di Francesco Meola – Era il 23 aprile 2019 quando l’allora assessore ed oggi sindaco, Filippo Vagnoli, annunciava trionfalmente il raggiungimento di un accordo con i proprietari del Cinema Sole per la sua acquisizione. Sono trascorsi tre lunghi anni di promesse e progetti, per quello che resta uno degli spazi culturali più importanti della città, ma purtroppo, al momento, non hanno portato ancora a nessun risultato.
L’edificio continua infatti a versare in uno stato di abbandono, ma dalle stanze di palazzo Berni fanno sapere che nel mese di settembre potrebbero esserci importanti novità: «Le trattative con la proprietà continuano ad andare avanti, – ci rassicura il vicesindaco Matteo Caporali, che aggiunge. – Purtroppo abbiamo trovato diversi ostacoli sul nostro cammino ma è nostra intenzione mantenere le promesse fatte a suo tempo in campagna elettorale e pertanto ribadisco la volontà di portare a termine l’acquisizione dell’edificio che ospitava il Cinema Sole. L’intralcio principale è rappresentato dai diversi protagonisti della vicenda, considerato che, il Comune, non deve interfacciarsi solo con i proprietari della struttura, ma anche con la curatela. Rispetto alla proprietà, poi, è bene specificare che non ci troviamo dinanzi ad un unico soggetto e questo rappresenta un’altra delle ragioni per cui le contrattazioni hanno subito un rallentamento. Trovare un’intesa che soddisfi tutte le parti in causa è già normalmente difficile, si immagini quando va raggiunto un accordo che accontenti le esigenze di 7-8 persone diverse. Naturalmente questa non vuole essere una giustificazione, ma è giusto che la popolazione sia messa al corrente delle cose per come stanno. Da una situazione così complessa non si può uscirne che lavorando con la stessa determinazione che ci ha sempre contraddistinti, siamo certi che prima o poi raggiungeremo l’obiettivo».
Smentite anche le illazioni di chi ipotizza che dietro questa lunga attesa possano nascondersi problematiche di natura economica. «Questo è un altro aspetto che mi preme precisare. Il Comune ha le risorse per farsi carico di una operazione del genere e non attende altro che il raggiungimento di un accordo per potersi finalmente dedicare alla parte progettuale. Ovviamente oltre ai capitali necessari all’acquisizione dell’immobile, sarà necessario quantificare l’importo da destinare alla ristrutturazione dello stesso, ma è un passo che al momento non possiamo fare. Tutto è rimandato al momento in cui entreremo in possesso della struttura, per la quale si dovrà procedere innanzitutto ad un’approfondita valutazione statica. Naturalmente la destinazione d’uso resterà di tipo culturale e pertanto non necessariamente soltanto cinematografica. Laddove possibile, è ipotizzabile possano convivere spazi di diversa natura».
E a chi reclama con urgenza il recupero dello stabile anche per restituire al Casentino un cinema che ormai manca da tempo, il vicesindaco ne approfitta per ricordare l’esistenza di una sala poco conosciuta. «Spesso sento dire che con la chiusura del Sole e del cinema di Poppi non sia rimasta nessuna sala in Casentino, invece mi fa piacere ricordare che, proprio nel nostro comune, insiste un altro spazio dedicato. Si tratta del Cinema Italia di Soci che, grazie agli sforzi della proprietaria Marinella Pieri, rappresenta un importante luogo di aggregazione per tutta la vallata. Ovviamente ci auguriamo possa accadere altrettanto nel centro storico con la restituzione alla nostra comunità dell’ex Sole. Abbiamo altri incontri in agenda nel mese di settembre e non escludo che finalmente si possa trovare la quadra giusta».
Ad augurarselo sono soprattutto le associazioni del luogo che continuano a reclamare i loro spazi, con il teatro Dovizi ‘incapace’ di contenere da solo la sete di cultura di una cittadina che attende da tempo di riappropriarsi di uno dei suoi luoghi simbolo. Non va dimenticato, infatti, che negli anni scorsi soltanto l’impegno dell’Associazione “Quinte tra le note” ha evitato che il Sole rimanesse chiuso, ospitando attività artistiche di vario genere fino al 2018 quando, nonostante i tanti sacrifici, la struttura, capace di 300 posti tra platea e galleria, fu costretta definitivamente alla chiusura per la mancanza delle documentazioni necessarie ai fini dell’ottenimento dell’agibilità.
Cinque lunghi anni che si spera non siano trascorsi invano.