di Beatrice Mazzanti – Nella piccola realtà in cui viviamo è nato ed è presente un luogo dove la musica è di casa, un centro di aggregazione che unisce e allo stesso tempo divide intere generazioni. Pensiamo ad una canzone che cantavamo negli Anni ‘80’che poi è diventata un remix o base di una canzone techno questo per dirci che è finito un secolo, ma ne è iniziato un’altro.
Abbiamo deciso di intervistare Stefano Lanini (nella foto piccola sotto) proprietario del River Piper per sapere da lui come si sente a essere il “creatore” di uno di quei luoghi che hanno segnano e continuano a segnare la fine di un’era e l’inizio di un’altra, di uno di quei luoghi in cui il trascorrere degli anni è scandito dalle trasformazioni musicali e da tormentoni che non passano mai di moda.
Intanto grazie per la disponibilità. Come sanno tutti in Casentino lei è il proprietario e gestore del locale River Piper, cosa significa e come vive questo ruolo in una realtà e in contesto diciamo “piccolo”? «Sono una persona molto socievole, mi piace essere a contatto col pubblico e rapportarmi con gli altri, conosco molte persone in Casentino, Arezzo e Firenze, ho uno spirito associativo».
Com’è nata l’idea e il progetto di aprire una discoteca? «L’idea è nata molti anni fa, la nostra azienda familiare, fin dal 1931 ha sempre avuto la vocazione di attività nel settore horeca (settore dell’industria alberghiera, n.d.r.) quindi per diversificare, mi piaceva entrare nel mondo della notte, ho sempre frequentato fin da giovane locali sia in Versilia che in Riviera romagnola, dove è nato tutto il mondo della notte, e lì avevo molti rapporti di lavoro e tanti amici».
Con il passare degli anni ha visto dei cambiamenti nel suo locale e nel modo di vivere la musica? «Dagli Anni Ottanta, in avanti i cambiamenti e le mode sono stati moltissimi, dopo Febbre del sabato sera con la dance music, è arrivata l’elettro house, EDM; negli Anni Novanta la Techno la fa da padrone, oggi ai giovanissimi piace la musica trap, rap, EDM…».
La pandemia da Covid-19 ha colpito anche il vostro settore in modo pesante, ma poi c’è stata una ripresa? «Nel settore dei locali notturni il Covid ha causato molti disagi, di conseguenza molta crisi e molte chiusure di attività, dopodiché abbiamo avuto una buona ripresa delle attività nell’immediato post pandemia».
Il passaggio generazionale si nota guardando il tempo scorrere in un locale e, per quanto riguarda le nuove serate over 40, questa idea com’è nata? «Oggi abbiamo due tipologie di pubblico che frequentano i locali, i giovani e giovanissimi e gli over 40, ed è il pubblico che frequentava le Discoteche negli Anni Novanta – Duemila. Lidea di organizzare delle serate dedicate proprio ai giovani di fine secondo millennio è nata da una ricerca che abbiamo fatto insieme a Marco Comakema, nostro collaboratore e direttore artistico. Nelle diverse serate il pubblico stesso ci ha dato subito risposte positive, con molto entusiasmo e voglia di ballare, divertirsi, e incontrare di nuovo amicizie che da tempo non si vedevano e che si era perdute, le serate sono molto belle, coinvolgenti con una bellissima partecipazione». Forse niente come la musica accompagna la vita delle persone, ogni periodo ha la sua colonna sonora e, non è un caso, se le canzoni e i brani che abbiamo ascoltato da giovani siano sempre i più belli di sempre, sicuramente migliori di quelli che ascoltano i giovani che sono venuti dopo.
Magari anche questo soffio di nostalgia porta sempre a riascoltare con piacere i pezzi di qualche anno o decennio fa, ma non fa niente, la musica gira intorno, in avanti e indietro ma non invecchia. Adesso però attenzione quando ci abbandoniamo ai ricordi del passato, ballare e divertirsi va benissimo, ma attenti a non alzare troppo il gomito perché, anche per i contolli stradali, la musica è cambiata…