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sabato, 19 Aprile 2025

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Gli Amanti di Piazza Tarlati. Puntata 3

l dubbio (parte prima) Il martedì e il giovedì Elena andava in palestra, quella al centro commerciale. Appena arrivata salì sulla cyclette ed iniziò a mulinare le gambe; le amiche (o presunte tali) stavano facendo altrettanto. Un grande specchio rifletteva quelle siluette più o meno tornite e, soprattutto, quei volti.
– Ciao! Come stai? La salutarono quasi tutte.
– Bene e voi? Rispose lei.
– Tutto a posto! Si vede che stai bene, soprattutto negli ultimi giorni hai un viso radioso. Altro che palestra!
– In effetti è un buon periodo.
Vide i sorrisi che si scambiavano e non ci rimase benissimo ma cercò di non farci caso.
La serata trascorse come tante altre tra chiacchiere di vario genere ed allegria. Fatta la doccia si ritrovò nello spogliatoio con una delle ragazze che conosceva dai tempi della scuola con cui era più in confidenza.
– Ho sentito una voce che sei sempre con Paride. E’ vero? Certo è un bell’uomo.
– Ma che dici?? Chi ti ha riferito questa cazzata?! Non è vero nulla, abbiamo preso un caffè o due. Lavoriamo insieme; ma che significa! Rispose seccata.
– D’accordo, te l’ho detto perché ti voglio bene, non perché mi impiccio delle tue cose.
– Si, certo, lo so, nessun problema.
Rientrando a casa qualche pensiero cominciò a germogliare dentro quell’anima che sapeva di aver mentito. Iniziò a tormentarsi pensando a chi poteva averli visti. Gli venivano in mente i volti che avevano avuto intorno, i posti dove era andata con l’auto, il parcheggio di S. Maria.
Era entrata in un turbine di inquietudine crescente e la cosa si era notata anche in famiglia.
– Che hai fatto? Hai una faccia che è tutta un programma. Chiese Rinaldo.
– Nulla. Sai, il lavoro. Dentro di se friggeva come una padella arroventata e voleva solo che fosse già notte fonda per trovare lui e sentirsi rassicurata.
Viene mezzanotte.
Gli smartphone dei due amanti accedono a WhatsApp quasi simultaneamente.

Paride:
Ciao. ✓✓
Elena:
Ciao! Finalmente sei qui, amore mio. Sai, è accaduta una cosa di cui dovevo assolutamente parlarti. Oggi in palestra la mia amica Vanessa è venuta a dire che siamo sempre insieme e che…insomma…ho paura… ✓✓
Paride:
Ah, e tu che gli hai detto? ✓✓
Elena:
Ovviamente che sono tutte fantasie, ma questa cosa mi ha messo ansia. Sono molto agitata. ✓✓
Paride:
Stai tranquilla tesoro. Le persone che non si fanno i cazzi propri. Sono solo chiacchiere che avevamo messo in conto. Non temere, se saremo bravi, non accadrà nulla di male. ✓✓
Elena:
Speriamo. Ti prego, stammi vicino più che puoi. ✓✓
Paride:
Si, è l’unica cosa che voglio. Ti amo. ✓✓
Elena:
Ti amo. ✓✓

Viene l’una e mezza.
Lei è sempre sveglia e guarda dentro il buio. Con la mente in fermento vaga tra mille pensieri che non riesce a domare. I luoghi, i volti, le situazioni, lui, loro.
Guarda la sveglia con le lancette che paiono andare a ritroso. Anzi. Vanno verso le inquietudini e di lato, nel tentativo di lenire l’ansia. Lei prova a spingerle in avanti con tutta la forza mentale, ma sembra che gli ingranaggi siano arrugginiti. Il loro procedere nel verso del tempo è lentissimo ed esasperante.
La notte invernale sa essere terribile e può diventare il crogiuolo in cui si forgiano i demoni più spaventosi. Questi aleggiano nella camera senza palesarsi nitidamente, in modo da lasciare il dubbio circa la loro effettiva esistenza, ma potete star certi che ci sono.
Non riesce a prendere sonno. Si rigira nel letto e guarda quel cumulo che dorme vicino a lei. Non prova pietà né compassione perché la sua mente è altrove. Neppure sa lei dove. Contorce le mani e tocca la fede nuziale. Non sa se toglierla o meno. Nessuna delle due cose ha importanza. Si alza. In cucina prende un bicchiere di latte. Va in bagno quindi ritorna a letto. E poi da capo.
Finalmente, in fondo alla notte, la stanchezza la vince e si addormenta.
La sveglia arriva presto. Appena fuori casa accende il cellulare e si collega su WhatsApp.
Vede che l’ultimo accesso di lui è delle 2.30.
Un tuffo al cuore. Perché era on line a quell’ora? E con chi? Ricominciano i pensieri circolari.
“Avrà dormito poco anche lui e si sarà ricollegato per vedere se c’ero; poteva mandarmi un saluto però”; “avrà riletto i nostri messaggi; a volte io lo faccio per sentirmi con lui, è così bello”; “parlava con un’altra. “Oddio non è possibile, io so che lui mi ama”. “E se mi sbagliassi?”.
Il colpo era arrivato alla bocca dello stomaco, sostituendo i timori della sera prima in un attimo.
Con questo carico da undici nel petto fece quello che doveva come ogni mattina ma quando fu il momento di presentarsi al bar pensò che era meglio evitare. In primo luogo risuonavano nella sua mente le risatine delle ragazze. Poi aveva prevalso l’idea che quella connessione alle tre di notte non fosse del tutto sana.
Paride rimase sulla porta del bar ad aspettarla. Per mezz’ora aveva guardato verso le scale della biblioteca ed il cellulare. Il cellulare e le scale della biblioteca.
La vide entrare e mettersi alla propria scrivania. Ma quella mattina non suonavano i violini.

(Fine puntata 3)

Marco Roselli, Gli Amanti di Piazza Tarlati, Fruska

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