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lunedì, 3 Febbraio 2025

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Gestione dei rifiuti, per ora la situazione è pessima

di Mauro Meschini – Andiamo a memoria, permetteteci di farlo, perché non cambia niente nel contenuto di questa riflessione che vogliamo provare a proporre in questo articolo e perché, comunque, siamo assolutamente sicuri di ricordare bene quella pagina di un giornale locale di, più o meno, una decina di anni fa, in cui risaltava un titolo che dava per imminente l’avvio in Casentino della raccolta dei rifiuti con il porta a porta. Sappiamo tutti come poi è andata, e sta andando la cosa, in ogni modo sempre su questo tema nelle scorse settimane un altro titolo su un quotidiano ha di nuovo attirato la nostra attenzione: “Il porta a porta è una priorità dell’Unione dei Comuni”.
Con tutta la buona volontà, difficile che un annuncio come questo, che potremo definire un “ever green”, possa destare troppo entusiasmo, anche perché proposto da un soggetto che, al di là di quello che ci ha voluto presentare il Presidente Massimiliano Sestini nel numero scorso, molti considerano destinato ad una prossima liquidazione o comunque a un ridimensionamento.
Ma nonostante tutte le perplessità che si possono avere non vogliamo rinunciare a ribadire che l’idea è quella giusta, è stato un grave errore non concretizzarla in passato, sarebbe un ulteriore gravissimo errore non renderla realtà oggi, quando la questione della gestione dei rifiuti è diventata in molte parti d’Italia e del mondo una vera e propria emergenza.
Abbiamo ancora negli occhi la nuvola di fumo nero che si è alzata qualche settimana fa sul centro di Roma per l’incendio ad un impianto adibito al trattamento dei rifiuti. Ci sono isole di plastica che negli oceani stanno diventando più grandi di quelle “normali” e stanno stravolgendo la vita e l’habitat naturale di intere zone del pianeta. Nel nostro Casentino poi, se facciamo una passeggiata nei boschi o proviamo a risalire un fiume, anche in dei tratti molto lontani dai centri abitati, capita sempre più spesso di trovare, in luoghi e angoli impensabili segni tangibili dell’uomo e della sua “sporca” civiltà.
La raccolta dei rifiuti porta a porta è utilizzata già da tempo in varie zone anche della Toscana con risultati positivi, ma il solo porta a porta può non essere sufficiente se, il tema ormai ingombrante della gestione dei rifiuti, non viene affrontato con una strategia complessiva e, soprattutto, se non viene trasformato da “problema” a “opportunità”. Purtroppo la razza umana è più sensibile al richiamo del denaro e del guadagno e molto meno anche alle più indovinate campagne di sensibilizzazione ambientalista. Si, abbiamo anche questo difetto tra i molti altri, ma già esserne consapevoli può essere un passo avanti e può permettere di utilizzare questo “nervo sensibile” a vantaggio di una buona causa e l’obiettivo di non essere ricoperti di spazzatura pare davvero una causa che ha tutte le caratteristiche per essere buona.
Ma come affrontare allora questo problema e come la raccolta porta a porta può far parte di una serie di interventi molto più articolata e complessa?
Qualche anno fa abbiamo avuto l’opportunità di partecipare, proprio ad Arezzo, ad un incontro sul tema: “Rifiuti Zero” in cui il Prof. Paul Connett ha presentato la sua teoria per superare l’emergenza rifiuti.
Una teoria che spinge ad agire e cambiare le politiche fino ad ora utilizzate nella gestione dei rifiuti che, è dimostrato, possono diventare risorsa e, soprattutto, possono essere riportati a nuova vita.
Una teoria che propone alcune fondamentali regole che si devono seguire per affrontare l’emergenza rifiuti: Riduzione (della quantità dei rifiuti); Riciclo (della quasi totalità dei materiali), Riuso e Riparazione (per allungare la vita degli oggetti); Responsabilità (delle comunità e dell’industria); Riprogettazione (di tutto ciò che viene prodotto perché sia più facilmente riciclabile e riutilizzabile).
Tutto questo si può, anzi si deve, realizzare senza prevedere la presenza di inceneritori e discariche perché anche il Residuo ultimo che in un primo momento può rimanere può essere oggetto di ulteriore ricerca e studio per individuare i modi per riutilizzarlo.
Prima fase di questo percorso è proprio la separazione dei rifiuti alla fonte, momento che vede protagonisti gli stessi cittadini e che ha nella raccolta porta a porta il migliore metodo di realizzazione.
Tutto questo meccanismo non inquina e mette in moto opportunità di lavoro e di crescita per le comunità che si organizzano con questo obiettivo. Infatti il problema non deve essere solo quello di organizzare la fondamentale raccolta porta a porta, con i suoi orari, con le sue modalità e i suoi strumenti. Il vero obiettivo è quello di far comprendere che l’obiettivo dei “Rifiuti zero” significa che niente deve essere considerato “a termine”, tutto in qualche modo può avere nuova vita, nuovo uso o diversa destinazione.
Seguendo questa filosofia è chiaro che si possono individuare livelli diversi di intervento che possono vedere l’iniziativa dei privati e dei cittadini fondamentale. Ad un livello di ricerca più complesso possiamo pensare a aziende che si specializzano nella individuazione di nuovi materiali riciclabili e non inquinanti. Ad un livello territoriale e che può in qualche maniera far riscoprire la tradizione artigianale si potrebbero costituire attività imprenditoriali che si specializzazione nel recupero, nella trasformazione, nella riparazione di vari tipi di oggetti.
In un contesto in cui si vedono fiorire iniziative di questo genere anche la presenza dei Centri di raccolta dislocati in alcune zone del territorio casentinese dovrà assolutamente cambiare. Non dovranno essere dei luoghi dove depositare rifiuti, ma punti di raccolta di oggetti che poi saranno oggetto di un trattamento che permetterà, nelle diverse forme, un loro riutilizzo
Possiamo pensare che un territorio che si pone l’obiettivo di essere il più possibile autonomo rispetto alla gestione dei rifiuti sia in grado di vedere anche una crescita di opportunità di lavoro e occupazione che potranno portare a intervenire nei più diversi contesti, perché per esempio non considerare un valore per tutto il Casentino un capillare lavoro di bonifica e raccolta dei tantissimi chilometri di filo spinato che circondano campi, attraversano boschi e a volte chiudono anche sentieri. Questo, come l’abbandono dei rifiuti nei boschi o lungo i fiumi, deve essere considerata un’emergenza per il nostro territorio e come tale deve essere affrontata e risolta.
Speriamo di vedere presto concretizzarsi i primi passi del percorso che abbiamo qui voluto riproporre. Se davvero l’Unione dei Comuni considera prioritaria la raccolta porta a porta non possiamo che essere fiduciosi, qui abbiamo provato a spiegare perché l’obiettivo dovrebbe essere quello di andare oltre ed essere molto più ambiziosi.
Questo potrebbe essere favorito dalle già tante positive esperienze che come abbiamo detto all’inizio si sono già realizzate. Prendere informazioni, chiedere suggerimenti, valutare pregi e difetti delle diverse strategie messe in atto, potrebbe aiutare a individuare per il Casentino le modalità di intervento e organizzazione migliori. Certo le troppe voci dei troppi sindaci del Casentino dovrebbero parlare come un sol uomo e anche la forza contrattuale del territorio dovrebbe essere maggiore per imporre la proprio visione ad una Regione e, soprattutto, a una SEI Toscana che non ha certo brillato nei suoi anni di gestione del servizio raccolta dei rifiuti.
Non sarebbe male se, dopo l’iniziativa unitaria per il treno che abbiamo augurato il mese scorso, in Casentino si vedessero, finalmente, 10 comuni lavorare seriamente insieme per l’obiettivo “Rifiuti Zero”.

(tratto da CASENTINO2000 | n. 302 | Gennaio 2019)

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