di Anna Franca Rinaldelli – Una giornata qualsiasi sotto il cielo del nostro amato Casentino: paese di Subbiano, 30 agosto 2006, ore 8,20. Laura, una giovane donna di 31 anni, si reca al lavoro in auto: la sua vita è la vita di molte donne: lavoro, studio, speranze, un compagno, tanto sogni.
Un camion, uno schianto, la polizia, il Pegaso, il ricovero in ospedale a Careggi. Una situazione critica….
E la vita cambia radicalmente: i sogni, le vicende, le speranze, i problemi della vecchia vita scompaiono ed inizia la nuova, molto più difficile, dolorosa… Cambiano le relazioni, ad iniziare da quelle con la famiglia dalla quale si era da tempo svincolata affermando la sua indipendenza!
Sono anni di infiniti ricoveri infiniti interventi chirurgici, visite, esami, analisi, farmaci, …una svolta drammatica e la necessità di ri-costruire nel dolore e nella deprivazione, una seconda esistenza, di sperare in una seconda opportunità perché le aspettative ed i sogni, i rapporti, di prima, dopo lo schianto non esistono più, sono stati spazzati via brutalmente, cancellati senza appello. Sedici anni di tormenti.
Ma Laura (la nostra protagonista) è una donna forte, intelligente, anche testarda, ostinata. Prima della tragedia era riuscita, con grande forza di volontà a costruire una propria sicurezza ed una propria famiglia, a realizzare i suoi studi, lei che veniva, ultima nata, da una delle tante famiglie tradizionali, con genitori tradizionali, di quelli che lavorano a capobasso per mantenere la famiglia e crescere i figli. C’è una famiglia allargata nella casa di Subbiano: Anna e Venanzio sono i genitori, poi c’è la sorella, il fratello, il cognato, la cognata, i nipoti, i generi, i nonni.
Purtroppo alcuni rapporti non potranno più essere quelli di prima: a cominciare da quelli con il suo compagno, con il quale da anni conviveva stabilmente.
Ma il grande impegno e le capacità che lei aveva dimostrato nella sua prima vita, non le permettono di arrendersi; così cerca con determinazione la propria via, consapevole dei limiti che le sono stati imposti: “non sono né felice, né contenta: semplicemente alternative migliori non esistono”.
Io la conobbi, per la prima volta, in questa situazione di grande crisi, per volontà della ammirevole mamma Anna e mia cara amica che volle condurmi nel grande centro riabilitativo di Correggio dove si risvegliò.
Laura scrive questo libro per raccontare la sua storia, ma non è solo il diario di un avvenimento, è un complesso intreccio di rapporti, sensazioni, emozioni, incontri, scontri, nuove speranze, naufragi, risultati. Parenti ed amici diventano i protagonisti della storia, anche loro hanno il diritto alla parola.
Laura scrive, racconta dettagli, scava a fondo, giorno dopo giorno…Poi finalmente arriva “Mo” (ma questa è un’altra storia). Insomma un libro incredibile, una scrittrice che sa scrivere (e questo non è poco) analizzando i fatti con indubbia creatività. Il racconto scorre, avvincente, prende il lettore. Chi inizia a leggere il libro, massiccio, di oltre 500 pagine, è costretto a continuare, vuole sapere come andrà a finire, vuol collezionare ancora dettagli. Insomma questo è un libro da leggere, attentamente, di quelli capaci di lasciare una traccia nella nostra mente e nel nostro cuore.