di Riccardo Buffetti – Uno dei luoghi simbolo della nostra cultura e dell’identità delle varie comunità è sicuramente il museo. L’importanza di questo spazio, dove al suo interno vengono raccolte testimonianze, oggettisti e opere, è particolarmente evidente nelle piccole Comunità, in cui spesso rappresenta l’unica fonte di conoscenza della storia e dell’arte locale. In questi contesti i musei assumono un ruolo cruciale nell’educazione delle nuove generazioni e nella promozione del turismo culturale, oltre ad essere un mezzo chiave per preservare la cultura e l’identità dei piccoli paesi.
Grazie all’attività di quelli che per lo più sono volontari nella raccolta, conservazione e valorizzazione dei beni culturali, i musei contribuiscono a creare una coscienza collettiva del patrimonio culturale del territorio. Non solo: con le loro attività didattiche, come laboratori per bambini e visite guidate, consentono ai giovani di approfondire la conoscenza su varie tematiche.
In Casentino, più precisamente a Subbiano, in via Signorini, si trova una mostra permanente, a disposizione per scuole e gruppi di visitatori. Nella struttura in cui una volta risiedeva un’importante attività che aveva oltre 200 dipendenti, ma negli ultimi periodi in disuso, tra il 2020 e il 2021 un gruppo di persone della Comunità si sono messe a disposizione per riqualificare l’area. «Abbiamo iniziato a considerare l’idea insieme a Mirto Daveri durante la pandemia; poi, abbiamo inaugurato nel 2021 la struttura – spiega Massimo Cocchetti (nella foto in alto), uno degli ideatori dell’iniziativa “Hobby, modellismo… ed un po’ di storia» – tutto è nato dalla volontà di creare un luogo di incontro e curiosità in cui vi sono esposte le nostre opere e quelle di altri appassionati». Infatti, all’interno della mostra – museo si celano diversi settori che grazie all’intervento di Cocchetti e Daveri riescono ad avere tra di loro un filo conduttore magnifico. Non appena valicato l’ingresso, ci si imbatte su una struttura in legno molto grande che mostra un Corteggio storico di Subbiano in ambito medievale con riproduzione di ambiente e costumi d’epoca. Proseguendo sulla destra, si passa alla parte che attualmente è in allestimento, quella dei presepi. Qui, però, c’è un’opera che risalta subito all’occhio: «È un modello che riprende dei piccoli pezzi di Casentino e li unisce in quello che è un paese a tutti gli effetti, collegato alla storia sia del nostro territorio che italiana», dice Daveri.
Lo step successivo riguarda la “casa” di Massimo Cocchetti: in una sala è esposta una grande collezione di modelli Ferrari in scala, più di 400 modellini che ripropongono la storia della monoposto in Formula 1 e del marchio nelle corse di durata. La mostra – o il museo, termine che forse più si addice a questo luogo – prosegue con la parte legata al cinema: «Nella struttura, che è un settore della Pro Loco di Subbiano, sono coinvolte tantissime persone che hanno portato qui delle cose interessanti, – dice Cocchetti, che poi prosegue, – oltre a me e Daveri, ci sono modellini e opere di Davide Emanuelli, Giancarlo Del Pasqua, Santino Tinti, Otello Pernici, Giovanni Cinti, Giovanni Giannotti, Giancarlo Baffetti e tanti altri».
Di Del Pasqua e Daveri sono la maggior parte degli oggetti che si trovano nella sala del cinema: dalle macchine da proiezione ancora funzionanti che risalgono fino agli Anni ‘30 del Novecento, alla riproduzione della sala cinema “Paradiso” con manifesti e alcune parti di arredamento. «Tra le altre cose, il signor Del Pasqua ha dei biglietti risalenti addirittura al periodo fascista, che sono dei reali pezzi da museo, avendo trascorso oltre trent’anni a fare il cinematografo», sottolinea Cocchetti.
Nella seconda parte della stanza cinema, iniziano i cimeli e le opere fatte a mano dell’ex professore Mirto Daveri: dalla collezione dei manuali della scuola di “radioelettra” a tutti gli strumenti come oscilloscopi, generatori di tensione, amperometri e frequenzimetri di vecchia data; poi, la parte fotografica con tantissime macchine fotografiche tra le quali anche quella costruita direttamente da Daveri, che lo ha fatto negli anni scorsi finire in una rivista nazionale. Al termine di questo settore, tante sculture del celebre Pinocchio in legno e un plastico marino di grandi dimensioni. In un pezzo di sala ci sono strumenti musicali e raffigurazioni in legno di armi, preludio alla sezione successiva, che lascia letteralmente senza parole, dato che vi si trovano le riproduzioni molto accurate delle “macchine di Leonardo Da Vinci” costruite sui disegni originali del grande scienziato da Mirto Daveri, ed alcune perfettamente funzionanti.
Poi c’è un reparto dedicato alle due guerre mondiali: indumenti originali, alcune copie ben fatte per poter essere studiare, e tanti oggetti rinvenuti anche in Casentino. In lontananza si vede quella che a tutti gli effetti pare essere una casa; avvicinandosi, però, ci si accorge che è qualcosa di diverso: Cocchetti, Daveri e gli amici del museo hanno ricostruito una casa contadina con tutti gli oggetti in uso nei tempi passati. Nella medesima sala, adiacenti, sono esposti auto modelli che rappresentano una collezione sulla storia dell’auto in scala, ma quello che da all’occhio è il vasto assortimento dei prodotti della Lego che prendono il via dagli Anni ’80 – se non prima – fino alle ultime produzioni più moderne: autore di tutte queste opere è Davide Emanuelli, che con la sua passione e dedizione ha messo a disposizione dei visitatori dei capolavori completi e funzionanti dei mattoncini più blasonati al mondo. E il cerchio si chiude con l’ultima sala, allestita per le varie occasioni o celebrazioni come quella del Natale a venire.
Massimo Cocchetti lancia un messaggio: «Cerchiamo sempre di promuovere non tanto i nostri oggetti, ma la cultura che proviene da questo luogo. Per questo invitiamo i lettori a visitarci, l’ingresso è libero e potrete trascorrere una bella giornata alla scoperta della nostra mostra-museo. Vogliamo che si conosca sempre maggiormente, anche perché i coinvolgimenti all’interno sono dedicate ad ogni fascia d’età: dai più grandi, fino ai bambini delle scuole, che spesso accorrono numerosi».