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giovedì, 2 Gennaio 2025

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Fusioni, si crea il caos per paura di perdere la poltrona

di Mauro Meschini – Sembrava una parola impronunciabile, adesso è sulla bocca di tutti. Il tema delle fusioni tra comuni ha “contagiato” gli amministratori casentinesi, ma i risultati di questa epidemia rischiano di essere deludenti.
La verità è che, chi ne parla, spesso lo fa perché spera che tutto resti come è adesso e che si perpetui la frammentazione amministrativa che caratterizza questo territorio.
In particolare ci permettiamo di ipotizzare che ci sia anche questo nell’improvvisa proposta lanciata dal sindaco di Chiusi della Verna Giampaolo Tellini, che vuole adesso la fusione tra Chiusi-Castel Focognano-Chitignano, con possibile allargamento anche a Talla.
Un’idea che nasce dal nulla, o meglio che è in netto contrasto con quello che, anche la gran parte dei cittadini del suo Comune, stanno chiedendo già dall’estate scorsa: la fusione con Bibbiena e Ortignano Raggiolo, aperta magari anche ad altre realtà.
Appare quindi clamorosamente arrivato fuori tempo massimo l’ennesimo tentativo del sindaco Tellini di mettere i bastoni tra le ruote ad un percorso ormai inarrestabile. Ma non è comunque trascurabile il fatto che adesso, anche se strumentalmente, siano anche i sindaci PD a parlare apertamente di fusioni, segno che il tema è ormai non più rinviabile.
Purtroppo non serve ricordare che se, nel 2012, il Casentino avesse scelto il Comune Unico adesso saremmo in una situazione completamente diversa, con una transizione alla nuova organizzazione ormai conclusa e con una capacità operativa e una forza contrattuale con gli altri territori e livelli istituzionali enormemente maggiore.
In ogni caso, la prospettiva di avere con Bibbiena-Chiusi e Ortignano la nascita del primo comune casentinese sopra i 15.000 abitanti, può rappresentare comunque un’occasione altrettanto importante anche perché a questo nuovo soggetto amministrativo sarebbe auspicabile e necessario che si unissero anche gli altri comuni del basso Casentino, creando così una situazione che potrebbe essere di stimolo per le realtà dell’alto Casentino per fare altrettanto.
A quel punto, con due comuni autonomi e di dimensioni adeguate, e con la cancellazione dell’Unione dei Comuni, le decisioni sarebbero molto più semplici e trasparenti considerato anche che i consigli comunali tornerebbero ad avere quel ruolo centrale che adesso, le limitate dimensioni dei comuni e l’opprimente presenza dell’Unione dei Comuni, hanno di fatto cancellato.
Vedremo se il buonsenso prevarrà e se, al di là delle schermaglie politiche, si lavorerà per gli interessi del Casentino e non per quelli di un partito o di un singolo amministratore. È infatti palese che le uniche ragioni che possono spingere a dire NO alla nascita di, almeno, due grandi comuni sono semplicemente legate alle mire personali di qualche primo cittadino che, con la eliminazione di molte poltrone, non troverebbe più una collocazione. Oppure sono da ricercarsi nella paura del partito, adesso egemone, di confrontarsi con una nuova situazione dove, con il ballottaggio, l’esito delle elezioni non sarebbe assolutamente scontato.

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