di Mauro Meschini – Dovrebbe essere la cosa più normale del mondo avere la possibilità di svolgere il proprio lavoro con tranquillità e senza timori, e ancora di più nessuno dovrebbe mai avere paure o preoccupazioni all’interno della propria abitazione. Si, dovrebbe essere così ma, purtroppo, dalle ultime settimane dell’anno appena concluso non pochi cittadini Casentinesi hanno dovuto vivere brutte esperienze e pessimi momenti a causa dei furti che hanno interessato le loro case o i loro negozi.
Abbiamo avuto la possibilità di parlare con Sabrina Soldani (nella foto), proprietaria di una gioielleria di Bibbiena Stazione, che è stata pesantemente segnata da quanto avvenuto recentemente.
«Vengo da un’esperienza che ci ha visto, in sette anni, subire sei infrazioni di cui l’ultima, il primo di dicembre, in casa. Invece, il primo furto in negozio è stato nel 2012, un furto con destrezza. A distanza di sei mesi abbiamo avuto la spaccata, dopo quindici giorni esatti abbiamo avuto la schiumata per bloccare i contatti della sirena. Nel primo furto con destrezza davanti ai nostri occhi hanno portato via delle catenine d’oro, sono veramente abili a farlo, ti rendi conto che sono spariti oggetti ma non riesci a capire come è stato possibile…»
Entra una persona che sembra un cliente normale e invece… «È successo il 5 dicembre del 2012. Sanno cosa vogliono, entrano e ti fanno diventare matta chiedendo di vedere prima una catena e poi altro. Si dovrebbe essere preparati, perché ci sono stati in passato episodi simili, ma in realtà non si impara mai. Loro vengono e sanno quello che vogliono noi non sappiamo mai chi abbiamo davanti. Questa persona si presentò come un cliente normalissimo e ci fece questo primo grosso furto. Poi a distanza di sei mesi, nel mese di maggio di notte, legarono la saracinesca alla macchina, la tirarono fuori e poi fecero una spaccata al vetro. In quel caso c’è stata molta omertà, io non ho mai creduto al fatto che nessuno abbia sentito qualcosa. Siamo in mezzo alle abitazioni, ma non c’è stato nessuno che abbia chiamato il 112. Eppure un po’ di rumore l’avranno fatto mentre tiravano la saracinesca o spaccavano il vetro, un vetro tra l’altro più spesso e cambiato da poco perché la Questura ci chiede sempre di migliorare i sistemi di sicurezza. In quell’anno poi avevamo fatto le porte e i vetri nuovi… Poi quindici giorni esatti dopo questa spaccata, in cui portarono via la merce dalla vetrina, ci hanno fatto la schiumata della sirena. In questo caso abbiamo trovato schiuma ovunque, anche sugli alberi. La bomboletta quella volta è caduta e quindi forse possono essere stati disturbati, ma nel complesso devo dire che forse c’è un po’ poca sorveglianza, perché a distanza di 15 giorni, o dopo pochi mesi da casi analoghi, non ho visto molta tutela».
A che ora sono avvenuti questi fatti? «La spaccata non so quando possa essere successa, ma l’orario migliore per i ladri in genere sono le tre, il momento della notte più profonda. Non ho riscontri certi perché nessuno ha fatto niente, so che qualcuno ha sentito… ma niente. Comunque dopo il primo è stato un susseguirsi di cose, ci sono stati altri furti, un’altra destrezza importante, poi la saracinesca tirata su… naturalmente noi ci tuteliamo il più possibile con l’assicurazione, con un sistema di allarme ogni volta migliore, ma sembra che non abbiano paura di niente e non si fermano. Non so che dire, non sai davvero da chi guardarti e poi in particolare nel furto a casa ti senti anche particolarmente osservato, perché vedono quello che fai, come ti muovi…».
In quel caso quando è successo? «Abbiamo chiuso questo negozio poco prima delle otto e sono andata su, all’altro negozio che abbiamo aperto nel centro storico. C’era una festa in paese e siamo stati in negozio fino alle otto e dieci, poi da lì siamo andati a mangiare qualcosa in un ristorante perché dovevamo poi tornare a riaprire dopo cena. Ci avranno visto andare al ristorante e avranno pensato che ci saremmo stati almeno più di un’ora, invece mio figlio aveva premura di riaprire, fu servito e mangiò per primo e dopo quarantacinque minuti si alzò da tavola per andare a casa a cambiarsi. Arrivato a casa li ha praticamente trovati nell’appartamento, erano entrati dal giardino sul retro e avevano scassinato la porta in modo che non si potesse aprire dall’esterno. Lui mi chiamo e mi chiese come mai la porta non si apriva… poi cadde la comunicazione, ma in qualche modo lo sentivo che c’era qualcosa che non andava e in pochi minuti sono arrivata a casa. In quel momento è stato mio figlio a urlarmi: “Mamma non entrare in casa perché ci sono i ladri dentro”. Erano ancora qui quando siamo arrivati, ma sono comunque riusciti ad allontanarsi nonostante l’arrivo dei carabinieri. Un fatto del genere ti tocca perché se ti rubano in negozio ti rubano il lavoro, ma se ti rubano in casa portano via la tranquillità. Quando ci sono problemi durante la giornata la casa è il primo luogo dove si sceglie di andare… la casa è il tuo rifugio».
Questo accanimento contro di Lei ha cosa può essere dovuto, forse per le caratteristiche del negozio… «Certo… ma non riesco comunque a spiegarlo. Ci ho pensato e forse mi trovo in luogo comodo per fuggire, altre spiegazioni… non saprei. Ci sono altri negozi come il mio, forse sono in luoghi considerati meno “adatti”».
E il furto di casa può essere una conseguenza di quelli in negozio… «Ho pensato, dopo il furto a casa, che quindici giorni prima avevamo trovato la saracinesca del negozio alzata. Forse hanno ritenuto che sarebbe stato più facile provare a entrare in casa, anche perché è difficile pensare che avrebbero potuto entrare in un negozio in cui abbiamo ulteriormente intensificato i sistemi di sicurezza. Io poi credevo di essere un caso isolato, ma mi sono resa conto che prima di me e dopo di me ci sono stati tanti altri episodi simili».
Sono furti concentrati in una zona o qui a Bibbiena? «Io conosco quello che è accaduto a Bibbiena. La settimana esatta dopo il furto a casa mia sono entrati in una casa di fronte a me. Credo che selezionino comunque le persone e che abbiamo ben chiaro dove andare. Vengono poi muniti di tutto, da noi hanno trovato la cassaforte e l’hanno segata con la mola…».
Questi attrezzi sono rimasti a casa… «No, si sono riportati via tutto, anche perché i carabinieri mi hanno spiegato che sono delle piccole mole senza filo, comode da trasportare… comunque dopo tutto questo io ho deciso di non tenere più l’oro, non ho più voglia, episodi di questo genere ti portano a ragionare in maniera diversa. Non puoi sempre impegnare il tuo capitale e poi fartelo portare via. Abbiamo fatto di tutto ma ora non è più possibile, queste situazioni portano ad una destabilizzazione psicologica, ma anche finanziaria. Non mi sono sentita tutelata per niente e poi i responsabili sanno che non rischiano niente e che dovrebbero essere sempre sorpresi con le mani nel sacco. Almeno per il furto del 2012 ho saputo che poi furono arrestati, si trattava di persone di Roma e di un basista di qui. Ma ci dovrebbe essere una legge che tuteli maggiormente chi subisce furti».
Sarebbe anche importante la presenza sia di strumenti tecnologici di sicurezza, sia di personale di sorveglianza… «Sicuramente la presenza delle telecamere è importante e anche in questa zona alcune ci sono, ma se è necessario prenderli in flagranza di reato occorre anche una sorveglianza più diffusa. Dopo i furti che ci sono stati a dicembre non ho visto, a mio parere, un controllo adeguato del territorio con posti di blocco o altro, questo mi ha stupito, eppure a dicembre ci sono stati almeno tre furti la settimana e poi la situazione assurda della notte di Capodanno… Mi aspettavo una vigilanza maggiore, che forse c’è stata, ma io non l’ho vista. Quando arrivarono per il furto a casa i carabinieri mi dissero che la pattuglia era per la Consuma…».
Diciamo che la sicurezza ha fatto la fine della sanità, se l’ambulanza o la pattuglia sono a Montemignaio o Chiusi della Verna, difficile che possano intervenire in tempo utile a Bibbiena… «Come si fa? Non è possibile! Ci aspettiamo qualcosa di più, ma probabilmente non ci sono davvero mezzi e personale sufficiente. Ma ormai non ci si deve occupare solo della città, anche la Provincia è diventata ormai uguale… anche il Casentino».
Ma forse un minimo di controllo e presenza sarebbe un deterrente sufficiente… «Si, sarebbe stato importante anche dopo i primi fatti di inizio dicembre…».
E poi forse è possibile difendersi anche grazie ad un controllo diffuso di tutti e alla solidarietà di tutti… «Esatto, quando è successo a noi il furto con la spaccata, possibile che nessuno abbia sentito niente. Sarebbe stato sufficiente fare una telefonata, nessuna altra cosa…. ma sapendo che c’è una gioielleria sotto e sentendo dei rumori almeno provare a dare un’occhiata… oggi purtroppo ognuno pensa al proprio orticello e basta e se parte una sirena non ci affacciamo neppure più alla finestra. Per la sorveglianza poi deve essere trovato un modo diverso per coprire il territorio, ci devono essere più pattuglie che girano, insomma più presenza dei carabinieri e della polizia Anche un posto di blocco può fare da deterrente di notte».
E di ciò che è stato rubato cosa ne possono aver fatto? «Probabilmente è finito dentro un bel crogiuolo e trasformato in altro, anche se non si sanno gli sviluppi di queste indagini. Però credo che anche i Compro Oro di Arezzo avrebbero dovuto essere tenuti d’occhio nel periodo in cui si sono verificati i furti, forse non sarebbe andata così male perché è evidente che ci devono essere dei luoghi dove portare questa roba… Comunque i pezzi ormai sono irrecuperabili una volta fusi sono introvabili. È una situazione in cui si prova una grandissima amarezza e in cui ti senti un po’ da sola. Lasciata sola dalle istituzioni».
E rispetto a quello che può essere successo anche ad altri negozi? «Penso che nella zona di Bibbiena Stazione ho probabilmente il primato, perché non mi vengono in mente altri negozi che abbiano avuto tanti episodi così importanti».
E in questi giorni, in queste ultime settimane, questo trend continua? «Credevo che fosse finito e invece proprio ieri sera, ad una cena dei commercianti del Centro Storico, mi hanno detto che in questa settimana ci sono stati un altro paio di furti. Questo trend si è un po’ bloccato, ma non completamente».
Potrebbe essere stata la trasferta di un paio di mesi di un gruppo venuto da fuori? «Le voci di paese, che ho sentito proprio ieri sera, dicevano che poteva essere stato un gruppo di zingari venuti da Roma. Forse lo sospettano anche i carabinieri perché anche a me chiesero se mi avevano portato via le perle, in quanto si dice che gli zingari non le rubano perché ritengono che portino sfortuna… ma in realtà a me le perle le hanno portate via e quindi non vale quello che si dice… Quello che è mancato in questa situazione è stato anche un incontro almeno con il Sindaco. Poteva essere organizzato un momento di condivisione, anche con le associazione dei commercianti di Bibbiena Stazione e del Centro Storico… Un incontro con il Sindaco in cui cercare di trovare insieme alcune risposte. I bibbienesi sono stati provati da questa situazione, così come gli altri abitanti del Casentino, ma a Bibbiena in modo particolare sono state colpite tutte le zone».
Al termine del nostro incontro Sabrina Soldani sottolinea ancora il suo disagio che la porterà a cambiare molto nel suo lavoro e a vivere forse in modo diverso il suo rapporto con gli altri. «Io non so più da chi guardarmi, devo dire che da quando ho subito il furto in casa sono diventata poco fiduciosa nei confronti della persona che mi si presenta alla porta. Non sono mai stata così, ho visto persone che mi hanno fotografato la vetrina e mi sono sentita di uscire e chiedere cosa stessero facendo… purtroppo tutti questi oggetti tecnologici possono registrare o riprendere tutto e anche questo ti fa sentire in difficoltà e io non ho più voglia di mettermi in gioco così tanto come ho fatto fino ad adesso. Per questo nel mio negozio non ci saranno più così tanti preziosi… Quando sono rientrata nel negozio dopo il furto a casa ero terrorizzata dalla paura di subire una rapina, perché adesso mi manca solo quella… anche la porta con l’apertura dall’interno non serve a niente, come faccio a non aprire a qualcuno che si presenta come cliente? Non servono i vetri più spessi, non serve niente… E non si può neppure vivere continuamente con la paura… per questo venderò da adesso oggetti diversi… Questo è quello che mi è successo in questi ultimi anni e l’ultimo episodio ha rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso».
(tratto da CASENTINO2000 | n. 303 | Febbraio 2019)