Il gestore del servizio rifiuti Sei Toscana, uno dei “carrozzoni” targati, (ma guarda un pò!) PD, è finito sotto inchiesta per la gara d’appalto da 140 milioni vinta per la gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti dell’Ato Toscana sud, che comprende le province di Arezzo, Siena e Grosseto e, in parte, Livorno. Le indagini riguardano Sei Toscana, che è attuale gestore del servizio. Oggi sono coperti 106 comuni: 36 aretini, 28 grossetani, 6 livornesi e 36 senesi. La Procura di Firenze che ha aperto l’inchiesta si è mossa ipotizzando il reato di turbativa d’asta. Per questo sono state svolte anche perquisizioni da parte della guardia di finanza. La gara si è svolta nel 2012, il vincitore, nel 2013, è risultato Sei Toscana, società che raggruppa enti pubblici e privati. L’ipotesi di reato è che la gara d’appalto sia stata confezionata su misura per Sei Toscana.
Ricordiamo che SEI Toscana è il gestore del servizio integrato dei rifiuti urbani nelle province dell’Ato Toscana Sud (province d Arezzo, Grosseto e Siena e sei comuni della provincia di Livorno). Il territorio servito da SEI Toscana copre circa la metà dell’intera superficie regionale e racchiude 106 comuni (36 aretini, 28 grossetani, 6 livornesi e 36 senesi). SEI Toscana a fine marzo 2013 ha firmato il contratto di servizio con l’Ato Rifiuti Toscana Sud e, a partire dal 1° gennaio 2014, è il gestore unico.
La compagine societaria è costituita da: AISA 12,53% , CASENTINO SERVIZI 0,64% , COOPLAT 13% , CRCM 0,34% , COSECA 0,07% , CSA 5,03%, ECOLAT 11,27% , LA CASTELNUOVESE 0,10% , REVET 0,33% , SIENAMBIENTE 23,79% , STA 26,80% , UNIECO 0,10%
Della STA fa parte anche Banca Etruria che, un anno prima della gara, nel 2011, aveva rilevato il 9,5% del suo capitale. Non solo. L’istituto, insieme all’ex azionista Monte dei Paschi, è tra i finanziatori della società che a fine 2014 aveva quasi 14 milioni di debiti con le banche. In prima linea Giuseppe Fornasari, all’epoca presidente della banca e oggi in attesa di verdetto sul rinvio a giudizio per ostacolo alla vigilanza chiesto dalla Procura di Arezzo. Anche il suo successore Lorenzo Rosi, oggi indagato per omessa dichiarazione di conflitto d’interesse, che nel 2011 era consigliere dell’istituto, presidente di STA e al vertice della cooperativa Castelnuovese, altro grande socio nonché partner tecnico di Sei, di cui detiene ancora l’11% circa accanto al colosso emiliano Unieco e ai fiorentini di Cooplat. Con loro l’onnipresente Luciano Nataloni, che secondo la stampa locale sarebbe tra i sette indagati per l’appalto. Il commercialista fiorentino nel 2011 ha chiuso un mandato ultradecennale alla presidenza del collegio sindacale della Castelnuovese, tenendosi l’incarico di consigliere di Banca Federico del Vecchio (gruppo Etruria) cui avrebbe presto sommato un ruolo analogo nella capogruppo aretina, per il quale è oggi indagato insieme a Rosi. Chiude le fila Alessio Ferrabuoi, attuale presidente della Castelnuovese, consigliere di Sta ed ex sindaco di Laterina, il paese natale della famiglia Boschi che nel 1995 aveva sconfitto il padre del ministro nella corsa a primo cittadino del comune toscano.
Con l’arrivo di Sei è già chiaro è che gli abitanti delle ex province di Siena, Arezzo e Grosseto pagano oggi per lo smaltimento dei rifiuti uno tra i conti più alti d’Italia: siamo oltre il 10% della media nazionale, come ha detto il direttore della Confcommercio di Siena, Daniele Pracchia. E, secondo le tabelle del ministero delle finanze, il costo dello smaltimento dovrebbe essere di 9,3 milioni e invece siamo a 12 milioni di euro. Un’impennata che ha accompagnato proprio l’arrivo di Sei Toscana come nuovo gestore unico.
Ma quale è il ruolo del Casentino in Sei e nell’ATO dei rifiuti? Praticamente nullo ovvero quando si dice che il Carrozzone è troppo grande. La Casentino Servizi, società completamente pubblica e appartenente a tutti i comuni casentinesi, conta ben per lo 0,64%. I comuni casentinesi, nell’assemblea dell’ATO, luogo deputato alle grandi scelte strategiche sui rifiuti, addirittura l’1.34%, andando dallo 0,48% di Bibbiena fino allo 0,02% di Montemignaio. Ce lo vedete il buon Sindaco che parte da Montemignaio, e forte del suo 0,02%, prende la parola all’ATO e rivendica qualcosa per i suoi cittadini? Stendiamo un velo pietoso…
Dicevamo, il PD toscano e soprattutto quello aretino, sempre molto incline a realizzare i Carrozzoni (ricordiamo che qui siamo stati i primi nello sciagurato ATO dell’acqua, vero Ceccarelli?) forse questa volta, ha realizzato un Carrozzone extralarge: dal Falterona fino all’Elba e ritorno. Ma, tranquilli, grande è bello (compreso gli stipendi), dopo acqua e rifiuti, ora tocca alla sanità con l’Area vasta. Si salvi chi può…
La foto è stata ripresa dalla copertina di CASENTINO2000 nr. 244 di marzo 2014. Alleghiamo anche l’editoriale (profetico) scritto allora.