di Gabriele Versari – «Amo da sempre l’Arma dei Carabinieri, sia come simbolo garante di sicurezza e legalità, sia come istituzione che da secoli garantisce un servizio a difesa del singolo cittadino e della comunità nella sua interezza», sono le parole con cui esordisce Domenico Gaudio, tenente dell’Arma a cui è stato assegnato il comando della Compagnia dei Carabinieri di Bibbiena dalla quale dipendono le stazioni casentinesi.
L’approdo di Gaudio è per tutto il Casentino un’enorme novità. Si tratta infatti di un incarico assegnatogli da poco, per la precisione a giugno di quest’anno, quando si è concretizzato il suo trasferimento presso la Compagnia di Bibbiena dopo che il posto di Comandante era rimasto vacante. In qualità di primo mensile locale, per CASENTINO2000 è sembrato doveroso realizzare una sorta di “presentazione” della figura del tenente, giunto nel contesto della nostra vallata per farsi carico della salvaguardia dei cittadini e della giustizia sociale. Dopo aver richiesto e ottenuto l’autorizzazione da parte dell’Arma il Comandante ha accolto i nostri redattori presso la sede dei Carabinieri di Bibbiena, ospitandoli nel proprio ufficio. Ciò che colpisce è l’aspetto di Domenico Gaudio, che regala fin dalle prime presentazioni sensazioni di freschezza giovanile e innovazione, coniugate però a un estremo grado di professionalità e precisione nell’argomentare le proprie riflessioni e nell’esporre i futuri progetti aventi l’obiettivo di garantire la sicurezza in Casentino.
Per fornire un quadro il più completo possibile della persona, si è deciso di ricostruirne la storia professionale, i successi, le conquiste, l’approdo a Bibbiena, per poi passare all’attualità, alla situazione dei reati in Casentino e alle strategie per diminuirne quanto più possibile il numero.
«Mi definirei un cosentino in Casentino. La mia infanzia e adolescenza l’ho infatti vissuta a Rende, città universitaria dell’area urbana di Cosenza, dove a 18 anni ho conseguito il diploma di liceo scientifico. Decisi subito dopo di arruolarmi, nonostante in famiglia non avessi genitori o parenti che prestassero servizio all’Arma. Il mio primo incarico è stato quello di allievo maresciallo. Dopo aver terminato il biennio di formazione presso la “scuola marescialli” venni inviato presso la Tenenza di Ercolano, luogo meraviglioso ricco di storia e cultura, ma segnato, come ben noto, da un’elevata incidenza criminale. Quest’esperienza, anche se dura in certi momenti, mi ha fornito un bagaglio di conoscenze e competenze inestimabile che tutt’oggi sfrutto nel mio lavoro qui a Bibbiena. Ho prestato servizio ad Ercolano per molti anni, fino a quando, nel 2018, ho vinto il concorso per accedere alla carica di Ufficiale del Ruolo Normale.
Dopo altri due anni di formazione venni destinato al Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri con sede a Roma. Tale istituzione è in possesso di poteri eminentemente decisionali e di policy per tutto l’apparato nazionale ed estero dei carabinieri. Qui mi sono occupato, con ruoli di comando, dapprima della sicurezza della struttura e delle personalità e successivamente di telematica, informatica (funzionamento di hardware e software) e di telecomunicazioni. Il 20 giugno 2024, a 34 anni, è iniziato il mio percorso come Comandante della Compagnia dove ci troviamo. Il ruolo di Comandante di Compagnia, abitualmente devoluto al grado di Capitano, che verosimilmente indosserò nei prossimi mesi, è un incarico peculiare per gli ufficiali dell’Arma.
Anche nell’immaginario collettivo, tale ruolo è visto come estremamente importante. Basti pensare alle opere letterarie e audiovisive italiane in cui la figura è presente nella finzione narrativa, come ne “Il Capitano Bellodi” di Sciascia e nella serie televisiva Don Matteo. Perciò, una volta assegnatomi tale genere di incarico, è stato per me grande motivo di soddisfazione raggiungere tale traguardo. Giunta la notizia del mio trasferimento, ho cercato di documentarmi quanto più possibile sul Casentino e sul suo territorio. Sono rimasto fin da subito stupito dalle bellezze naturalistiche e storicoculturali presenti in vallata, come anche dalle prelibatezze gastronomiche che vi si possono gustare. Andandone a cercare uno, l’unico aspetto negativo della zona è quello relativo ai collegamenti stradali e ferroviari».
Dopo aver terminato il racconto della propria storia, al tenente Gaudio viene chiesto di approfondire la situazione dei reati in Casentino in base ai riscontri ricavati dalle ultime analisi territoriali.
«Non sussistono particolari criticità per quanto riguarda i reati nel territorio. Si attesta una situazione contrassegnata da un numero esiguo di atti criminosi o delinquenziali. I fenomeni riscontrati sono circoscritti in un quadro d’insieme limitato e controllato. Sicuramente la morfologia territoriale ci favorisce nei controlli e consente dunque un monitoraggio del traffico completo, essendo presenti pochi percorsi stradali sia in entrata che in uscita. A ciò si aggiunge una presenza dell’Arma che è ad oggi capillare: si parla di ben otto stazioni o caserme su 32 mila abitanti circa (dal comune di Pratovecchio Stia a quello di Castel Focognano, le stazioni sono: Talla, Rassina, Chiusi della Verna, Bibbiena, Poppi, Badia Prataglia e Pratovecchio Stia).
Grazie ad un così alto numero di siti operanti sul territorio è possibile attuare il cosiddetto “modello della prossimità”, che consiste nell’impegno da parte del singolo carabiniere o maresciallo ad essere inserito quanto più possibile all’interno della comunità, anche tramite attività quotidiane. Tale impegno consente di fronteggiare i fenomeni criminosi e intercettarli fin dal principio. La prossimità deve essere ovviamente operosa, attiva, attuata recependo le preoccupazioni del cittadino e mettendo in moto meccanismi d’azione investigativi e d’indagine. Nei piccoli territori come il Casentino il modello assume una rilevanza supplementare, poiché la conoscenza reciproca può essere sfruttata come ulteriore arma di contrasto contro i fenomeni delinquenziali».
Relativamente ai furti verificatisi in zona nel mese di agosto, il tenente si esprime nel merito. «I furti si sono verificati tutti nel weekend dello scorso Ferragosto (15, 16, 17 e 18 del mese). Si sono concentrati nella zona di Pollino e dell’Ospedale del Casentino. Pochi furti che hanno avuto grande risonanza, poiché i reati ai danni della popolazione sono molto rari come già spiegato e perciò, quando si verificano, alimentano in maniera rilevante la preoccupazione generale. Uno dei furti ha riguardato un’attività imprenditoriale di Corsalone: sono stati sottratti 120 quintali di rame per un valore complessivo di circa 150 mila euro. Dopo una settimana di duro lavoro si è riusciti ad intercettare quattro individui, i quali sono stati prontamente fermati e arrestati.
Le accortezze che mi raccomando di fornire in caso di furti alle abitazioni sono le seguenti: non esitare a chiamare il 112 qualora dovessero essere individuate persone sospette; collaborare col vicinato quando si lascia l’abitazione durante le vacanze, ritirando reciprocamente la corrispondenza dei residenti limitrofi (un accumulo di posta è indice di assenza dall’abitazione per i ladri); utilizzare il meno possibile la propaganda social durante il proprio viaggio o soggiorno fuoriporta; prestare attenzione agli allarmi, possibilmente collegando gli stessi alle centrali operative dei carabinieri tramite compilazione di un apposito modulo online sul sito web dell’Arma dei Carabinieri».
Concludendo, il Comandante Gaudio tiene a sottolineare l’importanza della prevenzione per quelle che sono, ad oggi, le operazioni truffaldine più frequenti, cioè quelle a danno degli anziani. «È un fenomeno di carattere nazionale, perciò, nei prossimi mesi, terremo alcune conferenze in favore della popolazione anziana con l’obiettivo di divulgare e diffondere le modalità operative di questi malfattori, preparati e professionali nel mettere in pratica le proprie abilità criminali. Con le loro modalità, che fanno leva soprattutto sulla fragilità emotiva delle vittime, riescono spesso a sottrarre ingenti quantità di denaro.
Sono principalmente truffe telefoniche ad opera del “falso avvocato” o “falso maresciallo dei carabinieri”, che chiede di versare cifre importanti a seguito di eventi incidentali a danno di persone vicine alle vittime (una specie di finta cauzione, che ovviamente non esiste nel nostro paese). A seguito della telefonata il soggetto in questione si presenta presso l’abitazione della vittima dove ritira il denaro in contante grazie ad un sistema di persuasione davvero efficace.
In Casentino tale tipologia di fenomeni non è ancora presente; pertanto, occorre anticipare una possibile prima diffusione degli stessi, in modo da avere una cittadinanza preparata e informata sui rischi. Invito dunque i cittadini a rimanere aggiornati poiché a breve gli incontri saranno calendarizzati. Speriamo e ci auguriamo un’ampia partecipazione!».