di Mauro Meschini – Forse sul campo da golf di Poppi si potrebbero raccogliere molti pareri: un’opera incompiuta, un fiore che deve ancora sbocciare, uno spazio bellissimo ma che non interessa a tutti… non sappiamo quale sia il vostro pensiero a riguardo ma, dopo tante voci e schermaglie sulla stampa, era arrivato il momento di andare a vedere direttamente a che punto siamo nella realizzazione del progetto che dovrebbe portare ad avere un percorso da 18 buche. Raggiungere il campo è stato, come sempre, affascinante, e abbiamo avuto subito la conferma che un’attività del genere deve essere messa in grado di girare a pieni giri. Praticamente quello che poco dopo ha chiaramente sostenuto Vincenzo Giummarra (nella foto), l’attuale presidente del Golf Club, dal 2005 in Casentino e adesso, come ci ha confessato, di Poppi al 100%.
«La passione per questo sport è nata da sola, perché siamo vicini ed è l’unica attività di un certo tipo che puoi fare all’aria aperta nella vallata. Ho poi condiviso l’esperienza con alcuni amici e così mi trovo ad essere golfista. Quando abitavo a Milano avevo provato qualche volta sui campi pratica, ma qui il golf lo vivi in maniera diversa. Affascina come è nata questa esperienza, con imprenditori locali che hanno visto in questa attività un’opportunità per il futuro. Oggi abbiamo la conferma che continua ad essere un’opportunità ancora non pienamente sfruttata, chi crede in questo sport, chi sa cosa vuol dire, si rende conto che per il Casentino avere il golf è un valore immenso».
Vogliamo ricordare come formalmente è costituita la proprietà e quali sono i suoi organi? «Questo è uno dei pochi impianti da golf di proprietà pubblica, per la grandissima parte del Comune di Poppi con partecipazioni minime di Regione Toscana e Provincia di Arezzo. Il Comune è anche socio insieme agli altri enti ed ai golfisti. L’intera attività è amministrata da un Consiglio che è composto da 10 persone, compreso il presidente. Il Consiglio, con il proprio impegno e lavoro, vuole realizzare questa opportunità per il Casentino, uno spazio che è giusto che sia di proprietà comunale perché dovrà essere sempre più dedicato a tutta la collettività. Oggi il golf è uno sport, sia a livello nazionale che internazionale, aperto a tutti, e mi auguro che anche in Casentino la collettività ci aiuti ad individuare i modi per attrarre sempre di più i giovani. Immaginiamo quanto sarebbe forte il richiamo e l’attenzione se un giovane casentinese diventasse un campione e che ritorno questo potrebbe garantire, in tanti sensi».
Come il Consiglio organizza il suo lavoro e gestisce i rapporti con il Comune di Poppi? «Abbiamo un Consiglio che è molto attivo ed operativo. Ognuno dei membri ha delle deleghe e responsabilità per la tenuta del campo, per la gestione del personale, per i rapporti con i fornitori e altro. Ci vediamo molto spesso e l’intento di tutti è quello di far si che questo progetto possa giungere al termine. Abbiamo iniziato una collaborazione con il Comune più intensa, abbiamo ragionato in passato sempre in un rapporto “noi-loro”, adesso stiamo cominciando a ragionare solo come “noi”…».
In sostanza siete passati da un rapporto con un interlocutore ad un rapporto con un collaboratore? «Si, perché abbiamo interessi comuni finalizzati alla realizzazione di questo progetto. Due sono gli aspetti fondamentali su cui ci concentriamo: la disponibilità d’acqua e l’ampliamento del campo. L’acqua è fondamentale e per questo sono stati realizzati in questi anni dei laghi che si sono rivelati molto utili per resistere a questo lungo periodo di siccità. Ma stiamo cominciando a ragionare con l’Ente e con Nuove Acque per trovare ulteriori soluzioni a impatto zero che possano garantire l’approvvigionamento necessario. L’altra necessità è quella di raggiungere le 18 buche per potersi collegare ai circuiti internazionali e quindi poter attrarre in particolare i turisti del nord Europa che sono disposti a spostarsi verso realtà dove ci sia anche il golf. E in Casentino, anche se può non sembrare, di disponibilità per l’accoglienza ne abbiamo tantissima, la valle è piena di agriturismo, anche di livello importante».
Da questo punto di vista a che punto è il progetto, i lavori sono stati realizzati anche nella parte più bassa dell’impianto… quante sono le buche realizzate ad oggi? «In questo momento ci manca l’ultimo piccolo sforzo per completare il percorso di una buca che ci permetterà di realizzare l’anello sottostante la strada. Con questa operazione il campo diventerà a 15 buche e avrà già un interesse diverso. Poi ne rimarrebbero 3, ma il passaggio della quindicesima buca è vitale. Siamo arrivati ad un punto del lavoro con il Comune importante, che ci permetterà di trovare la svolta, c’è stata l’esigenza da parte del Comune di poter mostrare alla collettività la possibilità di poter vendere per trovare finanziatori. Ma la cosa importante, e quello che vogliamo assolutamente, è che il Comune realizzi con noi il progetto per intero per poter beneficiare domani di tutto l’investimento continuo di questi anni».
Quindi l’ipotesi di vendere c’era? «Si è una voce che corre. Comunque è legittimo da parte dal Comune sapere se esiste realmente l’ipotesi di vendere, naturalmente non per fare una speculazione edilizia, ma per realizzare il progetto del campo da golf…».
Certo, addirittura qualcuno aveva ipotizzato la possibilità di fare un pacchetto unico con la vendita di Golf ed ex Onpi? «Ben venga se l’ex Onpi diventa un punto di riferimento per l’accoglienza. Noi abbiamo un diritto su questo campo fino al 2024, fino a quel momento assolutamente non si parlerà di vendite per fini diversi dal golf. Negli anni per arrivare a questo punto noi ci siamo anche fatti carico di investimenti onerosi. Quindi tutto deve portare ad un risultato perché anche i soci devono vedere che non abbiamo sprecato le risorse. Vedo comunque questa come un’opportunità positiva…»
Insomma secondo voi queste voci e discussioni contribuiscono ad animare e a dare spinta per portare avanti il progetto… «Perfetto. L’obiettivo deve essere questo. Se devo dichiarare quello che è il mio sentimento, quello dei nostri consiglieri e dei soci, per il Casentino il campo da golf è un’opportunità vitale. Oggi le attività che possono sviluppare lavoro e turismo in Casentino sono queste. Abbiamo un Parco nazionale, abbiamo l’attrazione dei punti di riferimento spirituali come La Verna e Camaldoli, abbiamo Campaldino e il Castello di Poppi, ma il golf rappresenta un’altra fetta molto importante. Ad oggi, senza particolari attività che potessero calamitare l’attenzione, abbiamo avuto quasi 700 presenze da fuori, in particolare molti stranieri, abbiamo tra questi anche soci di questo campo, questo è il modo per avere il nostro nome collegato con il mondo. Un golf in un ambiente collinare con questo tipo di visione e paesaggio è molto raro…»
Dal Falterona alla Verna con il Castello di Poppi nel mezzo… «È grandioso. Per questo l’unico obiettivo deve essere quello di avere il campo da golf in Casentino, perché se c’è un motivo per il quale ho accettato di fare il presidente è solo questo. Ma è con il lavoro di tutti che possiamo raggiungere il traguardo che ci renderà più forti, perché avere il campo completo e il Comune che ci garantisce il diritto di superficie per la gestione, ci permetterà anche di accedere a dei finanziamenti utili allo sviluppo. Un nostro obiettivo è anche avere più persone che si interessano al golf, per avere più persone che circolano sui campi. Al golfista piace provare campi diversi. Il nostro diventerà una ricchezza per la comunità del Casentino nel momento in cui comincerà ad essere frequentato da persone che vengono da fuori».
Anche il nome del club è cambiato, adesso guarda già oltre i confini della vallata… «Si, la vecchia presidenza lo ha cambiato in “Casentino Golf Club Arezzo”, è stato un passaggio importante e credo che abbiano fatto benissimo perché è stato come cambiare punto di vista. Questo deve essere il campo di Arezzo e, allo stesso tempo, il campo pratica di San Leo, che adesso abbiamo dato in gestione ad un tecnico, è uno spazio dove le persone possono frequentare corsi e iniziare l’attività. L’obiettivo è quello di aumentare nella provincia il numero delle persone interessate al golf. Continuiamo a fare anche le iniziative con le scuole rivolte ai bambini e tutto questo ci spingerà a fare quell’ultimo sforzo che ci permetterà di fare un salto di qualità».
E se dovessimo provare a fare un cronogramma per dare dei tempi alle diverse fasi che mancano alla realizzazione del progetto… «Il cronogramma dovrebbe essere questo. Nel 2018 riuscire a realizzare la quindicesima buca e nei due anni successivi riuscire ad ultimare le ultime tre. Sarebbe perfetto e sarebbe anche possibile perché con il nuovo accordo da fare con il Comune noi potremmo accedere a finanziamenti importanti che renderebbero più facili le realizzazioni».
Ma in prospettiva a voi direttamente potrebbe interessare il fatto di sfruttare l’ex Onpi? O questo andrebbe fuori dalla vostra mission? «Questo è un argomento a parte. Ben venga che ci sia qualcuno, appassionato a questo sport o che si occupi di sviluppo del territorio, che ci dia un’idea. Noi di sicuro abbiamo la possibilità di poter accedere a risorse importanti, ma lo faremo nel momento in cui avremo le idee chiare su che cosa fare. Siamo apertissimi a consigli e indicazioni da parte di tutti, perché questo è un bene di tutti, ed è una grande responsabilità la sua gestione. Anche il Comune deve fare un gestione saggia e deve vederlo come un’opportunità per produrre ricchezza, non per fare subito qualche soldo utile ad asfaltare due strade ed essere poi più poveri di prima. Nel 2022 in Italia ci sarà la Ryder Cup, una manifestazione internazionale importantissima, sarà un momento in cui potremo avvicinare tante persone a questo sport. Dovremo essere pronti, questa deve diventare un’azienda che deve dare al Comune un ritorno importante…».
E con le sue caratteristiche può esser in gradi farlo, bisogna però che sia messa in condizione di funzionare al meglio… «Bisogna ragionare e agire seguendo l’idea imprenditoriale che porti ad avere un’attività che produca per il territorio e che sia un’opportunità per gli abitanti. Tutti i giovani che abitano qui devono avere un vantaggio rispetto a chi non ha questi spazi per poter diventare campioni… questo è il sogno».
(tratto da CASENTINO2000 | n. 287 | Ottobre 2017)