di Federica Andretta – Vogliamo iniziare questo nostro servizio con una nota frase di Gigi Proietti che recita così: «Benvenuti a teatro, dove tutto è finto ma niente è falso». Anche noi vogliamo darvi il nostro benvenuto nel teatro che siamo qui ad illustrarvi. Quando pensiamo al teatro, ce lo immaginiamo nella sua veste più concreta: uno spazio ben definito, un posto creato per un fine preciso. Tutti noi sappiamo com’è fatto. È una struttura che possiede al suo interno un palco con di fronte una platea e dietro le quinte nascosti agli occhi dei “non addetti ai lavori” vi sono i camerini, le zone riservate alle macchine per la sceneggiatura, agli addetti ai costumi, ecc.
Il teatro moderno esiste da più di quattrocento anni, nasce infatti tra il ‘500 e il ‘600 e si sviluppa a partire dal Rinascimento. Un teatro che si ispira a quello classico ma made in Italy visto che è proprio nel nostro Paese che ha avuto origine. Tuttavia, il teatro non è solo questo. Non è solo un immobile con dentro degli attori, degli spettatori e delle scenografie. È qualcosa che va ben oltre. Ecco che la parola “teatro” va a racchiudere dentro di sé una profonda e complessa commistione di parole chiave e dunque di significati. Non solo spettacolo ma soprattutto luogo di aggregazione, di ritrovo e di confronto. Un mezzo educativo capace di trasmettere valori, cultura, sentimenti ed emozioni ma non solo. Uno strumento efficace che favorisce la comunicazione e dunque aiuta ad esprimere se stessi; incrementa l’empatia, scatena la creatività, permette la partecipazione consolidando la socializzazione, i rapporti tra le persone e le relazioni tra gli adulti e i bambini.
Abbiamo intervistato Federico Fani, Presidente della compagnia amatoriale “Piccolo Teatro di Rassina”, per scoprirne di più sull’attività teatrale portata avanti sino ad oggi.
Federico, nel 2016 viene formata la compagnia teatrale “Piccolo Teatro di Rassina”. Com’è nato e si è sviluppato nel tempo questo progetto? Avete una vostra sede? «Questo progetto è nato e si è sviluppato nel 2016 con l’aiuto dei Parroci della Diocesi di Rassina Don Luca e Don Samuele insieme ai ragazzi del dopo cresima. Al momento ci ritroviamo in ambito privato nella speranza di avere una sede dedicata».
Ma facciamo brevemente un po’ di storia: l’Associazione prende spunto da una storica tradizione teatrale che risale alla metà del secolo scorso grazie alle esibizioni amatoriali di grandi e piccini organizzate dal Parroco Don Carlo Caporali e dalle suore nell’asilo “Vittoria Rassinesi”. Può dirci qualcosa di più in merito? «Abbiamo preso spunto da una tradizione teatrale che risale alla metà del secolo scorso iniziata da Don Carlo Caporali e proseguita da Don Giovanni con l’aiuto e la regia di Amleto Boschi. Don Carlo Caporali e Amleto Boschi sono riusciti a formare una compagnia teatrale denominata “Compagnia teatrale di Rassina” sviluppando commedie tipo “La fortuna si diverte”, “Burla, Amore e Campanile” e molte altre. Alcuni attori dell’epoca sono ancora oggi presenti nella nostra compagnia».
Quali sono stati gli eventi più importanti che hanno caratterizzato questi anni? «Consideriamo tutte le commedie svolte molto importanti. Abbiamo sviluppato e interpretato “Come Diogene”, “Non Tutti i Santi vengono per nuocere”, “Le Cinque Leggende”, “Il Grinch” con i ragazzi del catechismo; “Un Problema Grosso” e “La Guerra dei Colori” di Franco Zaffanella e interpretata dal nostro piccolo gruppo di attori denominato “Giovani Attori”».
Ma vediamo di conoscere un po’ più da vicino le vostre opere. Ad esempio, di che cosa parla “Non Tutti i Santi vengono per nuocere”? «È una commedia in due atti e un quadro. Silvestro è un aiuto archivista che l’amministrazione dell’archivio segreto del Vaticano ha dimenticato nello scantinato. Silvestro si occupa della prima selezione e catalogazione degli antichi testi ancora nascosti nelle viscere dell’archivio e, da anni, ha continuato a svolgere umilmente il suo lavoro senza che nessuno si ricordi più di lui. Un giorno Silvestro, tra alcuni antichi libri, trova un manuale con un corso per diventare Santo. Silvestro se lo studia e impara a fare i miracoli. Il terremoto in Vaticano è enorme, perfino il Papa si interessa a lui ma i Santi sono sempre stati soggetti difficili da trattare per la Chiesa quindi per evitare che anche questo nuovo San Silvestro combini una marea di guai come i suoi predecessori, qualcuno dall’Alto lo dovrà convincere che, nonostante la santità, è bene che rimanga a fare l’archivista così lui non avrà guai dal mondo ed il Vaticano non avrà la necessità di correre dietro ad un nuovo Santo per controllare tutto quello che combina. È stata la nostra prima commedia, è uno spettacolo di Aldo Cirri e ha dato il via alla nostra avventura con il teatro.»
La commedia “Un Problema Grosso” ha partecipato l’11 marzo a “Rassegna e Concorso di Teatro Amatoriale” presso il Teatro Dovizi di Bibbiena. La manifestazione è stata organizzata da La Filodrammatica Bibbienese e patrocinata dal Comune di Bibbiena. Può illustrarci brevemente la trama? «È un’opera teatrale di Giuseppina Cattaneo. Si tratta di una commedia brillante e divertente la cui trama è ambientata nella sala d’attesa del medico condotto dove ci si incontra e si parla dei propri mali ma quel problema grosso tiene tutti sulle spine».
E “La Guerra dei Colori”? «Penso che la canzone “Imagine” di John Lennon sia un’ottima sintesi della commedia che abbiamo realizzato. I colori rappresentano le varie culture e infatti l’opera termina con l’inno di John Lennon che riunisce tutti insieme in un mondo di pace».
Quali sono state invece le iniziative di questo 2023? Avete in programma qualcosa per Natale? «Al momento stiamo lavorando ad una nuova commedia così come il gruppo “Giovani Attori”».
Com’è stato ripartire dopo la pandemia? «Essendo una compagnia amatoriale è stato emozionante ritrovarsi dopo tanto tempo e poter continuare e interpretare la commedia “Un Problema Grosso”. Il gruppo si è rafforzato e si sono aggiunti nuovi membri. Ringrazio di cuore tutti i ragazzi che ne fanno parte».
Sogni e prospettive per il futuro? «Stiamo già vivendo un sogno in un periodo dove la socializzazione e il teatro sono stati soffocati dalla pandemia. Anche quest’anno siamo riusciti con le donazioni di tutti a elargire aiuti, tramite assistente sociale e Pubblica Assistenza, cosa che ci proponiamo di fare tutti gli anni come obiettivo. Concludo ringraziando tutti i nostri sostenitori e i genitori del gruppo “Giovani Attori”. Ringrazio infine la compagnia “Piccolo Teatro di Rassina”. Senza di loro non sarebbe stato possibile realizzare tutto quello che stiamo facendo!».
Se volete conoscere più da vicino la compagnia, potete seguirla su Facebook alla pagina denominata “Piccolo teatro di Rassina”.