delle competenze di base legate ad altre tipologie di figure. Tengo a sottolineare che ogni anno a partecipare agli Smart Project è sempre una classe dell’indirizzo professionale, la cui efficienza didattica è spesso bistrattata dall’opinione pubblica. I risultati raggiunti agli scorsi concorsi annuali dimostrano che non è affatto così e che l’indirizzo professionale del nostro istituto ha compreso nel proprio pacchetto un’offerta didattica e formativa di tutto rispetto, come deducibile dal tasso di occupazione post diploma di chi decide di cominciare subito a lavorare. L’impegno nella formazione scolastica continua è stato preso di pari passo all’ottimo rapporto che il nostro istituto continua a mantenere con la maggior parte delle realtà industriali del territorio. È per tale motivo che le stesse aziende sono state invitate a prendere parte alla formazione di Omron, oltre che i docenti degli altri Istituti della provincia, i quali saranno coinvolti tramite comunicato emanato dal provveditorato di Arezzo.»
Quali saranno i principali strumenti di lavoro presentati durante le due giornate di formazione a cui il personale docenti prenderà parte? Quali miglioramenti apporteranno in ambito operativo e nei contesti industriali ove verranno impiegati? Piccinotti: «I prodotti che verranno illustrati saranno sostanzialmente due: il primo è il cosiddetto PLC (Programmable Logic Controller, in italiano Controllore a Logica Programmabile, figura 1) ed è, mi si passi il termine, una specie di “cervello elettronico” avente la funzione di supervisionare, gestire e garantire la sicurezza di tutti gli impianti industriali; il secondo è l’HMI (Human-Machine Interface, in italiano interfaccia uomo-macchina, figura 2) utile per ottenere e fruire di una visione completa dello schema dei reparti e delle sezioni che compongono un’industria. Entrambi saranno fondamentali nella gestione e nella comprensione delle attività negli ambienti lavorativi del futuro, dove l’efficienza dell’automazione costituirà un aspetto determinante per la produttività e la sicurezza industriale. Sarà il principio di una gestione “da remoto”.
La figura del tecnico manutentore specializzato cambierà in funzione di tale evoluzione; il lavoratore potrà mantenere la gestione di un’attività aziendale a distanze davvero remote, anche da un Paese all’altro, dunque in completa sicurezza. Tutto ciò si tradurrebbe in una notevole diminuzione delle tempistiche di ripristino degli apparecchi e dei macchinari, possibile grazie ad un monitoraggio dei parametri costante che permette un controllo predittivo e preventivo.
Grazie a tali implementazioni sarebbe possibile ottenere un aumento di produttività e di efficienza senza costringere la persona a spostarsi, ottimizzando in tal misura ogni processo, rendendo il lavoro il meno ripetitivo e più sicuro possibile. Si tratterebbe, in sostanza, di un notevole miglioramento delle condizioni la vita di chi lo svolge. Di fatto, quanto ricercato tramite i suddetti strumenti è l’obiettivo primario che si pone l’automazione: non quello di sostituire il lavoro umano, bensì di renderlo quanto meno usurante e dispendioso possibile, cercando di puntare ad avvicinarsi quanto più possibile al rischio zero. Tutto ciò, per poter essere messo in atto, necessità di un ingrediente fondamentale: la curiosità. La nostra curiosità, come docenti, e dei ragazzi. La curiosità verso un settore che ha in serbo una ricchezza immensa in termini di conoscenze e competenze professionali. Nuove tecnologie, risparmio energetico, innovazione e automazione sono, a parer mio, le chiavi di lettura del futuro dell’industria».
Librizzi: «È vero che i robot saranno sempre più presenti nel mondo del lavoro, ma ciò non deve essere assolutamente visto come un fatto negativo, poiché essi si occuperanno di tutte quelle operazioni di routine che risultano pesanti e ripetitive all’uomo. È vero anche che occorrerà del personale che gestisca l’operatività dei robot e che sia anche in grado di ideare nuove funzioni per poter implementare l’operatività degli stessi, magari congiungendole, perché no, a quelle dell’intelligenza artificiale (la quale ha lo stesso obiettivo dell’automazione, rendere il lavoro umano più semplice e leggero). Ovviamente, sarà compito di noi docenti trasferire le conoscenze apprese durante le giornate di corso ai nostri studenti, i quali, anche grazie al software PLC fornito da Omron, avranno una carta in più da giocarsi con le aziende una volta terminato il percorso di studi.
Dopo questo primo impegno, l’intenzione è quella di replicare l’evento, anche più di una volta, eventualmente su altre tematiche. Le prospettive di collaborazione con Omron sono davvero interessanti; non vediamo l’ora di scoprire quali sorprese ci riserveranno i prossimi mesi!».