di Terenzio Biondi – Fa uno strano effetto scoprire di essere spiati da uno degli animali del bosco. Ti accorgi all’improvviso che la presunta superiorità dell’uomo, che si crede di essere il più intelligente e il più astuto degli animali sulla terra, non è poi così scontata. Ero a pesca nel Fosso delle Calle, poco a monte dell’Oratorio della Madonna delle Calle.
Stavo osservando nell’acqua limpida di una pozza sotto una cascata, proprio al centro della pozza, una grossa trota. Era ferma a pelo dell’acqua, immobile, salvo qualche piccolo movimento della coda per non essere trasportata a valle dalla corrente. Era a caccia d’insetti, che svolazzavano sopra la pozza formando quasi una piccola nuvola a poca distanza dall’acqua.
Avevo posato la canna e tenevo in mano la macchina fotografica aspettando che la trota compisse un salto improvviso fuori dall’acqua, a bocca spalancata. Aspettavo, in silenzio. Intorno a me silenzio di tomba.
Poi… poi avvertii dietro di me, a pochi metri di distanza, come dei passi. Mi voltai di scatto. Nulla… fra gli alberi del bosco nessun movimento. Mi rimisi a guardare la trota, sempre immobile ad aspettare che la nuvola di moscerini giungesse a tiro.
Meno di un minuto… alla mia sinistra un rumore netto… sì… eccolo di nuovo. Mi giro lentamente. Nulla… solo qualche ramo di un arbusto che si muove appena, come spinto dal vento. Passano pochi minuti. Ora lo avverto distintamente: c’è qualcuno che cammina davanti a me, a poche decine di metri, nascosto dai faggi.
Mi sposto un po’ per vedere meglio. Nulla… eppure… eppure ci deve essere qualcuno. La trota è sempre immobile, a pelo dell’acqua. Poi… ecco… muove velocissima la coda e compie un guizzo improvviso fuori dall’acqua, a bocca spalancata contro quella nuvola di minuscoli insetti. Scatto una foto e subito dopo un’altra. Sì… ora lo sento chiaramente… c’è qualcuno alla mia destra… sì… sta camminando nel bosco. Strano… davvero strano… non si vede nessuno. Si sta facendo tardi.
Mi allontano dalla pozza e prendo il sentiero che costeggia il fosso per tornare all’auto. Quando… eccolo… da dietro un grosso faggio spunta un magnifico capriolo, proprio davanti a me. Mi guarda curioso… no… no… più che curioso mi sembra… soddisfatto, orgoglioso. Si mostra tutto, alza il capo, mi guarda fiero. Sembra invitarmi a fotografarlo. Poi si allontana, calmo, guardandomi sempre.
Che bello! Io spiavo la trota e il capriolo spiava me, ed era riuscito a girarmi intorno senza che io riuscissi a vederlo. E solo alla fine si era mostrato, contento di essere riuscito a “giocare” con me, e sembrava dirmi: “Guarda cosa sono capace di fare!”.
Tornavo all’auto felice, quasi incredulo del mio incontro. E mi veniva da pensare: ma siamo proprio sicuri che gli animali del bosco siano meno astuti dell’uomo?
I RACCONTI DEL TORRENTE Storie vere, leggende, incontri… nei torrenti del Casentino è una rubrica di Terenzio Biondi