8 C
Casentino
mercoledì, 2 Aprile 2025

I più letti

Il “segreto confessionale” di Padre Guido nella foresta della Badia di Santa Trinita

di Terenzio Biondi – Nella foresta della Badia di Santa Trinita, sulla riva del torrente nei pressi del ponticello che porta ai resti dell’abbazia, spicca un enorme castagno secolare, bellissimo, con il tronco imponente e i rami che sembrano quasi toccare il cielo azzurro. Secondo le antiche leggende è padre Guido, per tanti anni priore della Badia di Santa Trinita nel XIII secolo. L’anima di padre Guido è naturalmente volata in cielo, ma il corpo – analogamente a quello di tutti i monaci della Badia – è rimasto nella foresta, tramutato in castagno secolare.

All’ombra di padre Guido, quando andiamo a pesca nel Fosso della Badia, noi torrentisti ci fermiamo sempre per fare uno spuntino, sdraiati per terra con la testa appoggiata al tronco. E naturalmente domandiamo sempre a padre Guido qualche delucidazione su quel gran peccatore di Riccardo del fu Blanco da Garliano. Padre Guido non ci ha mai risposto, ma noi insistiamo sempre e… chissà… È scritto nei documenti dell’epoca che il 25 agosto del 1257 Guglielmino degli Ubertini, vescovo di Arezzo (il vescovo condottiero che morì nella battaglia di Campaldino del 1289, sconfitto dalle milizie fiorentine), giunse a cavallo, scortato dai suoi soldati, alla Badia di Santa Trinita in Alpe, a quei tempi la Badia più potente del Casentino, abitata da oltre cento monaci benedettini. Su ordine del vescovo il priore della Badia, padre Guido, aveva lì radunato tutti i grandi peccatori casentinesi, quei peccatori che l’avevano fatta grossa, talmente grossa che i poveri monaci non se l’erano proprio sentita di assolverli.

Sì, perché c’era peccato e peccato. E se per i peccatucci veniali era addirittura superfluo il ricorso al confessore (bastava bere l’acqua della Fonte Benedetta, la fonte che zampilla ancora oggi dietro il monastero, e recitare una preghiera con lo sguardo rivolto all’abside della Badia dopo aver chiesto perdono al Padreterno), per quelli supermortali non bastava certo il segno della croce di un semplice monaco. Ma per il vescovo Guglielmino non c’era peccato per quanto terribile che non potesse essere perdonato. Erano tanti i peccatori che fin dalla mattina presto erano arrivati alla Badia di Santa Trinita, chi a piedi e chi a cavallo, percorrendo di notte al lume della luna e delle stelle i sentieri che da ogni parte della vallata portavano all’antica via sul crinale del Pratomagno, al confine fra il Casentino e il Valdarno. Tutti lassù, alla Badia di Santa Trinita in Alpe, per ottenere finalmente il perdono dei loro grandi peccati.

Entravano a turno, uno per uno, all’interno della chiesa. E a tutti il vescovo Guglielmino rimetteva i peccati. Bastava che, naturalmente, si pentissero, chiedessero perdono e versassero… sì, versassero un obolo stabilito dal vescovo. Ottenne il perdono anche Riccardo del fu Blanco da Garliano, il più grande peccatore della zona: era stato addirittura scomunicato! Pagò naturalmente il suo obolo, senza battere ciglio: venticinque fiorini d’oro! Una cifra enorme per quei tempi. Ma poteva permetterselo (era uno dei più ricchi possidenti di Garliano).

Ma quale peccato aveva commesso Riccardo del fu Blanco da Garliano? Nessuno lo sa. Anche i documenti ritrovati da don Carlo presso l’archivio del Vescovato di Arezzo non fanno minimamente cenno a quale razza di peccato mortale avesse commesso (la storia di Riccardo del fu Blanco da Garliano è stata qualche anno fa riportata su “Foglie Lunghe”, il giornalino della parrocchia di Carda che esce con cadenza bimestrale e su cui possono liberamente scrivere trattando qualsiasi argomento tutti i parrocchiani).

Non sappiamo proprio come fare: padre Guido tace (non può certo rivelare un “segreto confessionale”!), gli antichi documenti non fanno alcun riferimento al genere di peccato commesso, e a nulla hanno portato le ricerche condotte su Internet da esperti della nostra Società di Pesca. Per cui abbiamo deciso: chi lo sa si faccia avanti (allegando naturalmente la dovuta documentazione) e avrà per ricompensa trote, sì, trote fario autoctone del Fosso della Badia di Santa Trinita. Quante? Quante ne vuole. Cento, duecento, trecento… Noi torrentisti casentinesi (tutti!) ci impegnamo a riempirgli per più anni il freezer di casa. A presto!

I RACCONTI DL TORRENTE Storie vere, leggende, incontri… nei torrenti del Casentino è una rubrica a cura di Terenzio Biondi

Ultimi articoli

Panoramica privacy

In questa pagina si descrivono le modalità di gestione del sito internet www.casentino2000.it in riferimento al trattamento dei dati personali degli utenti che lo consultano.

Si tratta di un’informativa per il trattamento dei dati personali che è resa anche ai sensi dell’art. 13 Decreto legislativo 196/03 (di seguito Codice privacy) ed in ottemperanza con il Regolamento Ue 2016/679, noto come GDPR (General Data Protection Regulation).

L’informativa non è valida per altri siti web eventualmente consultabili attraverso i nostri links, di cui Fruska s.r.l. non è in alcun modo responsabile.

Il Titolare del trattamento
Il Titolare del trattamento dei dati personali, relativi a persone identificate o identificabili trattati a seguito della consultazione del nostro sito, è

Fruska s.r.l.

nella persona di Roberto Frulloni
presso la sede legale di via Rignano 11,
Bibbiena, 52011 (Arezzo).
P.IVA 02020850513
Indirizzo email: fruska@fruska.it

Luogo e finalità di trattamento dei dati

I trattamenti connessi ai servizi del Sito Web sito hanno luogo presso la predetta sede della società Fruska s.r.l. e sono curati solo da personale incaricato del trattamento, oppure da eventuali incaricati di occasionali operazioni di manutenzione.
Nessun dato derivante dal servizio web viene comunicato o diffuso a terzi.
I dati personali forniti dagli utenti visitatori che inoltrano richieste di invio di materiale informativo (richieste di informazioni, risposte a quesiti, ecc.) o altre comunicazioni (ordini) sono utilizzati al solo fine di eseguire il servizio o la prestazione richiesta.

Tipi di dati trattati

Dati di navigazione
I sistemi informatici e le procedure software preposte al funzionamento del Sito Web acquisiscono, nel corso del loro normale esercizio, alcuni dati personali la cui trasmissione è implicita nell’uso dei protocolli di comunicazione di Internet.
Si tratta di informazioni che non sono raccolte per essere associate a interessati identificati, ma che per loro stessa natura potrebbero, attraverso elaborazioni ed associazioni con dati detenuti da terzi, permettere di identificare i computer che si connettono al sito.
In questa categoria di dati rientrano gli indirizzi IP o i nomi a dominio dei computer utilizzati dagli utenti che si connettono al Sito Web, gli indirizzi in notazione URI (Uniform Resource Identifier) delle risorse richieste, l’orario della richiesta, il metodo utilizzato nel sottoporre la richiesta al server, la dimensione del file ottenuto in risposta, il codice numerico indicante lo stato della risposta data dal server (buon fine, errore, ecc.) ed altri parametri relativi al sistema operativo e all’ambiente informatico dell’utente.
Questi dati potrebbero essere utilizzati al solo fine di ricavare informazioni statistiche anonime sull’uso del Sito Web e per controllarne il corretto funzionamento. I dati potrebbero essere utilizzati per l’accertamento di responsabilità in caso di ipotetici reati informatici ai danni del sito.

Dati forniti volontariamente dagli utenti visitatori
L’invio facoltativo, esplicito e volontario di dati personali per accedere a determinati servizi, ovvero per effettuare richieste di informazioni agli indirizzi indicati sul Sito Web comporta la successiva acquisizione dei dati personali inseriti nella richiesta del mittente, necessari per rispondere alle stesse.
Specifiche informative di sintesi verranno progressivamente riportate o visualizzate nelle pagine del sito predisposte per particolari servizi a richiesta.