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mercoledì, 9 Aprile 2025

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Il Casentino che vorrei

di Marica Marzenta – Il ruolo di Presidente della SMS mi ha dato davvero modo di toccare con mano delle situazioni troppo delicate di persone che hanno bisogno di case perché in difficoltà economica o lavorativa, persone che nel corso degli anni hanno perso una loro dignità sociale e per tutelare la loro famiglia o solo se stessi si sono adoperati a cercare una casa per ricominciare da zero, le istituzioni purtroppo non sono mai a disposizione quando viene chiesto aiuto, le graduatorie delle famigerate “case popolari” sono irraggiungibili, e vengono privilegiate certe categorie di persone.

La nostra Società ha circa 53 appartamenti che vengono messi a disposizione con affitti irrisori in primis ai soci e poi a coloro che ne fanno richiesta e hanno determinati requisiti. Cerchiamo di aiutare davvero chi ne ha necessità, e mi chiedo se anche i nostri Comuni non potrebbero gestire da soli le case popolari e capire umanamente le esigenze di coloro che ne fanno richiesta anziché istituire graduatorie dettate solo da requisiti burocratici.

Questa non vuole essere una nota negativa o dolente per chi gestisce le case popolari dei comuni è solo per dire che la burocrazia annienta la persona, le tempistiche con cui vengono fatte e rifatte le graduatorie sono troppo lunghe e chi ha bisogno deve ricorrere a scelte onerose ed inaccessibili.

Il Casentino che vorrei? Un Casentino autonomo e mutualistico, caratteristiche che si sono perdute con la chiusura di aziende che hanno fatto la storia del nostro territorio. Tradizioni da recuperare come lavori artigianali, feste paesane tradizionali, giovani legati al loro territorio ma che per problemi lavorativi e di studio si perdono in altre realtà. Un Casentino che abbia libero accesso alle strade principali, invece di fare decine di chilometri per città o autostrade, ma questo sarebbe il male minore, l’importante sarebbe che le strade siano percorribili e non pericolose, e invece ogni volta ci sono problemi sia di viabilità sia di traffico che di manutenzione molto scarsa, forse i vecchi ed estinti cantonieri sarebbero davvero stati utili ma ormai sono obsoleti.

Un Casentino giovane, dove i giovani abbiano un qualcosa per cui davvero trattenersi anche per le serate dove invece devono prendere altre destinazioni e solo una fascia di età rimane per svagarsi e divertirsi e solo nei tre mesi estivi, una volta avevamo un’eccellenza di discoteche: Il Porto, Manhattan, River Piper e c’era davvero l’imbarazzo della scelta venivano da Firenze da Arezzo e dalla Romagna per ballare… L’Alaska e il Massimo con musica dal vivo… adesso in inverno i più attempati come me vanno in letargo ed i giovani devono andare fuori con grande preoccupazione dei genitori che sono a casa ad aspettare il loro ritorno.

Un Casentino turistico, abbiamo il meglio del meglio. Foreste e fiumi senza tralasciare i paesi e le loro particolarità, fin da giovane mi sono piaciute zingarate verso i paesi più caratteristici del Senese, ma non abbiamo niente da invidiare a loro, pensiamo a Poppi quando ai tempi delle prime edizioni del Gusto dei Guidi si sono riscoperte le meravigliose cantine… Abbiamo Romena, Porciano, il Palagio di Stia (che non è solo discoteca) e tutti i vari Borghi sparsi in ogni dove: Quota, Raggiolo… luoghi religiosi come Chiusi della Verna, Camaldoli, parliamo poi dei sentieri e delle nostre montagne, certo non sono le Dolomiti ma abbiamo tanto potenziale ancora tutto da esplorare e da sviluppare…

Un Casentino dove fare visite mediche in tempi dignitosi non dopo attese di mesi se non anni, e avere la possibilità di non ricorrere alle strutture private anche se le uniche efficienti per avere appuntamenti a brevissimo termine, sono costose e non tutti possono permettersi la visita privata, ma se urgente davvero è l’unico modo e, si sa, di fronte alla salute non si bada a spese… Per non parlare del reparto maternità che ormai da più di 7 anni è chiuso a Bibbiena e chi non ha fatto una corsa in ospedale ad Arezzo per partorire, chi non ha fatto ricorso al pronto soccorso pediatrico sempre ad Arezzo perché Bibbiena è rimasto solo un miraggio… potenziare i pediatri in Casentino affinché le mamme siano tranquille e parlo perché questo è davvero un grandissimo problema per chi ha un bimbo piccolo, aver paura anche di un colpo di tosse per porsi la domanda: «E ora a chi ci rivolgiamo?»… magari di sabato o domenica…. Unica soluzione rivolgersi a privati per l’incolumità mentale delle mamme e la salute dei piccoli.

Cosa consiglio? Forza giovani!!! Siete voi il futuro, analizzate bene il nostro territorio e fatene del bello e del bene non adagiatevi su quello che è il presente… Tirate fuori il succo dal frutto!!! Amministratori, se già state facendo qualcosa non basta… ampliate le vostre forze, magari tutti i Comuni insieme potete tirar fuori soluzioni idonee ai problemi e difficoltà casentinesi… Ma senza creare altri “carrozzoni” altrimenti è tutto inutile!!!

MARICA MARZENTA Vive a Stia da sempre, è sposata e mamma di Aurora. Lavora presso un’azienda in grandissima evoluzione: la Tera Automation Srl, dove è arrivata dopo 21 anni di lavoro in uno Studio commerciale. È Presidente della Società di Mutuo Soccorso tra gli Operai del Lanificio di Stia da circa 15 anni.

(Idee per il Casentino è una rubrica di Mauro Meschini)

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